Mr. Holmes: il mistero del caso irrisolto
di Bill Condon
con Ian Mckenney, Laura Linney, Milo Parker, Hattie Morahan,
Patrick Kennedy
Gran Bretagna, USA, 2015
genere, thriller
durata, 104'
Abbandonata la professione e ritiratosi da tempo in una casa
di campagna, Sherlock Holmes è un anziano che deve lottare con la perdita di
memoria e le difficoltà di una vita senile. C'è, però, ancora qualcosa che deve
scoprire, un dettaglio che non riesce a mettere a fuoco, relativo alla maniera
in cui ha chiuso la sua carriera. Un disastro con le api della sua
coltivazione, un non ben chiaro viaggio in Giappone e il rapporto con la donna
che bada alla casa e il suo bambino condiscono questa ricerca privata.
Sherlock Holmes, il celebre detective letterario creato da
Arthur Conan Doyle, sta vivendo una rinnovata popolarità sul piccolo e grande
schermo. La rappresentazione contemporanea più riuscita è, probabilmente,
quella della serie tv diretta da Benedict Cumberbatch per la BBC, stessa
compagnia che ha prodotto questo nuovo film sull’investigatore di Baker Street.
Non è, forse, un caso che la serie s’intitoli "Sherlock" e il film
"Mr. Holmes".
Tratto dal romanzo apocrifo "Un impercettibile trucco
della mente", scritto da Mitch Cullin, "Mr. Holmes" si regge
sulle spalle del gigantesco Sir Ian McKellen, uno dei più grandi attori
viventi, non solo in ambito inglese, che riesce a interpretare magistralmente
uno Sherlock ultranovantenne, le cui capacità deduttive e i processi logici
devono vedersela con la demenza senile e con i sentimenti che iniziano a farsi
largo nel cuore dell’anziano detective.
Il film si articola su tre linee narrative. La principale è
ambientata nel 1947 e vede Sherlock dedicarsi all’apicoltura nella sua fattoria
mentre combatte con i propri ricordi. Poi ci sono i flashback: il primo è il caso irrisolto della donna col
guanto; il secondo porta Sherlock in Giappone in cerca di una pianta curativa.
Le dinamiche investigative sono abbastanza succinte e viene lasciato più spazio
alla componente melò ed intimista, che grava anche sul ritmo del film.
L’opera è pregevole soprattutto per la destrutturazione di
Sherlock Holmes, che prende le distanze dalla dimensione mitica della sua
controparte letteraria creata da Watson. In uno splendido gioco
metacinematografico, Holmes va al cinema a vedere un film in cui Sherlock è
interpretato da Nicholas Rowe, protagonista di "Piramide di Paura".
Il vecchio protagonista scrive il suo ultimo racconto, ma non è chiaro se stia
davvero ricordando come sono andati i fatti o stia inventando. Il film diventa,
quindi, metaletterario, con il personaggio che prende il posto di Conan Doyle,
diventando autore di se stesso.
Riccardo Supino
3 commenti:
Le recensioni di Supino sono sempre una garanzia. Apprezzo tantissimi gli intrecci tra filmografia e letteratura.
RP
Un complimento generosissimo: grazie!
Ancora una volta riconfermo la mia piavevole lettura delle tue recensioni che uniscono al cinema la letteratura, caro amico. Questa in particolare, viene apprezzata ancora di più perché letta dopo aver visto il film ieri, quindi con (si spera) maggiore capacità di critica o non e devo ammettere che in pochissime righe hai reso l'idea cardine del film senza fare tropppi spoiler diretti, né annoiare o lasciare un senso di vuoto o dubbio in un lettore che invece, magari, ambiva a vederlo e voleva farsi un'idea in precedenza sull'insieme. Alla prossima lettura Doctor :)
FF
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