Diabolik
dei Manetti Bros.
con Luca Marinelli,
Miriam Leone, Valerio Mastandrea
genere: azione,
poliziesco, thriller, giallo
durata: 133’
Dopo una lunga attesa
finalmente è arrivata sul grande schermo l’ultima fatica dei Manetti Bros.:
Diabolik.
Un Diabolik che cerca di
avvicinarsi il più possibile al fumetto delle sorelle Giussani provando a
portare sullo schermo l’essenza del tenebroso protagonista. Le scelte apportate
dai due registi sono, infatti, molto particolari in determinati frangenti.
Provano a sperimentare e osare, ma, purtroppo, non vanno nella giusta
direzione.
La storia ruota attorno
alla figura del famigerato ladro di cui nessuno conosce la reale identità. Si
fa chiamare Diabolik e l'unica certezza è che chiunque abbia a che fare con lui
muore. All'insaputa di chiunque l’uomo vive sotto l'identità di Walter Dorian
in una elegante villa insieme alla fidanzata Elisabeth, completamente ignara
della sua doppia vita. Tutto cambia nel momento in cui in città arriva la bellissima
Lady Eva Kant, vedova del marito, che porta con sé il famigerato Diamante Rosa,
un preziosissimo gioiello su cui naturalmente Diabolik mette subito gli occhi. Dopo
aver conosciuto la donna ne rimane ammaliato e, con il suo aiuto, proverà a
impossessarsi del reale diamante, stando attento a non farsi catturare
dall’ispettore Ginko, costantemente sulle sue tracce.
A non convincere né gli
estimatori del temibile ladro né le nuove generazioni che hanno meno
dimestichezza con il protagonista sono vari elementi.
Se da una parte si può
ammirare il coraggio dei due registi nel cercare di attualizzare situazioni e
dinamiche degli anni Sessanta, epoca nella quale il fumetto è ambientato,
rimanendo fedeli a quel periodo, dall’altra le scelte narrative e stilistiche
sembrano andare in direzione opposta.
Il montaggio che alterna
sequenze statiche a sequenze più dinamiche non riesce a portare quella
sensazione di adrenalina tipica degli inseguimenti di Diabolik. Al contrario,
sembra renderlo quasi un eroe comico, ma soprattutto prevedibile nelle scelte,
nei dialoghi e nelle azioni. Un Diabolik privo della sua caratteristica
principale: quella di essere temibile e temuto. Ma anche quella di essere un
personaggio che va oltre tutti quelli che lo circondano. E, da questo punto di
vista, anche l’interpretazione di Luca Marinelli non rende giustizia al mistero
che aleggia intorno al protagonista. Una presenza sullo schermo, a tratti
spaventata, in grado di farsi “surclassare” dalla sensualità e dal magnetismo
della bella Eva Kant interpretata da una perfetta Miriam Leone, in grado di
riportare alla perfezione le caratteristiche della bella Lady sullo schermo. La
resa della bella Miss Italia è forse una delle poche note veramente positive e
soddisfacenti di un film che resta piatto e privo di quel qualcosa in più in
grado di renderlo un prodotto davvero riuscito.
E, visto che si parla già
di un secondo capitolo, non resta che rimanere in attesa di un prodotto che
sappia cogliere tutte le sfumature sfuggite al primo per sfruttarle nel
migliore dei modi possibile. Questo per rendere giustizia al leggendario ladro
del fumetto.
Veronica Ranocchi