Kraven – Il cacciatore
di
J.C. Chandor
con
Alessandro Nivola, Ariana DeBose, Russell Crowe, Aaron Taylor-Johnson
USA,
2024
genere:
azione, sci-fi
durata:
127’
Sarebbe
facile parlar male di un film come "Kraven - Il cacciatore", alla
pari di altri usciti per conto della Sony, destinato a deludere le attese dei
fan. Detto che ciclicamente generi e formati cinematografici, come succede a
prodotti e forme d'arte, sono destinati ad attraversare alti e bassi non c'è
dubbio che i film di Supereroi, dopo il clamoroso successo della trilogia degli
Avengers, - culminata con il trionfo al botteghino di "Avenger:
Endgame"-, stiano attraversando un momento di stanca, innanzitutto
creativa, laddove la volontà di architettare una cesura tra il prima e il dopo,
rappresentato dall'ultimo film dei Vendicatori, dando il via a un vero e
proprio restyling di storie, attori e personaggi, non ha ancora dato i frutti
sperati, tant'è che la "Casa delle idee" è tornata all'usato mettendo
in cantiere un nuovo lungometraggio dedicato al super gruppo.
In
acque peggiori versa la Sony i cui film - eccezion fatta per la trilogia di
"Venom" - dedicati ai villain dell'Uomo Ragno hanno fatto di tutto
per tenere i fedelissimi del genere lontani dalle sale. In tale contesto lo
slittamento dell'uscita nelle sale di "Kraven - Il cacciatore",
ultimo lungometraggio della casa di produzione giapponese rinviato di un anno
rispetto alla data prevista non era stato certo un buon segno.
Certo
è che film di J.C. Chandor ("Margin Call", "1981: Indagine a New
York") si affidava a credenziali produttive già note non solo nella scelta
di un regista/autore capace di bilanciare con uno sguardo
"indipendente" la presenza dei cliché necessari alla riconoscibilità
del format, ma anche a quella di coinvolgere nel progetto - come già successo
in passato con Antony Hopkins, Michael Douglas, Harrison Ford e questa volta
con Russell Crowe - icone cinematografiche incaricate di trasmettere al film
un'appeal trasversale in grado di intercettare anche un pubblico più adulto. Al
contrario, a interpretare il personaggio creato da Stan Lee e Steve Ditko nel
lontano 1964 era stato chiamato Aaron Taylor Johnson ancora in cerca del ruolo
della vita e qui chiamato a dare vita all'eccezionalità di un personaggio
costretto dopo il suicidio della madre a fare i conti con un padre padrone
(Crowe) che vorrebbe crescerlo a sua immagine e somiglianza e con il fratello
più piccolo che per tale ragione ne patisce carisma e personalità.
Questo
per dire di come "Kraven - Il cacciatore" avesse almeno in premessa
l'intenzione di volare alto facendo dei legami di sangue e del dissidio tra
padri e figli una specie di tragedia shakespeariana in cui l'azione doveva
essere conseguenza di quei conflitti. Cosa che così non è perché a venire meno
all'intento è proprio la personalità tormentata dei personaggi, troppo poco
elaborata per creare una vera drammaturgia, e con la figura del diavolo,
incarnata da un Russel Crowe ai "minimi termini", ridotta a comparsa
quando invece avrebbe dovuto essere - anche nel fuori campo - il fantasma che
aleggia sulla storia. In questo modo la differenza tra bene e male e
l'abitudine del protagonista a oscillare tra i due antipodi diventa nella
messinscena un fattore secondario (sebbene nel finale il fratello di Kraven ne
ribadisca l'importanza), relegato a intermezzo narrativo tra una scena d'azione
e l'altra.
Chiamato a raccontare
l'adesione dell'uomo al suo alter ego e dunque, alla visione di un mondo diviso
tra predatori e prede, la caccia di Kraven nel film di Chandor non riesce mai
ad essere epica né a diventare avventura, anche per quanto riguarda gli effetti
speciali, qui utilizzati in maniera tutt'altro che smagliante. Nati con la
prerogativa di essere un'esperienza da consumare necessariamente in sala, i
film Marvel di ultimissima generazione si sono trasformati in prodotti di
stampo televisivo proprio per la mancanza di quell'immersione sensoriale che anche
nelle regie più anonime - e quella di Chandor lo è - era in grado di dare senso
al costo del biglietto. In questa ottica l'ennesimo tonfo al botteghino (uscito
l'11 dicembre "Kraven - Il cacciatore" dopo una settimana non ha
ancora superato gli 800 mila euro di incasso rispecchiando i risultati del box
office americano) dopo quelli di "Morbius" e "Madame Web"
potrebbe accelerare un'auspicata inversione di tendenza.
Carlo Cerofolini
(recensione pubblicata su ondacinema.it)
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