domenica, novembre 27, 2022

DIABOLIK - GINKO ALL'ATTACCO

Diabolik – Ginko all’attacco

di Manetti bros

con Giacomo Giannotti, Miriam Leone, Valerio Mastandrea

Italia, 2022

genere: azione, thriller, poliziesco, giallo

durata: 111’

Secondo capitolo per il film dei fratelli Manetti che portano sullo schermo l’antieroe delle sorelle Gianassi. A differenza del primo capitolo non ritroviamo Luca Marinelli nei panni di Diabolik. Il suo posto è preso da Giacomo Giannotti, noto al grande pubblico per la sua partecipazione alla serie tv “Grey’s Anatomy”. Con una fisicità ben più adatta allo spietato ladro e uno sguardo magnetico che incolla allo schermo lo spettatore, Giannotti migliora sicuramente il personaggio. Ad aiutarlo la sempre bellissima Miriam Leone, seppur messa un po’ in ombra dalla storia. Perché il vero protagonista di questo secondo capitolo è Ginko, interpretato da un eccellente Valerio Mastandrea che ruba, letteralmente, la scena a chiunque altro.

La storia inizia con Diabolik che ruba la preziosissima corona di Armen. Pochi mesi dopo, i restanti gioielli della collezione vengono indossati da delle ballerine che Diabolik riesce a rubare. In realtà si tratta di un piano dell’ispettore Ginko, che ha reso i gioielli radioattivi in modo da riuscire a intercettare gli spostamenti di Diabolik che riesce a sorprendere costringendolo alla fuga insieme a Eva Kant.

Ginko allora si concentra su ciò che ha trovato nel rifugio e inizia a progettare un piano per catturare il ladro, trascurando la donna che ama, in segreto, la duchessa Altea di Vallenberg. La nobildonna, giunta a Clerville per partecipare a un ballo, indosserà la celeberrima Collana del Grifone Nero.

Ma non tutto andrà, naturalmente, come previsto.

A non convincere nella narrazione dei Manetti sono la stessa “staticità” del primo capitolo. Troppo impostata la recitazione e il modo di parlare degli attori che, se da una parte vuole richiamare l’idea di passato, dall’altra ha l’effetto contrario e risulta troppo sopra le righe.

Un altro elemento che fa storcere il naso è, poi, lo sviluppo della storia, fin troppo scontata dall’inizio. Dopo i primi minuti, dal momento in cui viene rivelata la prima intenzione di Ginko, per lo spettatore attento (ma anche per quello un po’ più distratto) diventa semplice capire la direzione verso la quale virerà la storia. E a poco servono i tentativi di sviare l’attenzione e gli escamotage adottati dai registi per cercare di depistare.

Indubbiamente, come detto, la stella indiscussa di questo secondo capitolo è Ginko. Come suggerito dal titolo scelto, è l’ispettore interpretato da Valerio Mastandrea a tenere le redini e le fila di un “Diabolik” dove il ladro appare davvero poco e sembra il classico antagonista di turno che appare poco e che viene sconfitto.

Una maggiore interazione tra i due protagonisti (e antagonisti) sarebbe stata sicuramente apprezzata e avrebbe, con molta probabilità, conferito maggiore dinamicità a una pellicola che, pur avvalendosi di effetti speciali adatti all’epoca nella quale è ambientata la storia, risulta “agée”. Ed è un peccato perché uno dei ladri più famosi al mondo avrebbe meritato una rappresentazione diversa e, perché no, anche adattata a quella che è la realtà di oggi.

Dobbiamo aspettare il prossimo capitolo per capire la reale direzione che Diabolik e la sua amata Eva Kant prenderanno.


Veronica Ranocchi

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