domenica, luglio 29, 2018

SENZA SANTI IN PARADISO

Senza santi in Paradiso
di David Lowery
con Rooney Mara, Ben Foster, Casey Affleck, Keith Carradine
Usa, 2013
genere, drammatico
durata, 105’

La Fondazione Cineteca Italiana ha presentato dal 24 al 30 luglio 2018 due inediti in Italia del giovane regista americano David Lowery: “Senza santi in Paradiso” e “A Ghost Story”. https://www.cinetecamilano.it/rassegna/david-lowery



Il giovane regista David Lowery è conosciuto in Italia solo dai cinefili, visto che i suoi film hanno avuto una pessima distribuzione in Italia. Autore di innumerevoli cortometraggi, cresciuto professionalmente in Texas (dove si è trasferito con la famiglia fin dall’infanzia), ha diretto solo quattro lungometraggi: “St. Nick”, proiettato solo in qualche festival americano; “Senza santi in Paradiso” che ha avuto il suo debutto alSundance Festival e distribuito in Italia direttamente in home video; “Il drago invisibile”, unico film uscito nelle sale nazionali; e, infine, “A Ghost Story” che ha avuto la stessa sorte della sua seconda opera. Nel frattempo, Lowery ha terminato di girare “The Old Man & the Gun” con Robert Redford che uscirà nelle sale statunitensi nell’autunno di quest’anno.
“Senza santi in paradiso” narra la storia d’amore di due giovani, Ruth Guthrie (Rooney Mara) e Bob Mooldon (Casey Affleck) piccoli rapinatori che dopo un colpo finito male e una sparatoria finita nel sangue vede Bob imprigionato, mentre Ruth, incinta, viene discolpata dal suo compagno, pur avendo ferito un vicesceriffo.
Lowery oltre a dirigere, scrive e a volte monta le sue opere, facendone un autore a tutto tondo con una sua specifica poetica estetica e contenutistica. Si circonda sempre dei soliti collaboratori e utilizza, quando può, anche gli stessi attori: infatti, la coppia di “Senza santi in Paradiso” è anche protagonista in “A Ghost Story” e Ben Affleck partecipa anche all’ultimo film di Lowery.
Le tematiche di Lowery convergono sulla narrazione di piccoli personaggi, per lo più giovani, della loro ricerca di un mondo migliore, di un loro posto nella vita, nella ricerca di una felicità fatta di momenti dove l’amore tra uomo e donna trascendono lo spazio e il tempo. Il ricordo di una vita migliore (im)possibile a ogni costo si frantuma contro un destino ineluttabile che termina o inizia con la morte di un personaggio principale.


Stilisticamente, Lowery ama riprendere i propri personaggi in primi pianti intensi, prediligendo i long take per bloccare il tempo all’interno dell’immagine filmica, dove la macchina da presa diventa testimone di eventi ineluttabili, con l’utilizzo di flash back e flash forward sempre in forma diegetica e mai narrativa, facendone opere completamente postmoderne.
“Senza santi in Paradiso” risente dell’influenza del grande regista texano Terrence Malick, in particolare “La rabbia giovane” e “I giorni del cielo”, non solo per la storia narrata, ma anche per l’utilizzo di una fotografia dai colori desaturati, da una luce naturale che pervade i corpi e gli oggetti, avvolgendoli in un alone di indeterminatezza temporale ed emotiva.


Pur essendo ancora un’opera che derivativa, Lowery dà prova di avere una capacità della messa in scena fuori dal comune e una chiara ricerca personale che lo porterà a prove più originali e autonome (come “A Ghost Story”). “Senza santi in Paradiso” si avvale poi di interpretazioni partecipate e piene da parte di Ben Affleck e di Rooney Mara che danno valore aggiunto. Ma anche gli attori comprimari come Ben Foster (il vicesceriffo che si innamora di Ruth) e di Keith Carradine (il tutore dei ragazzi) recitano in modo essenziale, per sottrazione, più con lo sguardo e i gesti delle mani e del corpo, provando una capacità innata da parte di Lowery nella direzione degli attori.
“Senza santi in Paradiso” rivela un autore da seguire con attenzione e ci auguriamo che in futuro abbia maggiore fortuna nella distribuzione nelle nostre sale per un pubblico che si merita di vedere bei film.

Antonio Pettierre

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