In Wolke 9 Andreas Dresen mette in scena con garbo e consistenza un dramma familiare e insieme una bella storia d'amore. L'occhio è puntato su una generazione poco visitata dal cinema in generale, la così detta terza età. E qui si riscopre che l'essere umano, anche se stanco e consumato dal tempo, quando animato da mente vivace e da spirito positivo, non smette di viversi le proprie sensazioni ed i sentimenti più forti, non smette, in sostanza, di vivere.
La protagonista, Inge, ultrasessantenne, è una donna sposata con ancora molti interessi: canta in un coro di pensionate, segue con partecipazione la vita della figlia e continua in casa la porpria attività di sarta. Un giorno, per consegnare a domicilio un lavoro, incontra Karl, di 76 anni, e scatta qualcosa: la passione li travolge. Inge, turbata eppure felice, inizia un percorso di risveglio personel ed allo stesso tempo di grande espressività. Sente di volere ancora molto dal presente, dalle possibilità che le si propongono, di non voler cedere al tempo che passa, al corpo decadente che si lascia andare. Ed accetta con coraggio questa stravolgente nuova esperienza.
Inge, in poche parole, si rimette in gioco con tutta se stessa e a poco a poco emerge da lei la determinazione di non rinunciare alle passioni, alla fisicità, al brivido delle emozioni, solo perchè sta invecchiando. Con sua sorpresa percepisce che, nonostante tutto ciò che potrebbero pensare "gli altri, non si sente in colpa per questa vitalità. E anzi, la rafforza, le aiuta a guardare meglio se stessa e il il proprio matrimonio.
Al suo fianco si trascina un marito asciugato nella vecchiaia, stanco, depresso, disilluso, amorfo, diviso tra le solitarie letture e l'assistenza al padre quasi centenario ed infermo. I due coniugi condividono da tanti anni un rapporto consolidato, fatto di dialogo e ascolto, rapporto che però va in crisi quando Inge confessa il proprio tradimento.
L'incontro inaspettato con Karl risveglia in lei una passionalità profonda e il desiderio. E la trasforma agli occhi del marito, agli occhi di tutti, divenendo "una ragazzina sconsiderata". Ecco, "Settimo cielo" è un film sul desiderio puro, sulla bellezza del condividere con l'altro la magia della passione e della sensualità. Anche a quella età. E soprattutto è un film sugli stereotipi e sulla difficoltà generale ad accettare che anche odpo i 70 anni si può avere voglia e bisogno di passione e di una vita sessuale attiva e appagante.
Il film ha fatto molto parlare di sè al festival di Cannes. Molti hanno trovato riprovevole il mostrare scene di sesso tra anziani. Ma Andreas Dresen lo fa con delicatezza e struggimento, nulla risulta volgare o grottesco. E il film si rivela coraggioso perchè ci guarda per come siamo, per ciò che saremo, anime in cerca di felicità e di bellezza, anime che vivono nonostante tutto. E' solo dopo aver vissuto veramente che si può lasciare questa vita.
Per me è un bel film.
Voto 8
4 commenti:
Non l'ho visto.
Da designer, dico solo: cavolo, bel manifesto. Bel trattamento tipografico.
ciao CyberLuke, hai ragione, la locandina è proprio ben fatta, ha colpito anche me :-)
Vero, è molto bello.
Da recuperare
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