The Father – Nulla è come sembra
di Florian Zeller
con Anthony Hopkins,
Olivia Colman, Mark Gatiss
Francia, Regno Unito,
2020
genere: drammatico
durata: 97’
Strepitoso Anthony
Hopkins basterebbe come frase per riassumere “The Father – Nulla è come sembra”,
film di Florian Zeller vincitore di due premi Oscar, uno per la miglior sceneggiatura
non originale e uno, appunto, per miglior attore protagonista.
Una statuetta che va ad
aggiungersi a un’altra già in possesso dell’attore gallese che, con questa,
entra ancora di più nella storia, sia dell’Academy che della settima arte,
diventando, al momento il più anziano premiato.
Ma “The Father” non è
solo Anthony Hopkins. È anche una storia toccante, vera e autentica che
trasporta lo spettatore a metà strada tra la realtà e la “finzione”, non tanto
quella del cinema stesso, quanto quella della malattia che il protagonista
della vicenda ha.
Anthony (Hopkins) è un
uomo anziano e malato di alzheimer, per il quale la figlia sta cercando una
soluzione che possa mettere d’accordo le esigenze di tutti.
All’inizio siamo catapultati
davanti a personaggi e dinamiche che diamo per scontate, o meglio che crediamo
siano reali perché così ci vengono presentate. Presto. Però, con l’avanzare
della narrazione, scopriamo che, come il sottotitolo italiano ci aveva anticipato,
nulla è come sembra e che tutto quello che abbiamo visto fino a quel momento
non è la realtà, ma è solo “un punto di vista”. Così come lo è anche il
successivo, e quello ancora dopo. Alla fine ciò che emerge è che non esiste una
verità del tutto oggettiva. Si può solo ricomporla, prendendo elementi da una
visione e dall’altra. E ciò che ci permette di poter fare un’affermazione del
genere è un utilizzo incredibile del montaggio che mescola in maniera perfetta
momenti, stati d’animo e sensazioni dei vari personaggi che ruotano intorno alla
figura del protagonista.
I volti, i movimenti, le
parole si mescolano tra i vari interlocutori e, soprattutto inizialmente, mettono
in difficoltà anche lo spettatore stesso che si ritrova a interrogarsi
continuamente su chi sia veramente un determinato personaggio piuttosto che un
altro.
A fare da cornice ad un
film, quindi, scritto, girato e montato in maniera quasi completamente
impeccabile c’è un cast di tutto rispetto. Dal protagonista Anthony Hopkins,
citato inizialmente, impeccabile che, con questo personaggio, porta sullo schermo
probabilmente l’interpretazione della vita, alla sua coprotagonista Olivia Colman,
vincitrice dell’Oscar due anni fa per il suo ruolo ne “La Favorita”. Un Hopkins
che, mai davvero del tutto vincolato alla figura di Hannibal Lecter, che, però,
lo ha reso celebre al mondo intero, ha dato vita a una figura umana a 360°. Le
continue interruzioni delle frasi, l’incertezza di ogni parola e ogni singolo
gesto fanno percepire tutta la sua sofferenza. Una sofferenza che non si può
descrivere a parole. Una sofferenza personale e unica che il film prova a
spiegarci facendoci, in qualche modo, entrare nella mente dell’uomo. Straziante
e commovente, “The Father” è un’opera che fa della sua semplicità da più punti
di vista la sua forza. Pochi personaggi che si alternano ciclicamente e che,
seppur con pochi tratti, sono ben caratterizzati. Ma anche pochi spazi. Il
film, infatti, si sviluppa quasi esclusivamente all’interno di una casa, salvo
rare eccezioni. E, oltre ad essere utile ai fini della narrazione, è anche un elemento
apparentemente semplice, ma che conferisce complessità all’intero prodotto.
Chicca finale la musica di Ludovico Einaudi. Semplicemente perfetta.
Veronica Ranocchi