Bella
regia di Alejandro Gomez Monteverde
Recapitato a domicilio con diversi anni di ritardo e carico di riconoscimenti provenienti soprattutto dal pubblico festivaliero, "Bella" è un film che si aggiunge per stile e temi alla Nouvelle Vague messicana, ma lo fa in maniera meno urlata e più tradizionale: alla base della storia l'incontro tra Jose, star calcistica la cui carriera si è interrotta a seguito di un incidente automobilistico e Nina, ragazza alle prese con una maternità non voluta e desiderosa di continuare a sognare una vita migliore. Due ragazzi alle prese con il senso della vita ed uniti dal desiderio di dare una svolta all'empasse delle loro rispettive esistenze.
Rispetto ai suoi connazionali, Monteverde azzera i virtuosismi e procede raccontando in maniera lineare, e con una nitidezza di immagine che traduce al meglio la trasparente genuinità dei personaggi, una storia d'amore in cui la fisicità della passione è sostituita dalla bellezza dei sentimenti messi in gioco. Ed anche laddove l'eccesso di fotogenia (grazie ai suoi attori l'umanità che vi partecipa, indipendentemente dall'età sembra uscita da un concorso di bellezza) rischia in qualche modo di rovinare la verità dell'assunto, così come la bontà a tutto tondo dei caratteri quella dei due protagonisti, "Bella" riesce a mantenere una semplicità che non diventa mai banale, rasentando addirittura l'assoluto quando attraverso i diversi momenti della storia costruisce un modello di famiglia, con Jose, barba e capelli simil nazareno (il nome non vi dice niente?) pronto ad accogliere quella bambina frutto di un amore mai consumato e Nina, che accetta la maternità, avendo fiducia in un storia (la promessa d'aiuto da parte di Jose) che non è stata ancora scritta, ma sembra già molto simile a quella della Famiglia di Nazareth.
Girato a New York come fosse Città del Messico, tanta è la presenza di volti latino americani, il film si avvale della sofferta presenza di Eduardo Verasastegui, già cantante ed attore di telenovelas, e qui anche in veste di produttore con una compagnia, il cui nome Metanoia (dal greco "conversione") ricorda la riscoperta della fede da parte del suo fondatore.
recensione pubblicata su ONDACINEMA.it
giovedì, luglio 29, 2010
Bella
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recensioni
lunedì, luglio 26, 2010
LA BELVA COL MITRA - ITALIA '70 - IL CINEMA A MANO ARMATA (17)
LA BELVA COL MITRA (1977)
Regia: Sergio Grieco
Cast: Helmut Berger - Marisa Mell - Richard Harrison - Ezio Marano - Claudio Gora - Marina Giordana - Nello Pazzafini.
Trama: Il feroce criminale Vanni Vitali fugge dalla prigione e si vendica di chi lo ha tradito.
Il film: Nanni Vitali (Helmut Berger) criminale condannato all'ergastolo, fugge di prigione insieme ad alcuni complici.
Il suo primo pensiero è quello di uccidere Barbareschi (Ezio Marano) da lui ritenuto responsabile del suo arresto.
Vitali e la sua banda sequestrano Barbareschi e la sua fidanzata Giuliana (Marisa Mell) che vengono portati in una cava di tufo fuori città.
Una volta arrivati a destinazione i criminali si scatenano: Nanni Vitali violenta Giuliana mentre i suoi complici massacrano con calci e pugni Barbareschi, che ormai inerme viene gettato in una fossa e ricoperto di calce viva.
Giuliana viene portata in una pensione e ricattata da Vitali che vuole organizzare una rapina nell'azienda dove il padre della donna lavora come guardia giurata.
Giuliana sempre più impaurita si rivolge al commissario Santini, al quale espone il piano della "belva" Vitali.
Santini è un commissario molto noto, perchè figlio del procuratore capo Ruggero Santini (Claudio Gora) che qualche anno prima aveva condannato all'ergastolo proprio Nanni Vitali.
Il piano orchestrato dal commissario per incastrare la "belva" si rivela un mezzo fallimento: la rapina sarà un massacro, Vitali fuggirà e la polizia riuscirà ad arrestare solo i suoi complici. A questo punto lo psicopatico Vitali esce completamente fuori di testa e rapisce sia il padre che la sorella del commissario, minacciando di ammazzarli, se la sue richieste non verranno esaudite.
