lunedì, giugno 26, 2023

ELEMENTAL

Elemental

di Peter Sohn

USA, 2023

genere: animazione, commedia, sentimentale, avventura, fantastico

durata: 103’

Si intitola “Elemental” il nuovo film Pixar che cerca di portare sullo schermo, ancora una volta, qualcosa di complesso, qualcosa che difficilmente è stato affrontato e qualcosa che difficilmente è stato affrontato in questo modo. Dopo le emozioni e l’anima, è la volta degli elementi, quali acqua, terra, aria e fuoco. E del loro difficile rapporto. Un argomento che ben si adatta all’animazione, in quanto forse l’unico genere degno e capace di trattare ciò senza scadere nel banale, nel semplicistico e nello scontato.

L’inciampo è dietro l’angolo e l’apparente semplicità del racconto è una trappola per la Pixar che, però, nonostante forse qualche inciampo, non cade mai e riesce sempre a rialzarsi e arrivare al traguardo nella maniera che da sempre la contraddistingue, venendo apprezzata da grandi e piccoli.

Con “Elemental” conosciamo Ember, una ragazza di fuoco che lavora nel negozio di famiglia, e Wade, un ragazzo “acquatico” che fa l’ispettore e controlla la sicurezza e l’idoneità degli edifici. I due si incontreranno nel negozio del padre di Ember proprio perché Wade è costretto a multarli. All’insaputa del padre la giovane cercherà, insieme al suo nuovo amico, di trovare una soluzione per mantenere in vita il negozio al quale il padre è affezionato a tal punto da non riuscire ad andare in pensione (anche a causa del temperamento, non a caso di fuoco, della figlia che non riesce ad avere pazienza con i clienti).

Una storia semplice, sia all’apparenza che nel profondo, ma che è usata come pretesto per raccontare qualcosa di più. Una serie di dinamiche ruota attorno ai due giovani protagonisti che, non solo per le proprie caratteristiche, ma anche per il proprio temperamento e il proprio modo di fare, sono agli antipodi. Tanto “incandescente” e impulsiva Ember, quanto riflessivo e calmo Wade, unico in grado di comprendere, fin da subito le vere intenzioni della ragazza, i suoi sentimenti e i suoi sogni. Nonostante sia lei la protagonista è, in realtà, lui la vera chiave di lettura del film. Wade è colui che fa il primo passo verso quella che è letta come una maggiore inclusività. Perché di questo si occupa principalmente il film della Pixar. In una città, Element City, dove vivono in maniera pacifica aria, acqua e terra, il fuoco non è ben visto per tutta una serie di ragioni. Per questo i genitori di Ember sono costretti a vivere ai confini del centro e creare, attorno a loro, un vero e proprio quartiere.

Per coronare il proprio amore, ma anche per dimostrare che i famosi “opposti si attraggono” Wade decide di compiere una serie di scelte coraggiose che, però, destano stupore negli altri e disapprovazione nel padre di Ember. Quello che è sempre apparso come impossibile da realizzare e assurdo anche solo immaginare è, invece, più semplice del previsto e Wade e Ember ne sono la prova “vivente”.

È innegabile, come anticipato, il richiamo ai precedenti lavori della casa di produzione che, per certi versi, sembra in una situazione di stallo. Così come è innegabile la prevedibilità della storia. Ma ciononostante “Elemental” riesce nell’intento che si è prefisso: quello di arrivare al cuore di tutti gli appassionati di questo tipo di animazione.

Ci sono tanti personaggi e tante dinamiche e molte di queste, però, non trovano abbastanza spazio. Proprio per la complessità del tema che meriterebbe sicuramente almeno un altro “capitolo”, anche per dare la possibilità a tutti gli elementi di esprimersi.

Pregi e difetti si contendono lo scettro di un film che comunque ha avuto il coraggio di parlare “apertamente” di qualcosa che in tanti altri titoli è presente, ma in maniera più sottile o senza scavare a fondo. La differenza, sia fisica che culturale, che si può leggere come uno sviluppo dell’immigrazione, è il perno attorno al quale ruota il film, ma è anche un elemento ben presente in tanti film, d’animazione e non, e che per la Pixar è diventato ultimamente quasi un must. Ma un must che ha tanto (ancora) da dire e quindi ben vengano altri “Elemental”.


Veronica Ranocchi

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