giovedì, ottobre 16, 2014

9 FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA: WE ARE YOUNG, WE ARE STRONG

FESTIVAL DEL FILM DI ROMA-1 GIORNATA We are young, we are strong 
di Burhan Qurbani

Germania 2014

durara, 123’’

Opera seconda del regista Burhan Qurbani, la pellicola si presenta da subito interessante, sia per manifattura che per argomento. La trama narra degli scontri, di matrice xenofoba, avvenuti a Rostock nel 1992, dove alcuni naziskin hanno assaltato un edificio che ospitava numerosi vietnamiti.

Il film è narrato sia dal punto di vista delle controparti - ovvero skinhead ed immigrati -, sia dal punto di vista, in maniera tanto realistica quanto avvilente,  della politica  doppiogiochista e/o impotente. La prima parte, interamente in bianco e nero, delinea in maniera dettagliata la psicologia dei personaggi attraverso i quali è filtrata la vicenda – anche se si perde, forse, un po’ troppo nel dettagliare le vicissitudini adolescenziali, che rubano la scena al resto-. Il film diventa a colori quando la prefazione, tirata un po’ troppo per le lunghe, passa al fatto di cronaca in sé. Tutto diventa crudo ed in balia di una violenza verace che trova il suo specchio nell’incendio, nonostante la cronaca sia reale quasi onirico, che distrugge ogni speranza.

Quello dell’immigrazione, specie nella fase che sta attraversando l’europa, è un argomento oltremodo delicato, e lo è ancor di più ambientato in un teatro come la Germania. Il razzismo - come il film, seppur in tutti i suoi difetti, ci fa cogliere - non è mai una ragazzata o lo scherzo di una bambina: il razzismo è un cancro in metastasi frutto di  una cultura, quella occidentale europea, che fatica a levare le macchie di sangue dai propri panni ormai putridi e maleodoranti. La pietra scagliata, sul finale, dal bambino alla vietnamita, è denuncia ad cultura che s’identifica nel peccato originale dei secoli trascorsi e di quelli a venire.
Antonio Romagnoli
(Voto ***)

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