Gianni Zanasi e' tornato, finalmente.
Lo attendavamo da tempo, l'Italia cinemaniaca ne aveva bisogno. E ritorna grazie ad una comemdia fresca e leggera, ambientata in Romagna ed animata da un ottimo cast, in cui spicca il sempre piu' preparato Valerio Mastrandrea.
La storia non e' tra le piu' originali, ma si presta ad una lettura nuova: si affrontano le crisi esistenzaili, le cirsi di famiglia, i rapporti tra fratelli, e il tutto e' declinato in un tempo nuovo, con un ritmo frizzante e divertito.
Si riflette, si scherza. Zanasi dipinge personaggi un po' fiabeschi e dai colori vividi, in una Rimini in bilico tra il soffice sogno e la disperazione della piu' estraniante noia di provincia.
E' una Romagna borghese quella che si intravede, ma dal cuore semplice e gioviale. Il padre di famiglia, piccolo industriale, e' un uomo che si e' fatto da se', che ama il proprio lavoro e la propria gente. E lo spirito industrioso e godereccio tipico della nostra terra traspare durante tutta la pellicola.
Valerio Matrandrea tende un po' a reintepretare se stesso, la sua romanita' lo tradisce, non sembra proprio un romagnolo, tuttavia questo non guasta il risultato finale. L'attore si muove ormai con grande disinvoltura sulla scena e questo e' dovuto molto alla sua esperienza nonche' al suo talento.
Gradita la presenza di Giuseppe Battiston, caratterista sopra le righe che potrebbe, per talento, reggere un film come protagonista, ma che dobbiamo riconoscere che in ruoli da non proagonista riesce sempre egregiamente nel proprio lavoro. Mi piaque tanto in pane e tulipani e agata e la tempesta di soldini e in la giusta distanza di Mazzacurati.
Anita Caprioli e' bella e luminosa.
Paolo Briguglia ritorna in un ruolo secondario che dipana con disinvoltura. Mi piaque in La terra di Sergio Rubini e in Ma quando arrivano el ragazze? di Pupi Avati, e in Non pensarci regala un tocco di regionalismo che giova alla pellicola.
Zanasi si avvale di attori di livello e li dirige con coerenza e mano sicura.
Molti i momenti di divertita ironia.
Una boccata d'ossigeno in quest'annata di cinema italiano assolutamente fiacca e senza nuove idee.
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