martedì, gennaio 17, 2023

LE VELE SCARLATTE

Le vele scarlatte

di Pietro Marcello

con Juliette Jouan, Louis Garrel, Raphaël Thiéry

Francia, Italia, Germania, 2022

genere: drammatico

durata: 99’

Pietro Marcello torna al cinema con un nuovo film che, sulla scia del precedente “Martin Eden” parte dalle pagine di un romanzo.

Quella che attua il regista italiano è una rivisitazione del romanzo “Vele scarlatte” di Aleksandr Grin.

Siamo in Francia nel primo dopoguerra e Juliette è una giovane orfana di madre che vive col padre Raphaël, reduce di guerra. Questi, che conosce la figlia di ritorno dal conflitto, fa l’artigiano per guadagnarsi da vivere, lavorando quotidianamente il legno.

Nel frattempo la figlia cresce e, per tutta una serie di motivi, complice anche la sua indole di sognatrice, non è ben vista dagli altri abitanti del villaggio che la considerano una pazza in attesa delle “vele scarlatte” che una maga le predice arriveranno e la aiuteranno ad andare via. Tra le difficoltà economiche che continuano e la passione per la musica, Juliette continua a sperare nella “profezia” della maga finché finalmente un giorno si avvera, più precisamente quando un affascinante aviatore le piove dal cielo.

La rivalsa femminile è uno dei temi fondamentali del film del regista italiano. Juliette è la protagonista indiscussa e l’unica in grado di crescere e maturare. Se tutti gli altri personaggi rimangono letteralmente “intrappolati” nei loro corpi e nelle loro abitudini, Juliette cresce, cambia e si trasforma. È attraverso il suo personaggio e il suo cambiamento che riusciamo a percepire lo scorrere del tempo. Se da una parte può far storcere il naso allo spettatore più preciso e attento ai dettagli, dall’altra parte si può considerare come parte integrante della storia raccontata. L’emancipazione femminile e, più precisamente quella di Juliette, passa anche e soprattutto per questo, come una sorta di “prova concreta”.

Il canto, allo stesso tempo magico e liberatorio, è l’ “arma” di Juliette contro il mondo. Si tratta di qualcosa che, al contempo, la estrania dal resto del villaggio e la fa considerare una “diversa”, ma è anche l’elemento che le permette di raggiungere il proprio obiettivo e arrivare al traguardo tanto agognato delle “vele scarlatte”, metaforicamente incarnate dall’aviatore Jean.

E, a proposito di metafore, c’è da considerare anche quella tra l’aereo che porta con sé il “salvifico” aviatore e la gazza che si avvicina alla finestra di Juliette e alla quale lei si rivolge, quasi invocandola, tornando poi, in qualche modo, sulla questione mentre legge delle poesie e scrive musica.

Quindi cosa sono davvero le vele scarlatte?

Sono il traguardo, ma anche il sogno e l’obiettivo. Quello che Juliette tanto ardentemente attende e che arriva quando meno se lo aspetta. E, come nelle più classiche favole, ecco letteralmente piovere dal cielo ciò che la giovane tanto brama.

A fare da cornice alla storia di formazione (e d’amore) di Juliette c’è anche tutta la costruzione del villaggio e dei personaggi che lo abitano, senza dimenticare la maga, osteggiata da tutti, così come il burbero Raphaël che ha solo la colpa di non parlare e di dedicarsi notte e giorno al lavoro e alla figlia, unica cosa rimastagli. Di pari passo con la crescita di Juliette c’è una crescita delle opere realizzate dalle mani stanche e provate di Raphaël. Da piccoli lavoretti con il legno a giocattoli per la sua bambina fino ad arrivare a decorazioni per una barca. Una decorazione più che simbolica anche e soprattutto per il valore complessivo del film. Un’opera che lo spettatore vede come il traguardo di Raphaël che, probabilmente, nonostante il continuo silenzio e quella che sembra una mancata comunicazione con la figlia, capisce molto più di quanto possa far pensare e si lascia andare, sapendo la sua Juliette al sicuro, pronta non tanto a vedere le vele scarlatte, ma addirittura a salpare sull’agognata nave che viaggia sul mare proprio grazie a esse.


Veronica Ranocchi

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