The Ghost Writer
regia di Roman Polanski
The Ghost Writer (titolo italiano "l'Uomo nell'ombra") ultimo lavoro di Roman Polanski, è tratto dall'omonimo romanzo dell'ex cronista politico Robert Harris, che ne ha curato anche la sceneggiatura.
La trama: Uno scrittore (Ewan McGregor) viene ingaggiatto per completare la stesura dell'autobiografia dell'ex premier britannico Adam Lang (Pierce Brosnan), dopo la morte in circostanze sospette del precedente ghost writer.
Lang si trova su un'isola statunitense (del Massachussets), insieme alla moglie, alla segretaria e alle guardie del corpo.
Quasi da subito lo scrittore si rende conto di essersi imbattuto in qualcosa di scottante e pericoloso, non solo sul piano letterario.
Fra l'altro, l'ex premier, proprio in quei giorni, viene accusato di crimini di guerra da un ex membro del suo stesso staff.
Ultimo film di Polanski, attualmente agli arresti domiciliari in Svizzera (pare abbia ultimato il montaggio attraverso il telefono di un carcere), affascinante noir, a mio parere, in cui la tensione permane alta per tutta la pellicola, grazie anche a continui cambi di traiettorie, a cose svelate e poi nascoste, come se i personaggi fossero dei burattini all'interno di un labirinto.
E il burattinaio è uno solo, ovvero la CIA, che muove i fili anche della politica britannica.
La politica è sì una costante del film, ma la sua presenza viene percepita, raramente mostrata apertamente.
Il film è denso, claustrofobico. Il clima piovoso e ventoso sia dell'isola, che della città, contribuisce ad accrescere la sensazione di grevità.
Pierce Borsnan, il "bello con l'espressione perenne da posa fotografica, regge molto bene la parte del politico in declino, invischiato in qualcosa di losco e più grande di lui.
McGregor, forse troppo dimesso, con la sua immagine "poco visibile" rende bene l'idea del Ghost Writer, letteralmente "lo scrittore fantasma".
Non mancano i momenti in cui si sorride.
Arrivati a questo punto, c'è da aggiungere un'ultima riflessione circa le analogie fra il regista e l'ex premier.
Entrambi lontani dal proprio paese per dei gravi reati; entrambi rischiano pene molto alte; entrambi si rifugiano in paesi dove non vi sia il periodo di essere estradati.
Alla fine nessuno dei due riuscirà nel suo intento.
Splendido cameo di Eli Wallach, il brutto de "Il buono, il brutto, il cattivo". Brevissima recitazione da gustare.
Film vivamente consigliato.
6 commenti:
Il livello è alto rispetto ai film cui mi sto abituando nelgi ultimi tempi, ma le aspettative esagerate che nutrivo nei confronti di Polanski non sono state del tutto soddisfatte. Sono rimasta colpita da alcune scene capolavoro (!SPOILER! penso soprattutto alle ultime sequenze: il biglietto che passa di mano in mano e l'incidente fuori scena) e dall'atmosfera che Polanski ha saputo rendere (la sottile e subdola sensazione di disagio e di trama oscura sostenute dalla freddezza della fotografia e dall'interpretazione degli attori -dal carattere scostante della moglie). L'uomo nell'ombra cui si riferisce il titolo in fin dei conti non è il personaggio interpretato da Ewan McGregor... sei d'accordo?
Sono d'accordo con te, Parsec. In quest'ultimo periodo la qualità dei film non è granché.
Vedere pellicole come Il profeta o Ghost Writer risulta un piacere ancora più grande del solito.
Riguardo le scene di cui parli, come ti ho già detto, ho trovato quella del biglietto quasi ridicola, si percepisce chiaramente la mano che lo rivolge verso la telecamera per far leggere la scritta.
La scena finale, invece, è bellissima.
L'uomo nell'ombra, sì, potrebbe essere Polanski. E' a lui che pensi? Ricorda che il titolo originale non è questo, però.
Un saluto a tutti
No, non pensavo a Polanski ma se ti dico a chi mi riferisco rischio un mega spoiler, quindi te lo cifro qui di seguito: il vero ghost writer è asdlasda asdmasdoasdgasdlasdiasde, perché in fondo è la persona cui l'ex primo ministro ha fatto sempre riferimento per tutta la vita, per ogni cosa, la persona che gli ha scritto costantemente la trama della sua vita facendo sembrare che le decisioni appartenessero a lui.
Sì, Parsec, è lui/lei. E' palese sin dall'inizio, ma alla fine del film ne viene data conferma e vengono spiegati i motivi.
A me sto film più ci penso e più mi piace:-)
Buon inizio settimana a tutti
Vorrei aggiungere che io in questo film non ci vedo affatto Hitchcock nonostante quel che si dica in giro, nonostante le citazioni, nonostante il genere. La prima cosa che mi sembra evidente è che Hitch fa emergere dalle relazioni dei suoi personaggi una sensualità morbida che non sento nel film di Polanski dove al contrario è glaciale ed è sostenuta e suggerita dalla scenografia naturale e d'interni più che dalle persone. Manca del tutto l'understatment che di solito nei film del maestro inglese avvolge interamente sia il Macguffin che il Whodunit (Chi è stato a commettere il delitto/crimine) i quali diventano meri pretesti intorno ai quali costruire un film fatto d'altro.
Brava Carmen,mi titrovo appieno in quello che scrivi..
nickoftime
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