IL CIGNO NERO - BLACK SWAN
Regia: Darren Aronofsky
Nina (N. Portman), ballerina del New York City ballet, è ambiziosa e molto competitiva.
Il regista e coreografo Thomas Leroy (V. Cassel), dopo aver licenziato la prima ballerina (W. Ryder) le affida il ruolo di protagonista in una versione del Lago dei Cigni.
Aronofsky dopo aver affondato la mdp nella carne martoriata di Mickey Rourke in The Wrestler (2008) torna con questo Black Swan, riprendendo in un certo senso il discorso iniziato nel film precedente, trasformando il ring in palcoscenico, e ammiccando, forse, a David Cronenberg.
Storia di rivalità artistica, della competizione all’interno di un mondo delimitato, di un morboso rapporto tra madre e figlia.
Nina è una ragazza che ha conosciuto solo disciplina e rigore, che ha visto la propria esistenza soffocata dall'ambizione e da una madre frustrata che ha riposto su di lei ogni aspettativa.
Cigno bianco o cigno nero, bene e male convivono nella mente malata di Nina, introversa e casta e allo stesso tempo allucinata e paranoica.
Thriller dai contorni psicologici, probabilmente (anche) una parabola sulla perdita d'identità.
Il Cigno nero deve qualcosa alla letteratura (Dostoevskij) e soprattutto a quel capolavoro assoluto che è La Pianista (2001) del maestro Michael Haneke.
Le scene esplicite(?) di sesso saffico (per i puritani statunitensi, che minacciavano il boicottaggio) hanno convinto i produttori ad investire solo 13 milioni di dollari (quando la Portman si è incrinata una costola, per pagare il medico da far arrivare sul set è stata sacrificata la roulotte in dotazione alla stessa attrice).
Qualche luogo comune sul competitivo mondo del balletto classico e sulla sessualità, non scalfiscono questo buon film che merita la visione.
Per gli amanti delle curiosità, la bravissima Portman piange anche in questa occasione.
5 commenti:
..per me uno dei film dell'anno con una grande interpretazione..del film così come del suo regista ne parlerò in apposito post ma intanto posso parlare di un equilibrio finalmente raggiunto tra forma e sostanza...
PS non avevo mai notato la tendenza lacrimosa della Portman
nickoftime
un film uscito dritto dai miei sogni più malati, oltre la soglia del capolavoro
la tua recensione riflette pienamente i miei punti di vista
Buona analisi, che ritengo di approvare.
La Portman è sempre di una bravura indiscutibile.
Ciò non toglie che in questo film non succede niente per 108 minuti.
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