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L'opera prima di Clark Gregg, noto fin'ora come attore (I soliti sospetti, Sotto il segno del pericolo), mette in scena il tragicomico rapporto madre-figlio e i tormenti esistenziali di un medico fallito.
Victor Mancini è uno scapestrato sessuomane che sembra aver perso tutto e al quale forse la vita sembra non offrire più granchè; sotto la scorza di menefreghista e di eterno peter pan, si cela un figlio affettuoso molto legato alla controversa figura materna, che nemmeno gli abbandoni e la malattia possono mettere in ombra.
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Victor è tormentato da un trascorso famigliare infelice, ancora da metabolizzare e risolvere e in virtù di esso non riesce a costruire rapporti di amicizia/amore duraturi e soddisfacenti. Cresciuto senza un padre e seguito da una madre morbosa eppure assente, una madre che pare più una amica, da adulto si ritrova a fare i conti con una maturità che lo spaventa e rapporti umani da evitare o da scivolarci sopra.
Il film è un divertente ed allo stesso tempo toccante percorso di rinascita del protagonista, nella sua pur eccentricità ed originalità.
Io poi adoro Sam Rockwell e questo basta per farmi piacere il film.
Clark Gregg mette in scena con humor caustico e delicatezza un tema affrontato di frequente ma di non semplice gestione.
Gradevolissima performance di Angelica Huston, una delle poche attrici di commedia capace di sdrammatizzare tutta la grevità propria di personaggi complessi come questa madre.
Bè, dopo questa sbrodolata, almeno fatemi sapere se vi è piaicuto.
2 commenti:
Quando ho letto il libro, ho pensato che fosse veramente difficile trasportarlo in film. La visione mi ha annoiato abbastanza, salvo solo il grande Sam Rockwell.
Soffocare è riuscito nell'intento di normalizzare Choke di Palaniuck...purtroppo il film appartiene ad un modello di cinema indipendente targato Sundance che è diventato nella maggior parte dei casi pura maniera
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