Con il suo corpo sghembo e con una mimica assecondata dall’eccesso estetico –
questa volta è la barba a fare la differenza – Baron Cohen come al solito
non risparmia nessuno riuscendo a coinvolgere con uno spettacolo tiratissimo
(solo 90 minuti, un record di questi tempi) tutto e tutti, dai media messi alla
berlina simulando una diretta in cui due giornalisti si impegnano a dare senso
alla gestualità spaesata e molto sciroccata del sosia del sovrano, allo Star
System messo in mezzo quando dopo una notte d’amore a pagamento con XXXX la
telecamera si sofferma su una parete tappezzata dalle foto di altrettante
conquiste provenienti da quel mondo, alla natura stessa del potere preso in
giro dall’inizio alla fine con una serie di battute fulminanti in cui razzismo,
misoginia e gusto del paradosso la fanno da padrone. Una capacità di fare
ridere che si potrebbe racchiudere nel gesto con cui il sovrano indica ai suoi
sgherri di tagliare la gola di chi non l’aggrada. Un movimento che diventa
riflesso incondizionato, e che ricorda per tempismo ed ironia il saluto nazista
del dottor stranamore di Stanley Kubrick. Un paragone forse eccessivo ma che
serve a sottolineare le potenzialità di un attore pronto per il salto di
qualità definitivo.
sabato, giugno 30, 2012
Il dittatore
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2 commenti:
Film troppo aggrovigliato di cose elencate come da tv (non vorrei esagerare). Ho trovato un paio di situazioni (almeno per me) sovrabbondanti e quasi inutili. Comunque una seconda volta chiarirà le idee (a me) e spero... Un saluto
..non è un film esente da pecche..anzi, però secondo me ha il pregio di riuscire a graffiare e nello stesso tempo a scorrere via con una certa fluidità..
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