con Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Michele Placido, Maria Pia Calzone
Italia, 2015
genere, commedia
durata
Il
cinema che va in vacanza, o per meglio dire, il cinema che manda in
vacanza il pubblico. A secondo dei punti di vista, il merito o il
difetto di un film come “Io che amo solo te” è quello di non far pensare
lo spettatore, distraendolo dai problemi del quotidiano con un
lungometraggio che racconta i colori, il mare e le persone di un’isola
che non c’è prestata a mo di cartolina alla storia di Marco e Chiara, i
quali, arrivati alla vigilia delle nozze si ritrovano a fare i conti con
i dubbi e le paure che precedono il giorno del matrimonio, quando, dopo
una serie di tira e molla sentimentali che in diversa maniera li ha
visti capitolare sotto il peso delle proprie responsabilità, si
ritrovano davanti all'altare con l'impressione di non rappresentare
l'idea che uno ha dell'altro. Come se non bastasse, a rincarare la dose
ci si mettono pure i rispettivi genitori che, in un valzer di rimpianti e
recriminazioni, trovano l'occasione per rispolverare quella promessa
d'amore a cui in gioventù non ebbero la forza di tenere fede.
Trattandosi
di una commedia sentimentale, e avendo a che fare con un regista
abituato a raccontare la versione agrodolce dei rapporti uomo donna,
tutto finirà per il meglio non prima di aver dato sfoggio al campionario
di tipologie caratteriali previste dal copione; che, in ordine di
apparizione vedono in prima fila l'inedita coppia rappresentata da
Michele Placido nel ruolo di Don Mimi, il padre di Marco e di Maria Pia
Calzone in quello di Ninella, la madre di Chiara, davvero in parte nel
gioco di specchi che li fa entrare in dialettica con la coppia
protagonista di cui diventano in qualche modo il modello da tradire per
arrivare alla felicità. Seguiti a breve distanza dalla gran cagnara di
famigliari parenti e amici che in questo tipo di film servono per
arricchire il cartellone di nomi e di volti in grado di soddisfare la
trasversalità del prodotto, in cui tra gli altri trovano posto la
prezzemolina Luciana Littizzetto nella parte della cognata brontolona e
ancora i "fidanzati per finta" Eva Riccobono e Eugenio Franceschini
che all'insegna dell'adagio "nessuno e' perfetto" diventano i
portabandiera di un film che si fa promotore di un sistema di valori
capace di aprirsi al nuovo senza rinunciare al buono che c'era prima.
Come testimoniano Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti, attori molto
contemporanei a cui Marco Ponti dona un look e un'ingenuità da poveri
ma belli.
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