domenica, settembre 11, 2022

VENEZIA 79: LIVING

Living

di Oliver Hermanus

con Bill Nighy, Aimee Lou Wood

UK, 2022

genere: drammatico

durata: 102’

Vivere la vita o pensare di viverla? È questo che si domanda Living, il film fuori concorso a Venezia 79 diretto da Oliver Hermanus. Una riflessione su cosa fare per sfruttare al meglio ogni istante della propria esistenza.

Il signor Williams è un uomo qualunque, dedito al lavoro e alla monotonia della propria quotidianità. Questo finché una notizia non gli sconvolge l’esistenza e non lo mette di fronte a una visione della vita completamente diversa e inaspettata. Come inaspettato diventa il suo comportamento e atteggiamento anche nei confronti di chi lo circonda.

Ognuno di noi lascia inevitabilmente ogni giorno una traccia lungo il cammino della propria esistenza e di quella di chi gli sta intorno. E Living di Oliver Hermanus vuole proprio dimostrare questo. Il signor Williams è in realtà tutti noi. Vive la sua vita e la sua classica routine dando tutto (troppo) per scontato, senza preoccuparsi degli altri e nemmeno di sé. Tanto c’è tempo, si può aspettare non è solo il motto che utilizza quando vuole sbarazzarsi in maniera garbata di pratiche apparentemente irrealizzabili. Diventa anche il suo mantra, convinto di avere sempre tempo e di avere un lungo futuro davanti a sé.

Ma è davvero così?

Quello che conosciamo è un uomo intransigente che non si piega, né a lavoro né a casa. Vedovo e quindi abituato alla vita solitaria, nonostante la presenza del figlio e della nuora, il signor Williams si ripiega in un silenzio assordante. Un silenzio che agli occhi degli altri appare come uno scudo, oltre il quale non si può mai andare. Sono pochi i personaggi che nel corso della vicenda riescono a scalfire la rigida corazza del protagonista. Una è la giovane interpretata da Aimee Lou Wood (volto noto della serie Netflix Sex Education). La sua energia e voglia di vivere sono in netta contrapposizione con i modi di fare dell’anziano signor Williams. E, infatti, è proprio lui a sottolineare di essersi infatuato dell’atteggiamento della giovane.

Oliver Hermanus punta il dito su una delle dicotomie più trattate: quella di vita e morte. Non solo rappresentate visivamente dai due personaggi, ma lasciati trapelare anche dalle parole dei vari protagonisti. Protagonisti che, con l’andare avanti della storia, evolvono e cambiano opinioni e atteggiamenti, anche nei confronti della vita stessa.

Il tutto condito dalla giusta dose di british humour.


Veronica Ranocchi

(pubblicata su taxidrivers.it)

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