giovedì, ottobre 28, 2021

RON - UN AMICO FUORI PROGRAMMA

Ron -Un amico fuori programma

di Sarah Smith, Jean-Philippe Vine, Octavio E. Rodriguez

USA, 2021

genere: animazione, commedia

durata: 106’

Il nuovo film della 20th Century Fox, presentato come evento speciale ad Alice nella città, è un film d’animazione che fa riflettere sul quotidiano, sul presente, su ciò che ci circonda e, soprattutto, sull’amicizia.

Al centro di tutto c’è Barney, un ragazzino delle medie che pensa di non avere amici e di non essere in grado di crearseli. Soprattutto considerando che vive in una società dove tutti i suoi coetanei hanno un Bi*bot, cioè un dispositivo digitale in grado di incamerare le informazioni di base di ognuno, memorizzare i principali interessi e associarli con le persone nel raggio di un determinato spazio in modo da trovare qualcuno con gli stessi punti in comune con il quale fare amicizia. Barney, purtroppo, non ha tale dispositivo e sembra essere l’unico. Questo finché il padre, super indaffarato col lavoro, ma stufo di vedere il figlio perennemente solo e triste, e la stravagante nonna non decidono di regalargliene uno per il compleanno. Peccato che si tratti di un esemplare caduto dal mezzo che lo stava trasportando e, quindi, “fuori programma”. Ron non è come tutti gli altri, ma ha quel qualcosa in più che riuscirà a conquistare Barney. E anche ogni singolo spettatore.

Con una strizzata d’occhio al “Big Hero 6” della Disney, “Ron – Un amico fuori programma” vuole aiutare a far riflettere sulla società odierna. I Bi*bot altro non sono che i social network di cui ormai chiunque fa uso e abuso, soprattutto i più piccoli. L’insegnamento di Barney e Ron è quello che si può fare amicizia anche senza ricorrere a questi apparecchi perché la cosa importante è la parola e la relazione diretta con un’altra persona. Per diventare amici bisogna conoscersi e per farlo bisogna farsi coraggio e buttarsi. Ed è proprio questo che fa Barney, inizialmente angosciata dalla ricreazione, per la quale arriva addirittura a coniare un nuovo termine. Lui è il diverso e quello additato dai compagni solo per il fatto di non essersi omologato alla massa. È vero, lui è il diverso. Ma lo è in senso positivo. Tutti dovremmo essere diversi come lui perché è proprio la diversità la caratteristica che ci contraddistingue e che ci permette di essere noi stessi.

Interessante, soprattutto per il pubblico dei più piccoli, il continuo dibattito tra i due protagonisti. Ognuno cerca di far valere la propria idea e la propria opinione, ma sempre cercando di arrivare a un punto di incontro, in modo tale da poter convivere serenamente proprio come due amici.

E, oltre al classico tema dell’amicizia e della crescita, c’è anche, come detto, quello sempre più attuale del sopravvento della tecnologia e di qualcosa che probabilmente presto non saremo più in grado di controllare o di gestire. Una riflessione che, in questo modo, si espande anche al pubblico più grande, mettendolo di fronte a quello che potrebbe essere un futuro neanche troppo lontano e utopistico.

Divertenti e curiosi, poi, i vari e famigerati “Easter Eggs”, cioè tutti quei riferimenti ad altri film della stessa casa di produzione, ma non solo. Uno su tutti, oltre ai social, indirettamente citati per tutta la durata del lungometraggio, è quello a Steve Jobs e all’origine della sua geniale idea. Così come il grande informatico ha creato la Apple, allo stesso modo sono stati ideati i Bi*bot dal suo inventore. Con lo stesso sguardo sognante e la speranza di aver creato qualcosa di bello da poter utilizzare solo a fin di bene e per far sì che l’umanità intera progredisca, i due geniali inventori realizzano, invece, qualcosa che, purtroppo, come spesso accade, verrà modificato per altri scopi.

L’importante, però, è arrivare alla stessa e unica soluzione: l’amicizia vince su tutto.


Veronica Ranocchi

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