mercoledì, maggio 13, 2009

STAR TREK

Qui non è questione di essere cultori o meno della celebre serie e neanche di stabilire se abbia senso o meno reinverdirne le origini con un film che vuole conquistare il pubblico dei giovanissimi senza perdere quello dei numerosi aficionados: in realtà si tratta di provare ad esprimere un giudizio su uno dei blockbuster più attesi dell’estate e sugli eventuali meriti di un regista che dopo aver riscritto la formula dell’intrattenimento televisivo con i naufraghi più famosi del momento viene accreditato di un talento paragonabile a quello di Steven Spielberg: raffronti che lasciano il tempo che trovano, simili alle disquisizioni senza uscita che tormentano gli appassionati della racchetta, chiamati a designare il tennista più forte di tutti i tempi.
Paragoni improponibili - io la penso come Tommasi e Clerici e quindi dico che non esiste un numero uno di tutti i tempi ma ogni epoca ha il suo protagonista - che nulla tolgono alla fama di J.J. Abrams, il guru chiamato al
capezzale di pazienti un pò bolliti (prima il format sull’agente Hunt ed ora la saga dei navigatori spaziali) per eccessivo sfruttamento, che ha dalla sua dimestichezza con i ferri del mestiere (sul set di Caserta, Tom Cruise era filmato in maniera simultanea da telecamere posizionate nelle posizioni più svariate) e la capacità di sapere coniugare angosce da nuovo mondo a regole di cinema vecchio stampo.
In questo caso si trattava di riscrivere un universo senza dare l'impressione di farlo: cambiare per restare sempre uguali.
E questo a mio avviso è il limite di questo nuovo episodio di Star Trek - un prequel, un sequel o forse il punto di partenza di una nuova progenie? Paradosso vivente, rispetto a quello che rappresenta ed all'industria che lo produce, simile a quello che il film ripropone nella scena centrale, quando il vecchio Mr Spock viaggia a ritroso nel proprio passato per suggerire il da farsi al futuro capitano Kirk? Ma allora quello che ne consegue è frutto di una manipolazione temporale o di colui a cui sono ascritte le vicende che abbiamo conosciuto prima di questa nuova scoperta.
Importante per i cultori della serie o per i "tecnici" della fantascienza, il passaggio fondamentale per l’economia della storia (l'enfasi è accentuata dalla presenza di Leonard Nimoy che interpretò il Vulcaniano negli episodi precedenti) diventa quasi un macigno per chi sta aspettando il famoso colpo di coda di un film che fino ad allora è stato solo chiacchere e distintivo, con il solito mirabolante dinamismo riproponibile da qualsiasi pischello presente nella fabbrica dei sogni ed una serie di variazioni sul tema che, a detta degli esperti, hanno cambiato un poco il carattere dei vari componenti dell’Enterprise, ma agli occhi del neofita risultano null'altro che bozzetti, forse destinati a prendere vita con una successiva eventuale trilogia, ma per ora corredo di una fauna tutt'altro che indimenticabile



Tra Top Gun e Star War il giovane Kirk ha la faccia senza carisma di uno dei tanti volti televisivi ( e neanche dei più convincenti) che attraversano il nostro etere televisivo, giovane scavezzacolo pieno di talento che si redime sulla via di damasco e che trova nell'altrettando giovane Mr Spock una dualità destinata a normalizzarsi prima ancora di nascere.



Per il resto c'è tutto il repertorio che si conviene al cinema da grande incasso: suono roboante ed inseguimenti a perdifiato, odi atavici ed amicizia sconfinata, mondi che scompaiono ed altri recuperati grazie ad un parco di effetti speciali che non fanno meraviglia per la povertà di quello che gli sta intorno.
Lo schermo sfruttato in tutta la sua lunghezza ed una fotografia ipervitaminizzata, che ricorda il cinema di Tony Scott, completano l'ennesimo prodotto di merchandising destinato a deludere le attese di chi credeva alla storia del salvatore della patria.

6 commenti:

veri paccheri ha detto...

caro nick, come ogni volta, le tue recensioni mi risucchiano in un viaggio onirico e culturale, senza resa, e corro fino alla ultima riga :-) alla fine della lettura mi verrebbe da dire che hai ragione, che il film è deludente. ma io non ho un passato da telefilmofila e questo nuovo prodotto di jj abrams m'è sembrato fantastico!
star trek mi è piaciuto molto e forse, rileggendo la tua rece, capisco che molta della forza del film risiede proprio nel mito, nell'idea di "viaggiatori dello spazio" più che nella messa in scena in sè. comunque sia, da profana assoluta del genere, confesso di essermi molto coinvolta e divertita. ed alla fine della pellicola ho sospirato "oh, peccato, e adesso dove se ne andranno?" :o)

Fabrizio ha detto...

Siamo sicuri che "star treck" si scriva così? Direttoraaaaa

veri paccheri ha detto...

bè, questa volta non è colpa mia, prenditela con nick :- )

parsec ha detto...

guarda, non ho parole. Come posso replicare a questo atteggiamento sine nobilitatis? ...BLASFEMO!
ma la tua è comicità involontaria:
1. star treK è senza la c (per favore, amministratore, correggi tu)
2. il "Dottor" Spock è un famoso pediatra americano degli anni quaranta che non c'entra niente con
3. Mr.Spock il quale soprattutto è di Vulcano e non di Venere

inezie a parte, il film è un godibilissimo blockbuster da coca e popcorn. Cosa si può desiderare di più? Grazie a dio ci sono gli americani a tirarmi su il morale

nickoftime ha detto...

Parsec:
...e non solo gli americani ma anche io con i miei fantastici refusi.
Sul film sono veramente perplesso: io cercavo solo un piacevole intrattenimento, anche senza surrogati, ed invece una noia mortale, di quelle che mentre scorrono le immagini pensi a cosa farai dopo; ecco l'unico merito del film è stato quelo di farmi andare in un locale famoso per la sua pizza servita come fosse al taglio, pezzi variegati gustosissimi e coloratissimi, insomma una cosa da lasciare di stucco la nostra direttora, cultrice suprema della pizza con lievito naturale.

nickoftime ha detto...

Veri:

proverò a ripetere le parole appena cancellate dalla balsaggine della rete: in definitiva sul film nessuno riesce ad esprimere un giudizio che vada oltre il mi piace o non mi piace: il film in sè è vuoto e lo spettatore lo riempe di cose che sono esterne al film, che non nascono con esso ma vi sono correlate dall'esterno come il mito di cui parla Veri, la saga trasmessa in televisione, la nostalgia per il primo interprete di Mr Spock, la reverenza verso l'inventore di Lost

Da questo punto di vista lo Star trek di Abramas non stimola nessun immaginario: ed è solo l'intervento dell'elemento esterno, peraltro inserito senza molte varianti (e quando queste ci sono come nel caso dei personaggi di contorno sono dolori)che eccità la mente dello spettatore.

un abbraccio