domenica, settembre 29, 2024

INTER. DUE STELLE SUL CUORE

Inter. Due stelle sul cuore

di Carlo Sigon

Italia, 2024

genere: documentario

durata: 90’

“Queste stelle sono per voi” così finisce (e in qualche modo inizia) il documentario di Carlo Sigon “Inter. Due stelle sul cuore” che celebra la vittoria dello scudetto numero 20 e, quindi, della seconda stella della squadra nerazzurra.

Il documentario, che ripercorre le tappe principali del raggiungimento della tanto agognata seconda stella, intervalla le immagini delle partite che hanno segnato, in qualche modo, uno spartiacque nel campionato 2023/2024 alle dichiarazioni dei protagonisti e di tifosi d’eccezione. Partendo dall’inizio del campionato il documentario di Carlo Sigon mostra, come in un libro diviso in capitoli, le partite chiave, sia in casa che in trasferta, ma soprattutto si sofferma sul forte e importante legame che si è creato tra i giocatori e tra tutto lo staff che ha ruotato e che ruota ancora intorno all’Inter.

Le prime parole del documentario vengono affidate a Marcus Thuram, a Milano dall’estate 2023, nonostante fosse stato adocchiato dalla squadra già l’anno prima (ma che a causa di un infortunio al ginocchio ha dovuto ritardare il suo arrivo). È lui a infondere la giusta dose di realismo e divertimento al documentario. Tra una risata e l’altra racconta l’atmosfera che si respira in casa Inter, di come è stato accolto con entusiasmo e di come si sia integrato fin da subito, trovando una vera e propria famiglia. In parte ad aiutarlo è stata la sua infanzia in Italia, per seguire il padre, anche se la capacità di adattamento è forse qualcosa di innato che lo contraddistingue.

Ma “Inter. Due stelle sul cuore” è molto altro. È un racconto preciso, seppur “ridotto” a un minutaggio adeguato, che si sofferma sui momenti salienti in quanto decisivi, soprattutto a livello emotivo. Sacrificando alcuni goal anche importanti, il documentario predilige un’analisi della tattica intesa come legame e affiatamento. Non è importante la partita (vinta o persa), è importante come la si è vissuta. Ecco che diventa, quindi, fondamentale la testimonianza di Nicolò Barella, reduce da un periodo tutt’altro che semplice in famiglia (solo accennato), che parla dell’importanza e della vicinanza dei compagni di squadra rivelatisi un vero e proprio sostegno e supporto.

L’andare a sviscerare i sentimenti e le emozioni dei protagonisti di quella che è (stata) una vittoria storica (aspetto che viene ripetuto più e più volte nel film, in maniera naturale, senza deridere o calcare la mano, ma semplicemente esponendolo come un dato di fatto) è ciò che contraddistingue il documentario da un semplice susseguirsi di immagini e video riassuntivi dell’intero campionato.

Anche la scelta di far parlare tifosi d’eccezione risulta vincente perché mostra da una parte umanità in coloro che sono “famosi” e un modo per sentirsi rappresentati in coloro che invece sono persone comuni. Il tassista che si ascolta le radiocronache durante gli spostamenti e i due cugini nati in famiglie milaniste che grazie alla dedizione di un nonno diventano interisti sono esempi lampanti di persone comuni che, in un modo o in un altro, si sono avvicinati alla pazza realtà nerazzurra e l’hanno sposata. Così come ha fatto anche qualcuno di meno “comune”, il regista Gabriele Salvatores che, da tifoso del Napoli, spostandosi a Milano, ha deciso non soltanto di lanciarsi nel cinema, ma anche, per il quieto vivere, di cambiare squadra (anche se la squadra e la mamma non si cambiano…) e scegliere quella che nei colori aveva un richiamo all’azzurro del Napoli. Ma sono tanti altri gli aneddoti nel documentario e avrebbero potuto essere ancora di più. Perché se da una parte la scelta di concentrarsi su poche figure, ma mirate, condensa il vero spirito della pazza Inter, dall’altra può apparire come un modo per non rendere degna giustizia a una tifoseria che, per festeggiare la seconda stella, ha letteralmente invaso una città con sfilate infinite fino a notte.

Un 22 aprile 2024 che gli interisti (e non solo) non dimenticheranno mai con quelle 22.43 impresse nella mente (e per molti sulla pelle, come “insegna” Dimarco) che sanciscono la vittoria del 20esimo scudetto, l’ottenimento della seconda stella, il tutto in una delle partite più sentite della storia: il derby della Madonnina.

Da capitan Lautaro all’idolo neroblu, nonché dj ufficiale Çalhanoğlu, passando per il determinato Frattesi, il “Matthieu francese” Darmian, lo scacchista Mkhitaryan e tutti gli altri giocatori, il documentario celebrativo riesce a dare il giusto spazio a tutti i protagonisti, nella misura in cui ognuno di loro ha contribuito all’ottenimento della seconda stella. Uno sguardo, ancora carico di adrenalina, da parte di una tifoseria speciale, la più pazza che ci sia.


Veronica Ranocchi

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