Cruella
di Craig Gillespie
con Emma Stone, Emma
Thompson, Joel Fry
USA, 2021
genere: commedia,
drammatico
durata: 134’
Il primo grande
blockbuster dalla seconda riapertura delle sale è Disney. La Cruella
interpretata da Emma Stone ha, quindi, un doppio compito: non solo quello di
divertire, ma anche quello di portare in sala una grande fetta di pubblico,
grande e piccolo. E sembra proprio che entrambi i compiti siano (stati) portati
a termine. Questo anche grazie al target al quale è rivolto: grandi e piccoli.
Da una parte l’attrazione dei giovanissimi nel vedere una storia a metà strada
tra realtà e finzione; dall’altra parte la curiosità del pubblico più adulto
che ha vissuto in prima persona il successo del classico Disney dal quale è
stato estrapolato l’iconico personaggio qui protagonista. Un successo di
pubblico e non solo, ufficializzato dalla conferma di un sequel.
La storia è quella di
Crudelia, dalla sua infanzia all’età adulta. Sviluppata nella Londra degli anni
’60, la vicenda ruota attorno alla piccola Estella, da sempre “anticonformista”
e in grado di distinguersi dagli altri sotto tutti i punti di vista. Placata, in
parte, dalla madre la giovanissima Estella cresce con la passione per la moda,
l’eleganza e il buon gusto. Ma proprio questo, indirettamente, la porta a perdere
la madre durante una serata di festa. La giovanissima protagonista, insieme al
suo fidato cane, si imbatte in due piccoli ladruncoli, anch’essi orfani che
ogni giorno devono procurarsi cibo e sostentamento compiendo qualche atto
criminale. Estella decide di “allearsi” a loro per poter vivere in compagnia di
qualcuno. Subito dopo si è catapultati in avanti nel tempo con una Estella
cresciuta e sempre più sicura di sé che prosegue la sua vita al fianco dei due “ladruncoli”
Jasper e Horace.
Ed è proprio grazie al primo
che riesce ad ottenere un posto di lavoro nel campo della moda. Da questo momento
per Estella iniziano a susseguirsi una serie di dinamiche che, nel giro di poco
tempo, la portano a cambiare completamente diventando Cruella. A seguito, poi,
di alcune scoperte sconvolgenti la giovane è costretta a compiere delle mosse
che non avrebbe voluto.
La ricostruzione ipotetica
della vita di una delle cattive Disney più amata di sempre riesce. Nel
complesso, tra personaggi, background e scelte narrative il film conquista.
Naturalmente ad emergere
particolarmente sono i costumi e la riuscita rappresentazione della Londra di
quegli anni, ma gran parte del merito del successo va alle sue protagoniste
femminili. Le due Emma, Stone nei panni di Cruella, e Thompson, nei panni della
Baronessa von Hellman, catturano il pubblico e lo attraggono.
Due interpretazioni letteralmente
ipnotiche che, aiutate da degli effetti speciali non sempre al top, ma comunque
efficaci conquistano tanto i più piccoli quanto i più grandi.
Una Emma Stone in grado di
sbalordire sempre più, sia nei panni di Estella, personaggio sopra le righe, ma
con una parvenza di realtà che, pur distinguendosi dagli altri, cerca di ancorarsi
alla normalità del mondo che la circonda, sia nei panni di Cruella, più “spietata”
nel senso di modo di porsi. Cruella è più intraprendente, più decisa nelle sue
scelte, non ha paura di osare e mostrarsi agli altri per quello che realmente
è. Ecco perché anche lo stesso personaggio afferma più volte di dover cercare
di reprimere l’una o l’altra. E la bravura di Emma Stone risiede proprio in questa
capacità di bilanciare perfettamente queste due parti uguali e contrapposte
allo stesso tempo, intrinseche nella stessa persona. A farle da spalla, al di
là dei due orfani, c’è indubbiamente una Emma Thompson che dimostra ancora una
volta di riuscire a calarsi perfettamente ed essere sempre a suo agio in qualsiasi
tipo di personaggio e interpretazione. Non semplice anche il suo ruolo, quello
di una donna incompresa e che cerca di emergere e primeggiare in ogni situazione;
una donna che non accetta fallimenti o imprevisti e che, invece, si ritroverà a
fronteggiare un pericolo enorme avendo a che fare con Cruella.
Una narrazione semplice e
lineare che tende ad umanizzare la protagonista per cercare di far comprendere
il perché del suo comportamento e delle sue scelte. E questo è forse, in parte,
un errore perché si tende, poi, a empatizzare fin troppo con lei e non definire
bene i confini. Dare una spiegazione in questi termini del comportamento di un “cattivo”
Disney non è sempre corretto. Dall’altra parte, però, c’è da dire che la
struttura parte da una base già di “cattiva”, nel senso che la parte di Cruella
è già presente nella piccola Estella, che fin da piccola ha connotazioni e
tratti da “alternativa”.
Un prequel che spiega la vita
di Cruella e che anticipa quello che sarà e che aspettiamo impazienti di vedere
nel sequel già annunciato del film.
Veronica Ranocchi