Il piacere è tutto mio
di Sophie Hyde
con Emma Thompson, Daryl
McCormack
UK, 2022
genere: commedia
durata: 97’
Un divertente gioco di
parole che ben descrive la commedia di Sophie Hyde con una splendida Emma Thompson
nei panni di un’insegnante in pensione rimasta vedova che cerca sé stessa in un’avventura
con un giovane escort.
Nancy Stokes e Leo Grande
si incontrano in una camera di un hotel di lusso dopo che la donna ha prenotato
la presenza del giovane e avvenente escort che, in realtà, diventa quasi una
sorta di voce della coscienza. La donna, oltre a cercare (e trovare) piacere
carnale, si lascerà andare a rivelazioni e confessioni sulla vita, sul passato
e sul futuro, sulle aspettative e sul mondo in generale, cercando non tanto l’approvazione
quanto semplicemente l’ascolto da parte del ragazzo che, dal canto suo, cercherà
di mantenere una certa distanza, fantasticando e immaginando uno scenario, non
solo temporaneo per i due e per la durata di quella che lui definisce “sessione”,
ma anche per sé stesso, sfuggendo così alla realtà e agli obblighi che essa si
porta dietro. Ne viene fuori un quadro dolce e amaro al tempo stesso che è
anche una delicata riflessione sul tempo che scorre e sull’approccio di ognuno
di noi ai minuti che passano.
Diviso in capitoli, il
film è completamente incentrato sui due protagonisti tanto che, fatta eccezione
per una breve scena, Emma Thompson e Daryl McCormack sono gli unici due
interpreti. Una storia che potrebbe apparire statica, considerando che è
ambientata solo ed esclusivamente in una camera di hotel. Nonostante ciò “Il piacere
è tutto mio” si rivela essere un film molto più dinamico di quanto si possa
immaginare.
Mai volgare, mai sopra le
righe, la commedia intrattiene e diverte al punto giusto, ma, cosa più
importante, scava nel profondo dei personaggi e dell’animo umano. Attraverso la
sceneggiatura, molto attenta e precisa, e una cura particolare nei dialoghi,
perfettamente interpretati da due attori che si mescolano con successo, la
storia convince e coinvolge.
Mettersi a nudo, per
Nancy, è un ostacolo, ma è anche, al tempo stesso, un obiettivo. E riuscire
nell’intento diventa funzionale alla sua crescita, come donna e come persona.
Quello di Sophie Hyde è
un film che parla a un pubblico molto eterogeneo. Non si deve pensare solo a
una determinata fetta di popolazione. Gli scambi, audaci e arguti, di battute
tra Nancy e Leo sono quelli tra due generazioni, tra due modi di vedere la
stessa cosa. Lui prova a vedere il lato positivo, cerca di mettere Nancy a
proprio agio, cerca di disegnare un contesto che non è del tutto fittizio. Lei,
dal canto suo, è restia a provare qualsiasi cosa, qualsiasi novità o
cambiamento in quella che è stata la sua (monotona) vita, ma alla quale è ormai
abituata (e soggiogata). Ed ecco, quindi, che non riesce mai a vedere il lato positivo,
non è mai davvero tranquilla e si trova “costretta” a rispettare qualsiasi
regola. Mai una distrazione, mai un qualcosa fuori dal comune, sempre ligia al dovere.
Una commedia con la quale
ridere, mai in maniera completamente superficiale, ma nella quale provare anche
a rispecchiarsi, come la stessa Thompson fa, mettendosi letteralmente a nudo.
Veronica Ranocchi
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