martedì, ottobre 05, 2010

SOMEWHERE

SOMEWHERE
Regia: Sofia Coppola


Johnny Marco (Stephen Dorff) è un divo hollywoodiano che risiede stabilmente nel tristemente noto Chateau Marmont di Los Angeles.
Trascorre le sue noiose giornate tra birra e sesso distratto.
Senza preavviso, la ex moglie Layla gli chiede di occuparsi della figlia undicenne Cleo (Elle Fanning), dovrà prendersene cura fino alla sua partenza per il campo estivo.
Johnny Marco possiede tutto quello che un giovane dei nostri tempi può desiderare: denaro, notorietà, auto veloci e belle donne disposte a tutto pur di averlo ospite nei loro letti.
Johnny però, vive la sua vita quasi narcotizzato, in maniera distratta, annoiato dal sesso e stordito da apparizioni televisive, manager ossequiosi e lunghi viaggi di lavoro, tutto questo accade non perché dedito ad alcool e droghe come consuetudine hollywoodiana vuole, ma semplicemente perché è depresso, ha smarrito qualsiasi interesse nei confronti della vita.
Sofia Coppola porta sullo schermo questa storia apparentemente stereotipata evitando accuratamente le smancerie e i dialoghi moralistici che di solito popolano questo tipo di film.
La regista italo-americana è brava a raccontare questa storia in maniera essenziale, senza enfatizzare, con una messa in scena scarna, aiutata nel compito dalla fotografia del bravo Harry Savides (il direttore della fotografia di Gus Van Sant).
La forza di Somewhere però è tutta qui. Un po' poco, non abbastanza per attrarre l'attenzione dello spettatore che rischia di annegare nel mare calmo della sceneggiatura che si riduce ad un susseguirsi di avvenimenti dallo scarso interesse senza mai imprimere un'accelerazione emozionale.
Non basta la sequeza d'apertura, dove la ferrari nera compie ripetutamente lo stesso percorso girando all'infinito sullo stesso anello d'asfalto a simboleggiare la strada senza uscita in cui è intrappolato il protagonista, né quella finale dove la strada si presenta lunga, diritta e soprattutto nuova come quella che ha intenzione di intraprendere.
Discorso a parte merita il siparietto dedicato all'Italia, o meglio alla TV italiana.
Simona Ventura (quella che ne esce meno peggio), Nino Frassica (come verranno tradotte le sue battute non sense?), Giorgia Surina (la macchietta di se stessa) e soprattutto Valeria Marini (qualcuno dovrebbe spiegarle il senso di termini come dignità e vergogna) escono con le ossa rotte da questa esperienza cinematografica.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Fabrizio,
..si è parlato molto di questo film e quasi sempre male...soprattutto dopo un avvenimento (la vittoria al festival di Venezia) che poco ha da spartire con la qualità del film...la tua analisi come sempre equilibrata mi sembra assegnarli una sufficienza priva di entusiasmo o mi sbaglio?...la Coppola è una regista che mi piace molto ma “Somewhere” non è riuscito ad appassionarmi...ho apprezzato il suo modo di sottrarsi alla retorica ed anche "l'invisibilità delle sue forme"..credo però che la componente emotiva sia stata diluita con un fluido dal peso specifico maggiore...risultando così incapace di sostenere tutto il resto….un saluto e complimenti per la bella recensione

nickoftime

PS su Somewhere la riflessione di cinemadadenuncia.splinder.com

Fabrizio ha detto...

Ciao Nickoftime, come ho scritto bisogna riconoscere a Sofia Coppola alcuni meriti ma che a mio avviso non bastano a dare a Somewhere la spinta necessaria perchè risulti veramente interessante (e ovviamente non mi riferisco all'aspetto commerciale del film). Se poi vogliamo fare di alcune sequenze azzeccate, di alcune buone idee, di passaggi realistici,l'asse portante del film è altro discorso. In questo caso però dobbiamo far finta di non aver visto: le sequenze che aprono e chiudono il film (fanno la stessa tristezza di una barzelletta a cui è necessaria una spiegazione); il corteo presidenziale che scorta J. Marco in Italia (che cozza con il decantato realismo del film); l'imbarazzante performance della compagine italiana (passi per gli altri, ma da Nichetti non me lo sarei aspettato); la realistica(?) facilità con la qualle le donne si offrono al protagonista. Un saluto.

Arwen Lynch ha detto...

Questo film sembra un passo falso, ancora non l'ho visto ma ho letto critiche piuttosto negative, vediamo quando lo vedrò ^^

Anonimo ha detto...

...ciao Arwenlynch,
benvenuta su questo spazio e grazie per l'intervento..hai ragione sulla quasi unanimita'ma proprio per rendere giustizia al film ti segnalo quella pubblicata da "cinemadadenuncia" che al contrario trasforma le nostre delusioni in altrettanti pregi...
aspettando la tua opinione un saluto da icinemaniaci..