Commento: LA BELVA COL MITRA è il classico tardo poliziottesco che molto ricorda l'ultimo periodo dello spaghetti-western. In poche parole si cerca di conquistare lo spettatore esagerando con la violenza proprio come nello spaghetti-western di serie Z, dove registi e produttori pensavano che un elevato numero di morti ammazzati potessero bastare per eccitare lo spettatore e portare a casa buoni incassi.
LA BELVA COL MITRA parte benino, nei primi venti minuti assistiamo ad una serie di interminabili violenze che fanno ben sperare, ma con il passare del tempo la tensione cala, la sceneggiatura delude.
Il film è scritto male, la scenggiatura è inverosimile, incongruente, lacunosa, banale. Il commissario Santini è un incapace che sfiora la demenza mentale ed è interpretato da un attore (Richard Harrison) che è praticamente un sosia a buon mercato del più noto Maurizio Merli; il personaggio di Giuliana a un certo punto del film viene praticamente abbandonato e dimenticato; il personaggio di "bimbo" spunta dal nulla.
Si tratta di un film molto sopravvalutato, che deve la sua notorietà a Quentin Tarantino che cita LA BELVA COL MITRA nel suo Jackie Brown.
Ci sono comunque delle cose positive che vanno sottolineate, come ad esempio la buona interpretazione di Helmut Berger, che riesce a dare una certa credibilità al personaggio e la colonna sonora di Umberto Smaila che non è proprio da buttare.
Curiosità-Notizie: L'unico inseguimento del film è realizzato accellerando la pellicola.
Curiosità: Al contrario della stragrande maggioranza dei poliziotteschi LA BELVA COL MITRA non è ambientato in una grande città italiana, ma in una piccola cittadina, precisamente ad Ancona.
Al termine delle riprese del film, Helmut Berger, schiavo della cocaina, tentò il suicidio.
Regia: Sergio Grieco
Cast: Helmut Berger - Marisa Mell - Richard Harrison - Ezio Marano - Claudio Gora - Marina Giordana - Nello Pazzafini.
Trama: Il feroce criminale Vanni Vitali fugge dalla prigione e si vendica di chi lo ha tradito.
Il film: Nanni Vitali (Helmut Berger) criminale condannato all'ergastolo, fugge di prigione insieme ad alcuni complici.
Il suo primo pensiero è quello di uccidere Barbareschi (Ezio Marano) da lui ritenuto responsabile del suo arresto.
Vitali e la sua banda sequestrano Barbareschi e la sua fidanzata Giuliana (Marisa Mell) che vengono portati in una cava di tufo fuori città.
Una volta arrivati a destinazione i criminali si scatenano: Nanni Vitali violenta Giuliana mentre i suoi complici massacrano con calci e pugni Barbareschi, che ormai inerme viene gettato in una fossa e ricoperto di calce viva.
Giuliana viene portata in una pensione e ricattata da Vitali che vuole organizzare una rapina nell'azienda dove il padre della donna lavora come guardia giurata.
Giuliana sempre più impaurita si rivolge al commissario Santini, al quale espone il piano della "belva" Vitali.
Santini è un commissario molto noto, perchè figlio del procuratore capo Ruggero Santini (Claudio Gora) che qualche anno prima aveva condannato all'ergastolo proprio Nanni Vitali.
Il piano orchestrato dal commissario per incastrare la "belva" si rivela un mezzo fallimento: la rapina sarà un massacro, Vitali fuggirà e la polizia riuscirà ad arrestare solo i suoi complici. A questo punto lo psicopatico Vitali esce completamente fuori di testa e rapisce sia il padre che la sorella del commissario, minacciando di ammazzarli, se la sue richieste non verranno esaudite.
Commento: LA BELVA COL MITRA è il classico tardo poliziottesco che molto ricorda l'ultimo periodo dello spaghetti-western. In poche parole si cerca di conquistare lo spettatore esagerando con la violenza proprio come nello spaghetti-western di serie Z, dove registi e produttori pensavano che un elevato numero di morti ammazzati potessero bastare per eccitare lo spettatore e portare a casa buoni incassi.
LA BELVA COL MITRA parte benino, nei primi venti minuti assistiamo ad una serie di interminabili violenze che fanno ben sperare, ma con il passare del tempo la tensione cala, la sceneggiatura delude.
