giovedì, febbraio 01, 2024

PARE PARECCHIO PARIGI

Pare parecchio Parigi

di Leonardo Pieraccioni

con Leonardo Pieraccioni, Chiara Francini, Giulia Bevilacqua

Italia, 2023

genere: commedia

durata: 96’

Una ripetizione o un’allitterazione? Con questa domanda può iniziare l’approccio al nuovo film di (e con) Leonardo Pieraccioni. Già da questo “inciampo”, voluto, nel titolo si intuisce la direzione del film. “Pare parecchio Parigi”, così come la storia vera dalla quale prende spunto, nonostante le buone intenzioni e delle trovate sempre efficaci, ha il difetto di girare su sé stesso senza uscire da dei veri e reali confini, siano essi quelli del territorio, quelli del gergo o quelli delle battute toscane.

Una storia vera ai limiti dell’incredibile quella dalla quale parte il regista e attore fiorentino. Gli ingredienti sono semplici: un padre malato (e quasi cieco) e tre fratelli, Bernardo, Giovanna e Ivana (Pieraccioni, Chiara Francini e Giulia Bevilacqua), che si sono persi di vista e che non vogliono avere a che fare con gli ultimi giorni di vita del genitore. Messi insieme e mescolati ben bene rappresentano la classica base di partenza per una storia che, in questo caso, si trasforma in un qualcosa a metà strada tra commedia e dramma, a differenza delle precedenti opere dello stesso Pieraccioni, intento solitamente (ed esclusivamente) a divertire.

Se il punto di partenza, come detto, risulta fin da subito efficace non lo è altrettanto lo sviluppo che rimane fin troppo in superficie, salvo poi arrivare all’ovvia riconciliazione che mette in mezzo, tra una gag e l’altra, e alcuni omaggi più o meno voluti, anche tematiche attuali (dal toyboy all’accettazione di sé e degli altri, tanto per citarne due).

Ma la solita verve comica del regista e attore qui tenta di fare un passo più lungo della gamba tanto da rimanere, per certi versi, ancorata al passato. Non a caso, infatti, si possono individuare elementi caratterizzanti i titoli che avevano e che hanno consacrato l’autore toscano: dalla scelta di alcuni interpreti ricorrenti, anche per brevi o brevissime apparizioni, al ruolo, sempre centrale, della famiglia, ogni volta sviscerato in maniera diversa, di pari passo con l’evoluzione umana del regista stesso. Ma non bastano per rendere “Pare parecchio Parigi” una commedia allo stesso livello delle precedenti. Forse è vero che si nota una sorta di punto di svolta, almeno negli intenti, da parte del regista, ma sono intenti opachi e appannati che, con l’andare avanti dei chilometri, si fanno sempre più pesanti e privi di una via d’uscita all’altezza delle premesse.

Ed è un peccato perché è indubbiamente un’ottima base quella di giocare su un viaggio immaginario contornato dalle fugaci ma divertenti incursioni di alcune comparse appositamente istruite da una delle figlie. Ma è un viaggio che sembra girare intorno e girare su sé stesso al pari del camper che ospita la strampalata e ritrovata famiglia. Da Nino Frassica, in un ruolo alternativo di padre burbero forse non troppo nelle sue corde, a un’esplosiva Chiara Francini, probabilmente la figura che emerge più di tutte, tra battute già memorabili e una cadenza unica. Passando per una Giulia Bevilacqua alla quale spetta il compito di riportare serietà e “rigore” al quartetto e alla storia in generale e per un Massimo Ceccherini nel ruolo del cattivo e maligno per eccellenza accompagnato da una bravissima Gianna Giachetti nel ruolo della madre, purtroppo entrambi troppo relegati e marginali.

Il tutto, come nella migliore delle tradizioni dei film di Pieraccioni, è contornato da una parentesi che serve al regista e attore per introdurre e contestualizzare, seppur in maniera alternativa, la sua tanto amata e usata voce narrante. Una voce narrante che, però, non riesce a destare troppo lo spettatore incastrato in un camper, o meglio in un maneggio, dal quale risulta difficile evadere per vedere Parigi.


Veronica Ranocchi 

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