Il signore delle formiche
di Gianni Amelio
con Luigi Lo Cascio, Elio
Germano, Sara Serraiocco
Italia, 2022
genere: drammatico
durata: 134’
Quarto film italiano in
concorso a Venezia 79 Il signore delle formiche di Gianni Amelio è un
procedural ben fatto sul reale caso di Aldo Braibanti. Lo scrittore, poeta,
drammaturgo e mirmecologo (studioso delle formiche) fu accusato e condannato
per l’allora reato di plagio psicologico nel 1968. A vestire i panni di
Braibanti un Luigi Lo Cascio molto attento e preciso. Un buon film che mostra
sullo schermo delle vicende realmente accadute. Accanto a queste la capacità,
come sempre, di Amelio di aggiungere qualcosa di suo.
Nella Roma della fine
degli anni Sessanta ha luogo un processo importante. L’accusato è Aldo
Braibanti, poeta, scrittore, drammaturgo, filosofo e mirmecologo. L’accusa è
quella di plagio psicologico ai danni del giovane Ettore che, quindi, sarebbe
stato sottomesso alla volontà dell’artista sia in senso fisico che, appunto,
psicologico. In realtà si tratta di un pretesto per coprire la vera accusa,
quella di omosessualità.
Dopo un flashback che
mostra il primo incontro tra i due il film si concentra sul processo e
sull’impatto che esso ebbe sulla popolazione. Con un occhio particolare nei
confronti di un giovane giornalista dell’Unità interpretato da Elio Germano che
pare essere l’unico interessato a scoprire la vera realtà dei fatti.
Come affermato dallo
stesso Amelio il suo film Il signore delle formiche ha indubbiamente al centro
una tematica di estrema attualità. Una tematica che lui ha voluto porre al
centro dell’attenzione. E che, pur fissandola nell’epoca in cui è avvenuta,
vuole, in qualche modo, provare a raccontare la realtà odierna. Scavando a
fondo, ma nemmeno troppo, nel film di Amelio sono tanti i riferimenti al
contemporaneo che si possono trovare.
E la figura che
maggiormente li incarna è senza dubbio quella del giornalista Marcello al quale
presta il volto Elio Germano. Dai pensieri agli ideali al modo di relazionarsi
con il mondo, tutto fa di lui un uomo contemporaneo.
Al giornalista, quindi,
il compito di raccontare nel migliore dei modi i fatti. Ma come dice il
direttore distaccandosi dai fatti oppure come vorrebbe fare Marcello andando a
scavare nel fondo della questione per capire davvero come sono andate le cose?
Amelio è bravo nel
riuscire a fingere, nella seconda parte, di mostrarci la storia dal punto di
vista di Marcello. In realtà non è così perché riesce a rimanere quasi estraneo
ai fatti, anche se spinge il pubblico ad andare in una certa direzione.
Importante, a tal proposito, il faccia a faccia tra Aldo e Marcello nel quale
quest’ultimo cerca di farlo riflettere. E, insieme a lui, anche tutti noi.
“Questo processo è
assurdo perché non ci sono crimini”. Le parole di Ettore che si presenta al
processo dopo essere stato internato a forza dalla famiglia in un ospedale
psichiatrico nel quale è stato sottoposto a una serie di elettroshock per
estirpare il male sono semplici, dirette, efficaci. Lo sono nell’ottica in cui
tante persone iniziano a capire, a guardarsi intorno, a interrogarsi. Qual è la
giustizia alla quale fare riferimento? Quella giustizia alla quale appellarsi?
Il Braibanti di Lo Cascio
è una figura apparentemente rassegnata. È rassegnato alla vita, al processo,
alla reclusione, anche all’inevitabile destino della madre che non vuole
lasciare sola. Ma in realtà, in quanto artista, la sua è una rassegnazione di
facciata. È e sarà comunque libero e quel suo silenzio ne è la più grande
dimostrazione. Anche grazie a questo elemento il lavoro di Lo Cascio sembra
diverso rispetto a quello degli altri. Più attento e preciso, forse in alcuni
momenti fin troppo, il Braibanti da lui tratteggiato sembra perdersi
(volutamente?) in sé stesso in vari frangenti.
A fargli da contraltare,
da questo punto di vista, un Elio Germano che dà voce al popolo, ma che rimane
molto più in secondo piano. Menzione poi per il giovane Ettore interpretato dal
debuttante Leonardo Maltese, il cui volto nuovo si va a mescolare perfettamente
con quelli più rodati dei colleghi appena citati.
Il film sarà distribuito
da 01 Distribution.
Veronica Ranocchi
(recensione pubblicata su taxidrivers.it)
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