Amsterdam
di Sean O’Reilly
con Christian Bale, John
David Washington, Margot Robbie
USA, Canada, 2022
genere: giallo, commedia,
drammatico
durata: 135’
Un giallo ambientato nel
passato che si rifà a qualcosa di realmente accaduto. Basterebbe questo per
descrivere “Amsterdam”, il nuovo film di Sean O’Reilly. Ma non è solo questo. È
anche un grande cast, una durata troppo eccessiva e un voluto “intasamento” di
informazioni e nozioni.
La premessa è che nella New
York del 1918 e con la Grande Guerra che incombeva, il giovane Burt Berendsen e
il soldato afroamericano Harold Woodsman si incontrano e fanno amicizia. Feriti
in battaglia, i due vengono curati dall’infermiera Valerie. I tre si
trasferiscono poi ad Amsterdam e stringono un solenne patto secondo cui ognuno
di loro aiuterà gli altri nei momenti di difficoltà. Sono, però, costretti a
dividersi nel momento in cui Burt decide di tornare a New York dalla moglie e
Harold decide di seguirlo per poter proseguire gli studi e diventare avvocato.
Nel 1933 la figlia di un
senatore che era stato anche ufficiale di guerra, chiede ai due di occuparsi in
incognito dell’autopsia del padre Bill, morto in circostanze sospette. I due
scoprono che il defunto ha una notevole quantità di veleno nello stomaco, ma
nel comunicarlo alla giovane un sicario uccide lei buttandola sotto un camion in
corsa e addita loro come responsabili.
Per potersi salvare hanno
bisogno di tutto l’aiuto possibile, compreso quello di una ritrovata Valerie.
Le premesse sono più che buone,
sembra in tutto e per tutto un film convincente e ricco di avventure e
indagini. Purtroppo però non è così.
La sensazione che si ha
all’uscita dalla sala, dopo la visione di “Amsterdam”, è di aver visto un film
troppo pomposo che si rincorre continuamente e che non sembra arrivare (o voler
arrivare) a un punto ben preciso.
Il grandissimo cast di
cui dispone non è messo in risalto e non è sfruttato come avrebbe potuto. Un Christian
Bale molto bravo a destreggiarsi tra le problematiche fisiche del corpo del
personaggio che interpreta (ha perso un occhio in guerra per dirne una) e un John
David Washington coprotagonista. Accanto a loro una sempre azzeccata Margot
Robbie nel ruolo di Valerie. E, come se non bastassero, a fare da contorno alla
storia ci sono anche nomi del calibro di Robert De Niro, Rami Malek, Anya
Taylor-Joy solo per citare quelli più presenti nel film.
Nessuno riesce a emergere
a tal punto da dare quel valore aggiunto alla storia che la possa portare
davvero in alto.
Prendendo spunto da una
storia vera ed essendo strutturato come un giallo, non risulta mai davvero appassionante.
Sembra quasi che il regista si limiti a mostrare e sfoggiare i numerosi nomi e
volti a disposizione, come su una passerella, dimenticandosi di raccontare una
vicenda che invece avrebbe potuto coinvolgere e appassionare.
Un intreccio che si
intreccia e accartoccia su sé stesso, non aiutato nemmeno dalla durata eccessiva
e dal non riuscire mai a concludere. Una storia che poteva essere narrata in
maniera diversa e più convincente.
La voce fuori campo e
altri escamotage cinematografici non sono sufficienti ad alimentare la tensione
e far restare il pubblico incollato allo schermo. Ed è un peccato considerando
il materiale di cui si dispone.
Purtroppo dimenticabile.
Veronica Ranocchi
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