Indiana Jones e il quadrante del destino
di James Mangold
con Harrison Ford, Phoebe
Waller-Bridge, Mads Mikkelsen
USA, 2023
genere: avventura, azione
durata: 154’
A distanza di 15 anni
torna sul grande schermo il mitico, il solo, l’unico e inimitabile Indiana
Jones interpretato da Harrison Ford che si mette in gioco e, nonostante la
“veneranda” età (ma con l’entusiasmo insito nel personaggio), veste nuovamente
i panni del professore archeologo.
In questo quinto capitolo
Indiana è alle prese con Helena, la figlia del suo amico Basil Shaw, nonché sua
figlioccia che, a causa del suo caratterino e delle sue doti geniali,
intraprende una vita, per certi versi, spericolata.
Indirettamente con la
scusa di “derubarlo” di un oggetto tanto misterioso quanto costoso, la giovane Helena
lancia un grido d’aiuto all’uomo che dovrebbe fare le veci di suo padre Basil,
venuto a mancare troppo presto. E Indiana comprende il pericolo nel quale la
ragazza sta incappando e decide di aiutarla, salpando insieme a lei e al fidato
Teddy, giovanissimo compagno di imprese, verso una nuova entusiasmante
avventura guidato dall’ormai iconica colonna sonora.
Un capitolo che, tra
citazioni, richiami alle opere precedenti e tanta avventura, segna il ritorno
di uno degli eroi più iconici del cinema degli anni ’80-’90, ma non aggiunge
niente di nuovo a quello che era stato già abbondantemente portato sullo
schermo dal grande maestro Steven Spielberg con i capitoli precedenti.
Una storia che, seppur
ricca di avventura, adrenalina, inseguimenti, si appoggia fin troppo sulla CGI e
sugli effetti speciali ampiamente usati (e abusati) per cercare di cogliere di
sorpresa lo spettatore e fare leva sull’effetto nostalgia.
I primi 20 minuti,
infatti, nei quali vediamo un Harrison Ford giovane come ai tempi dei primi
capitoli servono per introdurre la tematica e il filo conduttore del film, ma
mirano anche a colpire i fan di sempre del professore archeologo, in modo da
poter ricordare i tempi d’oro.
Con “Il quadrante del
destino” il professore riesce a compiere un’impresa per lui importantissima:
quella di poter viaggiare nel tempo. E noi con lui, tornando a celebrare un
mito mai davvero dimenticato e sempre nei cuori del pubblico, anche di quello
più giovane che si è potuto affacciare alla saga solo in un secondo momento.
Harrison Ford, che non ha
bisogno di esercitazioni per il suo Indiana, è una certezza, ma anche le new
entry contribuiscono ad arricchire e a non appesantire una storia non perfetta.
La Waller-Bridge si conferma un elemento divertente (e imprevedibile), come tutti
i suoi personaggi, ma anche Mikkelsen, nel ruolo del cattivo, sembra divertirsi
e rimanere in parte.
Nonostante le buone
interpretazioni e l’amore praticamente universale per l’eroe e per la saga, “Indiana
Jones e il quadrante del destino” chiude il cerchio, ma non in maniera troppo
convincente. È come se mancasse sempre qualcosa.
Le corse ci sono, l’adrenalina
pure, così come la paura che succeda qualcosa da un momento all’altro o che a
uno degli eroi capiti qualcosa, come, da sempre, ci ha abituati la saga, senza
risparmiare niente e nessuno. E ci sono anche i momenti più divertenti, spesso
legate ai momenti più iconici dei precedenti film, tra serpenti e insetti, ma
anche tra spade e armi da fuoco.
Sì, Indiana è tornato e appassiona,
ma, tra l’età, gli effetti speciali e la storia troppo “impostata” non riesce
ad andare oltre la semplice avventura.
Veronica Ranocchi
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