di PARSEC
Scheletri nell’armadio e fantasmi del passato tornano a perseguitare la cazzutissima hacker Lisbeth Salander che con l’ostinazione della bestia ferita si barrica dentro il suo cuore-marmo-di-carrara senza mostrare il minimo segno di cedimento di fronte ai super cattivi i quali solo vagamente scalfiscono la sua scorza dura di vittima risentita e risoluta giustiziera.
Amorevolmente ma poco efficacemente sorvegliata a distanza dall’amico giornalista-custode, subisce senza battere ciglio la sua massiccia dose annuale di maltrattamenti tanto feroci da spezzare Rambo ma non la nostra eroina sempre più dark che, nonostante il destino avverso e un corpicino da teenager, mai presta il fianco alla scioglievolezza di lindor e dunque investiga, si nasconde, scappa, si traveste (ad un certo punto e senza una ragione mostra un trucco al viso che ricorda l’ultimo joker in batman) le prende e le dà, soffre e soprattutto fuma troppe sigarette, non ride mai e ha sempre gli stessi vestiti da fan dei Cure.
In questo secondo episodio della trilogia sono cambiati regista e sceneggiatori e si sente. Mancano quella bella atmosfera alla Chandler e la compattezza narrativa che avevano fatto del precedente un buon film di genere. Qui siamo alla fiction tv. Il film è zoppo: forse gli autori confidano che il pubblico si appoggi al ricordo del prequel non tanto ai fini della storia quanto per attingere ad emozioni che qui mancano. È brutto: non c’è coinvolgimento, non ci sono paura, suggestione, suspense, orrore, la storia che sulla carta dovrebbe essere intrigante diventa banale e meno emozionante dell’ ‘ora esatta’ che davano una volta sulle reti rai. Insomma, sembra che regista e sceneggiatori abbiano deciso che sarebbe stato il pubblico a fare tutto il lavoro al posto loro e il risultato è la noia: mentre Uomini che odiano le donne era autonomo, questa Ragazza che gioca col fuoco puzza di film di transizione (non c’è nemmeno il tempo fisiologico del finale dopo il momento topico del film), non aggiunge niente a quello che già sapevamo e non riesce nemmeno a creare un alone mitico, anche solo per accumulo e ridondanze, intorno al personaggio protagonista che al contrario cade più volte nel grottesco.
Voto 4
3 commenti:
Sono contento.Leggendo la tua bella e ironica recensione mi rendo conto di aver fatto bene ad evitarlo.
Concordo con quanto hai scritto, una vera e grande delusione. Vedremo se vedrò al cinema il terzo episodio.
deludente, a tratti weirdo. bella la tua recensione. dopo questa visione mi accorgo di non attendere per niente la terza puntata.
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