sabato, gennaio 08, 2022

LA CROCIATA

La crociata

di Louis Garrel

con Louis Garrel, Laetitia Casta, Joseph Engel

Francia, 2021

genere: commedia

durata: 67’

Prendendo spunto da un’idea di Jean-Claude Carrière, che firma la sua ultima sceneggiatura, Louis Garrel, regista e attore protagonista, realizza una breve commedia che aiuta a riflettere su un problema sempre più attuale e sempre più preoccupante.

“La crociata”, in concorso al Festival di Cannes e presentato anche ad Alice nella città, è il nuovo lungometraggio, anche se la durata è di poco superiore a un’ora, del figlio d’arte francese, ma amante dell’Italia. Il marito di Laetitia Casta, insieme alla consorte, è il protagonista di una commedia familiare che poi diventa, in qualche modo, universale.

Abel e Marianne sono i genitori del piccolo Joseph e sembrano condurre una vita abitudinaria come tante altre famiglie. Questo finché un giorno Abel non si accorge che il figlio non è più in possesso del proprio monopattino. Dopo avergli chiesto spiegazioni i genitori vengono a sapere (e a scoprire) che il ragazzino ha venduto alcuni dei loro averi in modo da ottenere soldi per pagarsi un viaggio in Africa da sostenere insieme ad altri suoi coetanei, provenienti da tutto il mondo e non solo dalla Francia, con lo scopo di salvare il pianeta. O almeno tentare di farlo. Il loro obiettivo iniziale è quello di creare un mare nel deserto del Sahara. Riusciranno a compiere questa enorme impresa?

Una commedia che, come dichiarato dallo stesso Garrel, nasce prima di tutto il movimento mediatico che la problematica ha avuto e sta avendo in quest’ultimo periodo grazie alla dedizione, alla forza di volontà e al coraggio di Greta Thunberg. Nonostante ciò, però, il regista ha deciso comunque di inserire la presenza dell’attivista svedese nella propria opera per dare credibilità e attualizzare ancora di più la vicenda.

A emergere, al di là della forte tematica centrale, è anche la dinamica familiare e i rapporti tra i personaggi. Da una parte il rapporto tra Abel e Marianne e il diverso approccio dei due alla vita che li circonda e nei confronti del figlio. Se il primo sembra più apparentemente lontano, la madre è quella che lo segue, lo aiuta e lo incentiva. Dall’altra parte c’è il rapporto del piccolo Joseph (un eccellente Joseph Engel degno di essere considerato, a ragione, il vero e unico protagonista indiscusso della vicenda) sia con i genitori che con gli amici (e le amiche). Interessante sviscerare il diverso atteggiamento che si viene a creare in base alla persona con la quale si rapporta e in base alla situazione che si viene a creare. Se con i genitori è più restio a parlare, con i suoi coetanei, pur non essendo il leader del gruppo, appare più sicuro di sé. E fa riflettere molto il fatto che la sua giovanissima età “stoni”, in qualche modo, con le azioni che compie o che vengono solo accennate. Sembra quasi paradossale che un bambino (perché è quello che un qualsiasi spettatore vede sullo schermo) possa, in realtà, essere maturo a tal punto da indurre a riflettere i propri genitori, da creare dinamiche ben più che adolescenziali con i suoi coetanei e soprattutto con le sue coetanee. Ma non è sicuramente “troppo” il fatto che un bambino della sua età (anche se non viene mai specificata) possa interessarsi a tematiche come quella della salvaguardia del pianeta. Come, appunto, Greta Thunberg ha insegnato in quest’ultimo periodo.

E forse è proprio su questo che Garrel ci invita a riflettere e lo fa nel modo appropriato, indirizzandosi a grandi e piccoli nel giusto modo, nel giusto tono (con una commedia, spezzando spesso la drammaticità e la serietà dell’azione) e nella giusta durata (un’ora è la “misura” perfetta per condensare le informazioni e divulgarle a un pubblico più eterogeneo e vasto possibile).


Veronica Ranocchi

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