Inception
di Christopher Nolan
con Leonardo Di Caprio, Ken Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Ellen Page, Marion Cotillard
Usa, UK, 2010
genere, fantascienza
durata, 142'
Una grande montatura, un grattacielo costruito sulla sabbia. Se la bellezza di un film dipendesse dalle sue dimensioni allora questo sarebbe di sicuro un capolavoro. In termini di grandeur Inception non teme concorrenti o per lo meno si pone a livello dei grandi affreschi tecnologici prodotti dalla fabbrica del cinema: e se Di Caprio porta dentro al film un titanismo iconografico desunto dall’opera che lo ha reso famoso, e con lui Nolan ormai identificato dai più con l’eroismo enigmatico e tormentato di una maschera da fumetto (se mai c’è ne fosse bisogno c’è lo strillo del poster a rammentarlo), è tutto il film a ricordarci le dimensioni ipertrofiche di una costruzione architettonica che cresce su se stessa, moltiplicando livelli e spiegazioni, storie e paradossi, scenari apocalittici e performance attoriali, per non parlare dei rimandi cinematografici scelti in un contesto di consolidata fama cinefila.
Un caleidoscopio di forme e possibilità poggiate sulla scommessa più grande, quella di arrivare al dunque della nostra vita attraverso il percorso che più di altri sembrerebbe negarlo. Il sogno come flusso indefinibile eppure esistente diventa il motivo per un incursione spazio temporale capace di dare lustro all’ultima tendenza del cinema d’azione - i prossimi “Salt” e “Innocenti bugie” sono solo gli ultimi esempi di film globtrotter - ed allo stesso tempo di destabilizzare il racconto con stilemi che appartengono al noir e che vedono soprattutto nell’interiorizzazione della vicenda – un passaggio obbligato per una storia modellata sulle proiezione oniriche dei suoi personaggi-e nell’ingannevole rappresentazione di una visione sospesa e mutaforme, il loro punto di forza.
Per non dire della sottotrama sentimentale, ancora una volta nel cinema di Nolan negata a qualsiasi lieto fine e caratterizzata da figure femminili sfuggenti ed ingannevoli (Marion Cotillard con il suo fascino retrò è una dark lady politicamente corretta), costrette al sacrificio per alimentare le nevrosi di uomini distratti. Ma è proprio la volontà di vincere la scommessa su più tavoli a relegare Inception nella gabbia dorata del cinema blockbuster. Nel tentativo di armonizzare cinefilia ed intrattenimento Nolan si sbilancia a favore del secondo infarcendo la trama di spiegazioni, visive e letterarie, che spengono il potere evocativo dell’assunto, riducendolo ad un pretesto su cui imbastire ostentazioni di forza ed evoluzioni ipercinetiche. Nelle mani del regista le sinapsi oniriche diventano delle tavole sinottiche lacerate da suoni roboanti e scenari intercambiabili. Nulla è vero, tutto è permesso, come all’interno di un enorme videogame. Tanto se muori si ricomincia da capo.
di Christopher Nolan
con Leonardo Di Caprio, Ken Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Ellen Page, Marion Cotillard
Usa, UK, 2010
genere, fantascienza
durata, 142'
Una grande montatura, un grattacielo costruito sulla sabbia. Se la bellezza di un film dipendesse dalle sue dimensioni allora questo sarebbe di sicuro un capolavoro. In termini di grandeur Inception non teme concorrenti o per lo meno si pone a livello dei grandi affreschi tecnologici prodotti dalla fabbrica del cinema: e se Di Caprio porta dentro al film un titanismo iconografico desunto dall’opera che lo ha reso famoso, e con lui Nolan ormai identificato dai più con l’eroismo enigmatico e tormentato di una maschera da fumetto (se mai c’è ne fosse bisogno c’è lo strillo del poster a rammentarlo), è tutto il film a ricordarci le dimensioni ipertrofiche di una costruzione architettonica che cresce su se stessa, moltiplicando livelli e spiegazioni, storie e paradossi, scenari apocalittici e performance attoriali, per non parlare dei rimandi cinematografici scelti in un contesto di consolidata fama cinefila.