Il film è scritto male, la scenggiatura è inverosimile, incongruente, lacunosa, banale. Il commissario Santini è un incapace che sfiora la demenza mentale ed è interpretato da un attore (Richard Harrison) che è praticamente un sosia a buon mercato del più noto Maurizio Merli; il personaggio di Giuliana a un certo punto del film viene praticamente abbandonato e dimenticato; il personaggio di "bimbo" spunta dal nulla.
Si tratta di un film molto sopravvalutato, che deve la sua notorietà a Quentin Tarantino che cita LA BELVA COL MITRA nel suo Jackie Brown.
Ci sono comunque delle cose positive che vanno sottolineate, come ad esempio la buona interpretazione di Helmut Berger, che riesce a dare una certa credibilità al personaggio e la colonna sonora di Umberto Smaila che non è proprio da buttare.
Curiosità-Notizie: L'unico inseguimento del film è realizzato accellerando la pellicola.
Curiosità: Al contrario della stragrande maggioranza dei poliziotteschi LA BELVA COL MITRA non è ambientato in una grande città italiana, ma in una piccola cittadina, precisamente ad Ancona.
Al termine delle riprese del film, Helmut Berger, schiavo della cocaina, tentò il suicidio.
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italia,
Italia '70 - Il cinema a mano armata,
recensioni
giovedì, luglio 22, 2010
Film in sala dal 23 luglio 2010
The Box
(The Box)
GENERE: Fantascienza, Thriller
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: USA
REGIA: Richard Kelly
Fish Tank
(Fish Tank)
GENERE: Drammatico
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: Gran Bretagna, Olanda
REGIA: Andrea Arnold
Il Solista
(The Soloist)
GENERE: Biografico, Drammatico, Musical
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: Gran Bretagna, USA
REGIA: Joe Wright
Matrimonio in famiglia
(Our Family Wedding)
GENERE: Commedia
ANNO: 2010
NAZIONALITÀ: USA
REGIA: Rick Famuyiwa
The Book of Masters
(Kniga masterov)
GENERE: Family
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: Russia
REGIA: Vadim Sokolovsky
The Losers
(The Losers)
GENERE: Azione, Drammatico, Avventura
ANNO: 2010
NAZIONALITÀ:
REGIA: Sylvain White
(The Box)
GENERE: Fantascienza, Thriller
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: USA
REGIA: Richard Kelly
Fish Tank
(Fish Tank)
GENERE: Drammatico
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: Gran Bretagna, Olanda
REGIA: Andrea Arnold
Il Solista
(The Soloist)
GENERE: Biografico, Drammatico, Musical
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: Gran Bretagna, USA
REGIA: Joe Wright
Matrimonio in famiglia
(Our Family Wedding)
GENERE: Commedia
ANNO: 2010
NAZIONALITÀ: USA
REGIA: Rick Famuyiwa
The Book of Masters
(Kniga masterov)
GENERE: Family
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: Russia
REGIA: Vadim Sokolovsky
The Losers
(The Losers)
GENERE: Azione, Drammatico, Avventura
ANNO: 2010
NAZIONALITÀ:
REGIA: Sylvain White
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film in uscita 2010
giovedì, luglio 15, 2010
Film in sala dal 16 luglio 2010
Predators
(Predators)
GENERE: Azione, Fantascienza
ANNO: 2010
NAZIONALITÀ: USA
REGIA: Nimród Antal
Solomon Kane
(Solomon Kane)
GENERE: Azione, Fantasy, Avventura
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: Francia, Gran Bretagna, Repubblica Ceca
REGIA: Michael J. Bassett
Un microfono per due
(The Marc Pease Experience)
GENERE: Commedia
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: USA
REGIA: Todd Louiso
(Predators)
GENERE: Azione, Fantascienza
ANNO: 2010
NAZIONALITÀ: USA
REGIA: Nimród Antal
Solomon Kane
(Solomon Kane)
GENERE: Azione, Fantasy, Avventura
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: Francia, Gran Bretagna, Repubblica Ceca
REGIA: Michael J. Bassett
Un microfono per due
(The Marc Pease Experience)
GENERE: Commedia
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: USA
REGIA: Todd Louiso
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film in uscita 2010
venerdì, luglio 09, 2010
premio dardos
Ringraziamo Alessandro di RDF per la nomination de i cinemaniaci al premio DARDOS.
Il premio DARDOS viene assegnato dai bloggers ai quei blog meritevoli per i contenuti di carattere culturale, etico e/o letterario.
