E' bello guardare film di questa levatura senza esserne introdotti, poichè tutto è un disvelarsi lento, tutto acquista forma solo a poco a poco, restituendo una sensazione "generativa" di conscienza, quasi fisica.
Allo spetattore non si concedono che piccoli frammenti per volta, con i quali ricomporre l'immagine finale, proprio come accade durante un percorso di catarsi e di presa di coscienza privata.
Potrei accennare la trama, ma credo vi rovinerei una parte del film stesso, che va seguito e scoperto fin da subito, senza sapere chi lo animerà e quali storie ne costituiranno la matrice.
Ciò che mi è piaciuto di Franklyn è la prospettiva dei singoli personaggi sul mondo esterno e, in particolare, sul loro mondo interno.
Lo spetattore guarda come guardano i protagonisti. E tutto è mutabile. Nessuna certezza sembra esistere, nessuna logica è scontata nè adottabile. Eppure tutto ha un suo senso profondo.
E così ci scopriamo tutti quanti cittadini di mondi paralleli che con la realtà - quella diciamo condivisa dalla maggioranza della popolazione mondiale, nell'accezione comune - c'entra in parte e che forse sono la sostanza della stessa. Siamo vite sospese, che percorrono rette che possono incontrarsi oppure mai toccarsi, e viviamo nella ricerca di una verità nascosta, ferita, infranta, la cui assenza ci rende fragili e confusi.
La messa in scena è forte, a tratti molto spettacolare, e riassume in sè tutto quanto.
Franklyn, nel mio modesto parere, è prova mirabile di adattamento allo schermo di un storia non semplice da raccontare e soprattutto da mostrare.
Lo consiglio vivamente, sia per le ottime prove attoriali di Eva Green che per il cameo di Susanna York.
Il film credo sia passato quasi inosservato. vale la pena un recupero.
3 commenti:
Vale la stessa cosa scritta per SOFFOCARE anche se in questo caso il film lo devo ancora vedere.
aspetto le tue impressioni! su soffocare non hai scritto nulla. hai commentato dead man's shoes, forse volevi commentare soffocare :)
esattamente
Posta un commento