Un caleidoscopio di forme e possibilità poggiate sulla scommessa più grande, quella di arrivare al dunque della nostra vita attraverso il percorso che più di altri sembrerebbe negarlo. Il sogno come flusso indefinibile eppure esistente diventa il motivo per un incursione spazio temporale capace di dare lustro all’ultima tendenza del cinema d’azione - i prossimi “Salt” e “Innocenti bugie” sono solo gli ultimi esempi di film globtrotter - ed allo stesso tempo di destabilizzare il racconto con stilemi che appartengono al noir e che vedono soprattutto nell’interiorizzazione della vicenda – un passaggio obbligato per una storia modellata sulle proiezione oniriche dei suoi personaggi-e nell’ingannevole rappresentazione di una visione sospesa e mutaforme, il loro punto di forza.
Per non dire della sottotrama sentimentale, ancora una volta nel cinema di Nolan negata a qualsiasi lieto fine e caratterizzata da figure femminili sfuggenti ed ingannevoli (Marion Cotillard con il suo fascino retrò è una dark lady politicamente corretta), costrette al sacrificio per alimentare le nevrosi di uomini distratti. Ma è proprio la volontà di vincere la scommessa su più tavoli a relegare Inception nella gabbia dorata del cinema blockbuster. Nel tentativo di armonizzare cinefilia ed intrattenimento Nolan si sbilancia a favore del secondo infarcendo la trama di spiegazioni, visive e letterarie, che spengono il potere evocativo dell’assunto, riducendolo ad un pretesto su cui imbastire ostentazioni di forza ed evoluzioni ipercinetiche. Nelle mani del regista le sinapsi oniriche diventano delle tavole sinottiche lacerate da suoni roboanti e scenari intercambiabili. Nulla è vero, tutto è permesso, come all’interno di un enorme videogame. Tanto se muori si ricomincia da capo.
9 commenti:
Nolan è un genio, in un colpo solo è riuscito a scontentare tutti.
Ha fatto un film "ostico" per il pubblico rintronato dei blockbuster e troppo commerciale per il cinefilo un po' snob.
Personalmente non mi lascio condizionare dal fatto che sia un action movie tecnincamente ineccepibile che si permette anche di inserire certi tocchi autoriali che hanno reso grande il regista inglese.
Per me il film si fa apprezzare a prescindere da come lo si voglia catalogare (blockbuster d'autore? film d'autore commericiale?).
E poi io da sempre mi diverto di più coi film che tutti considerano di serie b (a prescindere dal budget) dal 1910 ad oggi...
Abbastanza d'accordo, ma secondo noi manca qualcosa a questo film che resta comunque fra le cose più interessanti del cinema USA degli ultimi tempi
http://www.40secondi.com/inception-cristopher-nolan/
Caro nickoftime secondo me il film vorrebbe essere labirintico, stratificato, ma sicuramente è la dimostrazione di come sia difficile coniugare una sceneggiatura complessa con le esigenze di un blockbuster.
Forse se Inception fosse stato realizzato a basso budget, il bravo Christopher Nolan avrebbe potuto sviluppare meglio l'idea di partenza del suo film evitando il doping commerciale a cui ha dovuto sottoporre la sua sceneggiatura.
Nonostante il film sia ottimamente confezionato e dalla grande spettacolarità visiva, al termine della pellicola, anche a causa di un finale freddino, si ha l'impressione di aver assistito ad un fantapolpettone.
Che mi dici dei paragoni fatti con Lynch? Io li trovo totalmente gratuiti. I sogni di Nolan e del suo Inception sono indotti, artificiali, controllati. Quelli del cinema di Lynch sono (dovrebbero essere) sogni-sogni .
Ciao Martin,
innanzitutto grazie per la schiettezza del tuo intervento da queste parti qualità molto apprezzata….premetto che ho apprezzato il cinema di Nolan a corrente alternata: mi sono piaciuti The following e Memento ed ho apprezzato l’ultimo Batman mentre sono rimasto deluso da “The prestige” e soprattutto da Inception…
Su quest’ultimo ti devo dire che dando un occhiata alla blogosfera Inception ha scatenato un plauso generale e parlando di numeri ti faccio l’esempio di “film tv” dove il film ha ricevuto fin’ora 66 opinioni di cui 41 positive, 12 sufficienti, 13 negative…per non parlare degli incassi stratosferici al botteghino, indice di un tam tam sicuramente positivo (oltrechè da un lancio pubblicitario ineccepibile)…
Sono d’accordo con tè quando dici che il giudizio del film non deve dipendere da certe categorie cinematografiche e che se questo succede siamo “forse” in presenza di un atteggiamento di tipo snobistico…mentre sul cinema di serie B so cosa vuoi dire perché nel sito abbiamo Fabrizio che oltre ad essere un esperto di questo genere è anche un accanito sostenitore di questo filone cinematografico….