è previsto un semplice regolamento. chi viene nominato negli elenchi è invitato a:
1) accettare e comunicare il regolamento, visualizzando il logo del premio;
2) linkare il blog che ti ha premiato;
3) premiare altri 15 blog meritevoli, avvisandoli del premio.
Di seguito ecco i nostri premiati (in ordine rigorosamente sparso):
RDF (recensioni di film) - http://recensionidifilm.blogspot.com/
TOMOBIKI MARCHELAND - http://tomobiki.blogspot.com/
CINEMADADENUNCIA - http://cinemadadenuncia.splinder.com/
A COLPO SICURO - http://cinepillole.blogspot.com/
CINEMANTE - http://cinemante.blogspot.com/
VISIONEINFINITA - http://visioneinfinita.blogspot.com/
ACQUITRINI CINEMATOGRAFICI - http://dylandave.wordpress.com/
IL CINEFILANTE - http://cinefilante.blogspot.com/
CINE DE MEDIANOCHE - http://cinemedianoche.blogspot.com/
CINEMA E VIAGGI - http://amosgitai.blogspot.com/
buon cinema a tutti!!!
Il premio DARDOS viene assegnato dai bloggers ai quei blog meritevoli per i contenuti di carattere culturale, etico e/o letterario.
è previsto un semplice regolamento. chi viene nominato negli elenchi è invitato a:
1) accettare e comunicare il regolamento, visualizzando il logo del premio;
2) linkare il blog che ti ha premiato;
3) premiare altri 15 blog meritevoli, avvisandoli del premio.
Di seguito ecco i nostri premiati (in ordine rigorosamente sparso):
RDF (recensioni di film) - http://recensionidifilm.blogspot.com/
TOMOBIKI MARCHELAND - http://tomobiki.blogspot.com/
CINEMADADENUNCIA - http://cinemadadenuncia.splinder.com/
A COLPO SICURO - http://cinepillole.blogspot.com/
CINEMANTE - http://cinemante.blogspot.com/
VISIONEINFINITA - http://visioneinfinita.blogspot.com/
ACQUITRINI CINEMATOGRAFICI - http://dylandave.wordpress.com/
IL CINEFILANTE - http://cinefilante.blogspot.com/
CINE DE MEDIANOCHE - http://cinemedianoche.blogspot.com/
CINEMA E VIAGGI - http://amosgitai.blogspot.com/
buon cinema a tutti!!!
giovedì, luglio 08, 2010
i cinemaniaci su facebook
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popcorn
ECLIPSE
ECLIPSE
di J.SLADE
Appuntamento imprescindibile per la gioventù globalizzata ed oggetto di divisione sulle pagine dei giornali specializzati, le avventure di Bella e dei suoi due cavalieri continuano ad essere materia di discussione: sarà per la sindrome di un presenzialismo sempre più dilagante, oppure per la curiosità suscitata da un simile baccano, fatto sta che anche questa volta a guadagnarci è la macchina produttiva messa in piedi per portare sullo schermo i romanzi di Stephenie Meyer, altrimenti destinati ad una popolarità su scala ridotta e priva di quella mitizzazione di cui solo il cinema è capace.
E se è vero che il successo assicura la giustezza della formula, non bisogna stupirsi rispetto ad un film come Eclipse che fa di tutto per assomigliare al precedente, a cominciare dal regista, diverso e perciò uguale, se è vero il motto "cambiare tutto per non cambiare nulla", ad una sceneggiatura ciclostilata, in cui la tensione erotica tra le parti viene sublimata e soprattutto non consumata con una scansione temporale cronometrica ed attraverso la costruzioni di arazzi cavallereschi ricchi di proclami e frasi senza ritorno, e con scene di battaglia debitrici degli omologhi poemi medievali popolate di fanciulle da salvare e paladini senza paura, pronti a sacrificarsi per la bellezza di quel gesto.
Insomma situazioni e temi sempiterni riproposti senza differenze ad un popolazione giovanile desiderosa di crearsi nuovo spazi identificativi, di emanciparsi da tutti quei "cattivi maestri" che a torto o a ragione ne hanno limitato la libertà espressiva e di azione (nella scena finale Bella diventà l’incarnazione stessa di una diversità felicemente espressa).
