Diabolik – Ginko all’attacco
di Manetti bros
con Giacomo Giannotti,
Miriam Leone, Valerio Mastandrea
Italia, 2022
genere: azione, thriller,
poliziesco, giallo
durata: 111’
Secondo capitolo per il
film dei fratelli Manetti che portano sullo schermo l’antieroe delle sorelle
Gianassi. A differenza del primo capitolo non ritroviamo Luca Marinelli nei
panni di Diabolik. Il suo posto è preso da Giacomo Giannotti, noto al grande
pubblico per la sua partecipazione alla serie tv “Grey’s Anatomy”. Con una
fisicità ben più adatta allo spietato ladro e uno sguardo magnetico che incolla
allo schermo lo spettatore, Giannotti migliora sicuramente il personaggio. Ad
aiutarlo la sempre bellissima Miriam Leone, seppur messa un po’ in ombra dalla
storia. Perché il vero protagonista di questo secondo capitolo è Ginko,
interpretato da un eccellente Valerio Mastandrea che ruba, letteralmente, la
scena a chiunque altro.
La storia inizia con Diabolik
che ruba la preziosissima corona di Armen. Pochi mesi dopo, i restanti gioielli
della collezione vengono indossati da delle ballerine che Diabolik riesce a
rubare. In realtà si tratta di un piano dell’ispettore Ginko, che ha reso i
gioielli radioattivi in modo da riuscire a intercettare gli spostamenti di
Diabolik che riesce a sorprendere costringendolo alla fuga insieme a Eva Kant.
Ginko allora si concentra
su ciò che ha trovato nel rifugio e inizia a progettare un piano per catturare
il ladro, trascurando la donna che ama, in segreto, la duchessa Altea di
Vallenberg. La nobildonna, giunta a Clerville per partecipare a un ballo,
indosserà la celeberrima Collana del Grifone Nero.
Ma non tutto andrà,
naturalmente, come previsto.
A non convincere nella
narrazione dei Manetti sono la stessa “staticità” del primo capitolo. Troppo
impostata la recitazione e il modo di parlare degli attori che, se da una parte
vuole richiamare l’idea di passato, dall’altra ha l’effetto contrario e risulta
troppo sopra le righe.
Un altro elemento che fa
storcere il naso è, poi, lo sviluppo della storia, fin troppo scontata
dall’inizio. Dopo i primi minuti, dal momento in cui viene rivelata la prima
intenzione di Ginko, per lo spettatore attento (ma anche per quello un po’ più
distratto) diventa semplice capire la direzione verso la quale virerà la
storia. E a poco servono i tentativi di sviare l’attenzione e gli escamotage
adottati dai registi per cercare di depistare.
Indubbiamente, come
detto, la stella indiscussa di questo secondo capitolo è Ginko. Come suggerito
dal titolo scelto, è l’ispettore interpretato da Valerio Mastandrea a tenere le
redini e le fila di un “Diabolik” dove il ladro appare davvero poco e sembra il
classico antagonista di turno che appare poco e che viene sconfitto.
Una maggiore interazione
tra i due protagonisti (e antagonisti) sarebbe stata sicuramente apprezzata e
avrebbe, con molta probabilità, conferito maggiore dinamicità a una pellicola
che, pur avvalendosi di effetti speciali adatti all’epoca nella quale è
ambientata la storia, risulta “agée”. Ed è un peccato perché uno dei ladri più
famosi al mondo avrebbe meritato una rappresentazione diversa e, perché no,
anche adattata a quella che è la realtà di oggi.
Dobbiamo aspettare il
prossimo capitolo per capire la reale direzione che Diabolik e la sua amata Eva
Kant prenderanno.
Veronica Ranocchi