nickoftime
40 secondi,
benvenuti in questo spazio e grazie per l'intervento...
complimenti per il vostro blog e per la recensione di Inception che individua nuovi spazi di analisi soffermandosi soprattutto sulla considerazione del cinema non più come "oggetto" ma come "soggetto vivo", capace di dialogare con il nostro io più nascosto...ovviamente io non sono riuscito a "sentire" tutto questo..per me Inception è rimasto oggetto di visione...trovo invece affascinante la vostra conclusione e rilancio l'intervento invitandovi a definire questa “splendida mancanza” che è il cinema…un saluto
nickoftime
..ciao Fabrizio,
mi pare di poter dire che la pensiamo allo stesso modo mentre per quanto riguarda Lynch mi sembra dica già tutto il paragone tra un cineasta ed un film...confrontarli equivale ad elevare il regista canadese ad "argomento"..direi piuttosto che Nolan è diverso da Lynch e rispetto ai loro film l'unica similitudine è la scelta dell'argomento...in Lynch non c'è teoria ma accadimento..manifestazione di immagini psichiche...chissa se sono stato chiaro?..spero di si
un saluto
nickoftime
mi insinuo in inception... un film che ha letteralmente spaccato le platee tra folli entusiasmi e una minoranza di imperterriti sostenitori del suo scarso valore. Moi, io faccio parte di questi ultimi...
L'unico elemento visionario è la città che si incurva fino a che il cielo diventa una strada. Diciamo 5 minuti in due ore di film.
Per il resto abbiamo combattimenti in assenza di gravità già visti in matrix e classici inseguimenti a rotta di collo. scene sulla neve riciclate da batman. eppure nolan è riuscito nell'intento di inserire nella maggioranza delle menti l'inception che inception sia un film visionario.
i livelli e il sogno nel sogno sono tenicismi fini a sé stessi che non entrano MAI nel mistero di una realtà startificta ma restano ancorati a rapporti di causa/effetto, decisamente prevedibilissimi. casomai ciò dovesse sfuggire allo spettatore non avvezzo, poco ci manca che ci abbiano messo i sottotili, tanto la maggior parte dei dialoghi sono la spiegazione letterale di ciò che sta succedendo e di ciò che succederà.
e arrivo a Lynch e alla domanda di Fabrizio che contiene una preziosa parentesi... quel "(dovrebbero essere) sogni-sogni". Ebbene non ho mai considerato i film di Lynch dal punto di vista onirico/sogno bensì come la capacità dell'autore (appresa con anni e anni di meditazione) di sbirciare al di fuori della linearità della dimensione in cui viviamo ma soprattutto al di fuori del nostro sistema di credenze precostituito. Forse nemmeno Lynch stesso riesce a dare un senso compiuto alle sue immense fantasmagorie o ad incasellare tutti i tasselli del mosaico... ma credo fermamente che, tra noi e Dio, ci sia un'infinita serie di livelli tra i quali trovano spazio le realtà lynchiane.. tra strade perdute, entità misteriose, vite precedenti e future, escamotages e/o miracoli, in engativo o positivo, loop del corpo e della mente, redenzione, liberto arbitrio o binario imprigionante...
e.... basta... qui mi fermo.. anche piuttosto soddisfatta di questo intervento corposo! :-)
Ciao cinefilante. Quando parlavo di Lynch non volevo spingermi cosi in avanti come hai fatto tu. Era mia intanzione stroncare sul nascere i paragoni tra i due autori e quindi sono partito dalla base:-))
per quanto riguarda le scene riciclate, per me provengono direttamente da Agente 007 al servizio di sua maestà (1969).
Grazie nick, direi che è proprio la stima che nutro per chi scrive in queste pagine a permettermi di esprimere esattamente quello che penso.
Dopo tutte queste discussioni su Nolan mi rendo conto di come sia variegato il campo dei suoi "estimatori": tra i tanti che hanno odiato Inception ce ne sono parecchi che giurano che The Prestige sia il suo capolavoro.
Anche questo penso sia un'indice dell'importanza di Nolan nel cinema americano contemporaneo.
Su Fabrizio invece sfondi una porta aperta.
Anche le poche volte che siamo in disaccordo riesce sempre a formulare interventi che mi fanno riflettere su particolari che non avevo nemmeno considerato.
Un saluto a tutti.
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