Anni da cane
di Fabio Mollo
con Aurora Giovinazzo,
Federico Cesari, Isabella Mottinelli
Italia, 2021
genere: drammatico,
commedia
durata: 97’
Presentato in anteprima
ad Alice nella città e adesso disponibile su Prime Video, “Anni da cane” è il
nuovo film di Fabio Mollo con un cast di giovani e giovanissimi.
Come indicato dal titolo,
il film si sviluppa a partire da un’idea un po’ bizzarra: quella di
considerarsi un cane e quindi calcolare la propria età come quella dell’animale
domestico. Per questo la protagonista Stella, dovendo compiere 16 anni, pensa
di doverne fare 112, come il suo cagnolino al quale è legata a seguito della
scomparsa del padre.
Dal quel momento la sua
vita è incasinata, a casa e fuori. Dentro le mura domestiche la madre si affida
ai tarocchi e la sorella di 18 anni la detesta. Considerando che pensa di
essere ormai con un piede nella fossa, Stella ha compilato una lista di cose da
fare prima di morire. Per completare il lungo elenco avrà, però, bisogno dei
suoi due migliori amici, Nina e Giulio. E poi anche dell’arrivo di Matte.
Una storia di formazione
che sembra avere tutti i presupposti per essere originale e diversa dalle
altre. Purtroppo, però, la direzione presa dal film è un’altra.
Visto e descritto come
una fiaba, il film gira intorno alla propria protagonista assecondandola in
tutto e perde di vista gli spunti iniziali. I personaggi secondari sono fin
troppo secondari e tutto lo sviluppo che potevano promettere fin dai primi
istanti rimane in superficie. Vengono chiamati in causa solo nel momento in cui
ci si riferisce alla protagonista.
Tematiche importanti,
come amicizia, amore, crescita e anche morte, sono trattati in maniera
“leggera” per adattarli a un pubblico teen o comunque molto giovane. Ma,
talvolta, sono fin troppo accentuati. Il malessere della protagonista è messo
in evidenza fin dal primo istante ed esibito per tutta la durata del film. Una
differenza sostanziale, quindi, tra “Anni da cane” e un film come “Sul più
bello” dove è presente una situazione di disagio, ma meno accentuata. Non si
pone l’attenzione sul malessere, quanto su quello che può alleviarlo.
Quella di Stella è una
corsa continua nella speranza di afferrare più elementi possibili, ma, al
contempo, questo ha un effetto contrario sullo spettatore che si perde e
disperde la propria attenzione e il proprio interesse su tutto il resto, senza
mai entrare davvero in empatia con la protagonista, con i suoi amici e con il
suo malessere.
Bravi gli interpreti, a
partire dalla protagonista Aurora Giovinazzo, al momento in sala con “Freaks Out”
di Gabriele Mainetti, convincente al punto giusto. Così come il cameo di
Achille Lauro nei panni di sé stesso a uno pseudo concerto per un compleanno.
Tanti anche i riferimenti
alla quotidianità che, soprattutto la generazione dei più giovani, riuscirà a
cogliere e apprezzare.
Sicuramente una commedia
carina e moderna, ma il rammarico è che, oltre a questo, poteva essere anche frizzante
e fuori dall’ordinario e non solo per un pubblico di giovanissimi.
Veronica Ranocchi
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