La zona è il nome di un quartiere residenziale di una città senza nome ma assimilabile per i connotati di povertà ed anonimato a quelle che popolano il sud del mondo. Al suo interno vive una comunità che si è sottratta alla violenza degli indigenti ed alla corruzione degli organismi statali, grazie ad uno status speciale che gli assicura il privilegio di amministrarsi secondo regole proprie e fintanto che nessun fatto di sangue si verifichi al suo interno. La sua presenza difesa da un muro di cinta sormontato da filo spinato e sorvegliato da telecamere perennemente accese ne fanno un bunker inaccessibile e per i fortunati abitanti il luogo ideale per una vita asettica e sicura. In una serata umida e piovosa il destino decide di rimettere tutto in discussione, permettendo a tre balordi di introdursi all'interno della proprietà e dare vita ad un furto che si conclude in un bagno di sangue.
Di fronte alla possibilità di denunciare l'accaduto alla Polizia e rischiare di perdere i loro privilegi, il comitato d'emergenza decide di coprire l'accaduto ed eliminare anche l'ultimo malvivente che nel frattempo vive clandestino all’interno della Zona. Rodrigo Plà, regista messicano evita la retorica del raccontino sociologico, e ci presenta uno scenario a dir poco apocalittico, dove tutto è già accaduto: le disfunzioni di un mondo incapace di assicurare la dignità ed il diritto alla vita dei suoi abitanti non sono il frutto di un enunciazione pamplettistica inserità all’interno del racconto, ma si deducono dai comportamenti dei personaggi e dal modello di vita che si sono scelti. La Zona rappresenta in questo senso un modello di società orwelliana impostata sul controllo e sulla paura. Un sistema che si regge su un illusione di diversità che viene meno quando, per evitare di far trapelare l’accaduto, i nostri accettano il ricatto del funzionario della Polizia che minaccia di denunciare l’accaduto e poi reagiscono con una violenza che li macchia dello stesso peccato di quei desaparecidos dai quali erano fuggiti. E sarà proprio l’incontro con quella diversità, che nel film è sintetizzata dal rapporto tra il giovane protagonista, un rampollo di quella società, ed il coetaneo più sfortunato ad evidenziare, nel bene come nel male, quella mancata diversità ed insieme a minare l’idea di aggregazione che sta dietro al progetto della Zona. Plà affida il suo messaggio ad un linguaggio che procede in maniera lineare per quanto riguarda la narrazione ma si frammenta nello stile e nell’uso del formato cinematografico . Il risultato è un cinema che ha la facilità d’approccio ed a volte il didascalismo del filone mainstrem ma anche l’istinto del cinema d’autore: basti pensare al rigore delle inquadrature che non fanno nessuna concessione allo spettacolo ed alla capacità di mantenersi essenziale nell’esposizione del racconto. Niente male per un giovane esordiente.
1 commento:
caro nickoftime.. ma che piacere scoprire che oltre che su filmTv scrivi su questo blog... e beato te che nonostante il lavoro così impegnativo riesci a vedere tanti film e a fare così tante recensioni. è una vera sorpresa... chissà se ti ricordi di me.. ci siamo conosciuti circa un anno fa... il mio nick è marlucche...
complimenti.. veramente!
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