Revenge
di Coralie Fargeat
con Matilda Luz, Kevin Janssens
Usa, 2018
genere, azione
durata, 108'
Jennifer è un’incantevole ragazza innamorata del successo e delle luci delle grandi città.
La regista (Coralie Fargeat) mette a tal proposito subito le cose in chiaro già nella prima scena, presentandola al pubblico con un chiarissimo biglietto da visita: minigonna rosa, lecca-lecca, chioma bionda al vento e lei che atterra con l’elicottero in una villa in mezzo al deserto.
La bellezza di Jen (l’italiana Matilda Anna Ingrid Lutz, vista tra i tanti anche nel film “L’estate addosso” di Muccino nel ruolo della giovane Maria) è pari soltanto a quella del suo compagno Richard (Kevin Janssens), miliardario dal fisico statuario che abbandona moglie e figli per passare un “tranquillo” weekend di caccia insieme ai suoi due soci e alla sua irresistibile amante.
L’ i-pod rosa e la t-shirt “I love L.A.” da adolescente ingenua che di giorno sogna ad occhi aperti i grandi palcoscenici di Hollywood lasciano spazio, con estrema facilità, a succinti costumi la sera durante le feste in piscina, dove tra un bicchiere e l’altro diventa fin troppo banale per Jennifer mettere in mostra tutta la sua carica erotica e far sognare Richard.
Quello che la protagonista sottovaluta però è l’attitudine del cacciatore alla conquista e alla ricompensa: una volta posato l’occhio sull’obiettivo è abituato a portare a casa il trofeo a qualunque costo.
E così la sua bellezza verrà notata anche dagli altri due partner, i quali faranno di tutto per approfittare della situazione ed avere un’altra storia da appendere in mezzo alle teste imbalsamate delle precedenti avventure. Ed in fin dei conti saranno proprio le conseguenze delle loro azioni a dare praticamente il via alla narrazione vera e propria. Una danza dove i ruoli di prede e predatori finiscono di continuo per stravolgersi: una caotica battuta di caccia in cui il sangue rimane l’unica costante per tutti gli oltre 100 minuti di pellicola.
“Revenge” è allora uno dei più classici lavori del genere “rape and revenge”, per l’appunto: l’ennesimo film in stile “Non violentate Jennifer”/ “I Spit on Your Grave” con trama già vista, situazioni surreali e ed un finale banale che tutti accontenta ma che nessuno sorprende.
L’unica novità presentata dal lungometraggio è sicuramente l’evidente tocco femminile di una regista che ama l’estetica e la bellezza della perfezione del corpo umano (numerose infatti sono le scene di nudo integrale maschile), e che riesce a porre la giusta enfasi sull’ottima interpretazione della Lutz e sulla metafora della rivincita della donna sul maschio alfa apparentemente perfetto ed intoccabile.
Troppo poco comunque per quello che rimane poco più che uno splatter.
Lorenzo Governatori
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