Incastrati (s. 1-2)
di Ficarra e Picone
con Ficarra, Picone, Leo
Gullotta, Tony Sperandeo
Italia, 2022-2023
genere: commedia, giallo,
poliziesco
durata: 2 stagioni, 12
episodi, 30-40’ a episodio
È possibile far ridere e
far riflettere allo stesso modo e con la stessa intensità trattando argomenti
che di comico hanno ben poco? Evidentemente se vi chiamate Ficarra e Picone la
risposta è sì.
Sì, perché il duo comico
siciliano è riuscito ad avere successo anche nel mondo della serialità.
Cimentatisi con un prodotto completamente nuovo rispetto a quelli che li
avevano visti protagonisti precedentemente, sono riusciti a creare qualcosa di
riuscito, divertente e riflessivo.
Su Netflix sono, infatti,
disponibili le due stagioni della serie “Incastrati”, una sorta di giallo,
crime in chiave comica.
Salvo e Valentino sono i
due protagonisti di una vicenda che definire bizzarra è dire poco. Ma, allo
stesso tempo, risulta più verosimile di molte altre. I due sono tecnici tv che,
per una coincidenza, nemmeno troppo casuale, si ritrovano su una scena del
delitto. Nell’appartamento nel quale avrebbero dovuto fare una riparazione
trovano il cadavere del proprietario. Invece di chiamare la polizia e dire la
verità, forti delle numerose serie tv poliziesche che guardano (soprattutto
Salvo), decidono di nascondere le prove della loro presenza nell’appartamento e
fare finta di niente. Ma naturalmente niente andrà come sperato e tantissimi
legami e situazioni talmente ridicole da risultare quasi veritiere si
intersecheranno tra di loro per dare vita a un “mafia-movie” davvero spassoso
con continue sorprese e colpi di scena.
Questa la base per la
prima stagione, terminata con un cliffhanger degno dei più memorabili titoli
seriali. Ecco, quindi, che la seconda stagione era d’obbligo, anche per far
tornare tutti i tasselli al proprio posto e dimostrare che, nonostante le
stramberie, ciò che viene raccontato all’interno di “Incastrati” si avvicina in
maniera spaventosa alla realtà.
E, come solo poche volte
accade, ogni pezzo del grande puzzle della divertente serie va davvero al
proprio posto in una sconcertante e attuale narrazione che raccoglie, tra
citazioni e riferimenti, elementi da ogni angolo (cinematografico, televisivo,
cronachistico e molto altro).
In primis c’è la Sicilia
che, oltre a essere la terra natia dei due registi, sceneggiatori e interpreti
protagonisti, è anche il luogo che permette loro di sbizzarrirsi offrendo
panorami anche e soprattutto stereotipati e giocando proprio su questo.
Conoscendo a menadito il territorio i due sguazzano letteralmente da un luogo
all’altro, giocando tranquillamente in casa e scherzando e prendendosi anche
ripetutamente in giro, consci di essere i primi a potersi prendere gioco di se
stessi.
Al paesaggio, non solo
visivo, della Sicilia, vanno aggiunti, come in una ricetta che ha bisogno di
tutti i suoi ingredienti migliori, interpreti convincenti e mai sopra le righe,
per quanto possibile trattandosi di una serie che gioca proprio sull’andare
sopra le righe. Dai due mattatori Ficarra e Picone, l’uno la spalla perfetta
dell’altro, con tempi comici giusti, battute argute e pungenti sempre nel
momento in cui meno ci si aspetta, ai comprimari che vanno dalle “dolci metà”
alle nuove aggiunte della seconda stagione, come il piccolo e arguto Robertino.
Ma a non passare inosservati, soprattutto in una seconda stagione che rischiava
di lasciarsi oscurare dall’originalità della prima, sono Tony Sperandeo nel
ruolo di Cosa Inutile, braccio destro del “temibile” boss Padre Santissimo, che
balbetta tutte le volte che si trova a dire una bugia, e Leo Gullotta, un
procuratore Nicolosi da medaglia al valore che, con un monologo che è un chiaro
e ben congegnato omaggio, riesce a far emozionare e anche commuovere. Cosa non
di poco conto dal momento che si tratta di una serie comica.
Ma le lacrime di
commozione tornano subito a mescolarsi con quelle di gioia e di divertimento e,
insieme al mitico Sergione, unica e sola fonte attendibile di informazioni, lo
spettatore si lascia abbracciare e cullare da 12 episodi in totale nella
speranza che ciò che si vede sullo schermo possa essere visto anche sullo
schermo della quotidianità. Da rewatch immediato!
Veronica Ranocchi