Pieces of a woman
di Kornél Mundruczó
con Vanessa Kirby, Shia
LaBeouf, Molly Parker
USA, Canada, 2020
genere: drammatico
durata: 128’
Presentato alla mostra
del cinema di Venezia “Pieces of a woman” è il primo film americano per il regista
ungherese Kornél Mundruczó.
La storia è quella della
giovane Martha che, insieme al suo compagno Sean, aspetta una bambina. Il film,
scandito da alcune date che mostrano allo spettatore lo scorrere del tempo,
inizia con la donna ormai in procinto di partorire che ha deciso di dare alla
luce il figlio in casa. Ad aiutarla l’ostetrica Eva, inviata in sostituzione di
quella con la quale avevano accordi che, a causa di un contrattempo, non ha potuto
assistere la giovane coppia. Per un presunto errore da parte della nuova
ostetrica il parto ha un esito tragico e il lungometraggio si concentra sull’elaborazione
del lutto da parte della giovane coppia e su tutta una serie di dinamiche che
si vengono a creare a seguito di questo fatto.
Se da una parte vediamo
le rivendicazioni da parte di molti, esterni alla vicenda, subito pronti a
puntare il dito verso l’ostetrica o comunque a cercare di ottenere vendetta,
dall’altra notiamo un cambiamento progressivo in Martha che cerca di interrogarsi
e di comprendere le ragioni che l’hanno portata a questa situazione.
La giovane, interpretata
da una superba Vanessa Kirby, riesce ad “insinuarsi” nel pubblico e a renderlo
partecipe della sua sofferenza. Magnifico, a tal proposito, il piano sequenza iniziale
attraverso il quale veniamo catapultati all’interno di un parto, tutt’altro che
semplice, e lo facciamo non da spettatori passivi, ma quasi da personaggi
vicini alla protagonista. La sua sofferenza è anche la nostra, le sue paure
sono anche le nostre e le sue reazioni sono anche le nostre. La grande capacità
dell’attrice risiede proprio in questo, nel mostrarsi completamente alla
macchina da presa.
E la sua sofferenza
continua per tutta la durata del film, spesso in un silenzio estenuante ed
esasperante che non fa comprendere a chi la circonda quello che le passi per la
testa e perché reagisca in un certo modo piuttosto che in un altro. In realtà
Martha sta metabolizzando l’accaduto e sta cercando di reagire in una maniera
il più razionale possibile.
Ma il “Pieces of a woman”
del titolo non fa riferimento solo e soltanto a Martha. Perché non è solo lei
la vittima dell’intera storia (oltre alla bambina, naturalmente). Anche Eva, l’ostetrica
accusata immediatamente da chiunque di essere la responsabile della morte della
piccola, deve sottostare ad un processo mediatico e reale che la vede diventare
il capro espiatorio dell’accaduto.
Un film forse a tratti
lento, ma che fa leva sulle prove attoriali dei protagonisti, in particolare
quella di Vanessa Kirby, per la quale l’attrice britannica ha già ottenuto più
che meritatamente la Coppa Volpi a Venezia e ha messo la sua firma in vista dei
prossimi Oscar, per i quali è praticamente d’obbligo una candidatura.
Una travolgente storia di
emozioni che spesso si sofferma con attenzione su dettagli apparentemente
insignificanti, ma che aiutano la comprensione di tanti aspetti. Una regia che
accompagna il pubblico e gli interpreti e lo fa scavando a fondo, ma senza dare
giudizi di nessun tipo.
Una buonissima prova
sotto tutti i punti di vista.
Veronica Ranocchi
1 commento:
Un film molto coinvolgente, che ti fa entrare in totale empatia con la sua protagonista anche e forse soprattutto grazie alla magnifica interpretazione della Kirby.
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