Un mondo post moderno, dove l’idea di famiglia-allargata o meno non fa differenza, di amicizia-in particolare quella paventata ma non ancora formalizzata tra Vampiri e Licantropi, nemici secolari e qui coalizzati contro il nemico comune - e di amore - ancora una volta in odore di scandalo per un affettività più volte tentata di uscire dal recinto della assoluta monogamia - si mischiano con quella di Verginità, tornata ad essere, almeno sullo schermo, l’avamposto di fronte al quale anche gli slanci più coraggiosi ed incauti sono costretti ad arrestarsi ed a fare i conti.
Affidato alla regia di un tipo a proprio agio con le moderne forme del neo vampirismo, e come sempre caratterizzato dalla gestualità fisica ed espressiva dei suoi protagonisti, Eclipse è un Erma bifronte, working progress di un unico già scritto ma non ancora filmato, oggetto di merchandising noioso e ripetitivo per i suoi detrattori, affascinante e sempre nuovo per tutti coloro che sono o si ricordano di essere stati giovani.
Intanto è confermata la notizia di un episodio conclusivo diviso in due parti: la discussione è solo all’inizio.
di J.SLADE
Appuntamento imprescindibile per la gioventù globalizzata ed oggetto di divisione sulle pagine dei giornali specializzati, le avventure di Bella e dei suoi due cavalieri continuano ad essere materia di discussione: sarà per la sindrome di un presenzialismo sempre più dilagante, oppure per la curiosità suscitata da un simile baccano, fatto sta che anche questa volta a guadagnarci è la macchina produttiva messa in piedi per portare sullo schermo i romanzi di Stephenie Meyer, altrimenti destinati ad una popolarità su scala ridotta e priva di quella mitizzazione di cui solo il cinema è capace.
E se è vero che il successo assicura la giustezza della formula, non bisogna stupirsi rispetto ad un film come Eclipse che fa di tutto per assomigliare al precedente, a cominciare dal regista, diverso e perciò uguale, se è vero il motto "cambiare tutto per non cambiare nulla", ad una sceneggiatura ciclostilata, in cui la tensione erotica tra le parti viene sublimata e soprattutto non consumata con una scansione temporale cronometrica ed attraverso la costruzioni di arazzi cavallereschi ricchi di proclami e frasi senza ritorno, e con scene di battaglia debitrici degli omologhi poemi medievali popolate di fanciulle da salvare e paladini senza paura, pronti a sacrificarsi per la bellezza di quel gesto.
Insomma situazioni e temi sempiterni riproposti senza differenze ad un popolazione giovanile desiderosa di crearsi nuovo spazi identificativi, di emanciparsi da tutti quei "cattivi maestri" che a torto o a ragione ne hanno limitato la libertà espressiva e di azione (nella scena finale Bella diventà l’incarnazione stessa di una diversità felicemente espressa).
Un mondo post moderno, dove l’idea di famiglia-allargata o meno non fa differenza, di amicizia-in particolare quella paventata ma non ancora formalizzata tra Vampiri e Licantropi, nemici secolari e qui coalizzati contro il nemico comune - e di amore - ancora una volta in odore di scandalo per un affettività più volte tentata di uscire dal recinto della assoluta monogamia - si mischiano con quella di Verginità, tornata ad essere, almeno sullo schermo, l’avamposto di fronte al quale anche gli slanci più coraggiosi ed incauti sono costretti ad arrestarsi ed a fare i conti.
Affidato alla regia di un tipo a proprio agio con le moderne forme del neo vampirismo, e come sempre caratterizzato dalla gestualità fisica ed espressiva dei suoi protagonisti, Eclipse è un Erma bifronte, working progress di un unico già scritto ma non ancora filmato, oggetto di merchandising noioso e ripetitivo per i suoi detrattori, affascinante e sempre nuovo per tutti coloro che sono o si ricordano di essere stati giovani.
Intanto è confermata la notizia di un episodio conclusivo diviso in due parti: la discussione è solo all’inizio.
Film in sala dal 9 luglio 2010
Toy Story 3 - La grande fuga
(Toy Story 3)
GENERE: Animazione
ANNO: 2010
NAZIONALITÀ: USA
REGIA: Lee Unkrich
Che fine ha fatto Osama Bin Laden?
(Where in the World is Osama Bin Laden?)
GENERE: Documentario
ANNO: 2008
NAZIONALITÀ: USA
REGIA: Morgan Spurlock
Post Grad
(Post Grad)
GENERE: Commedia
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: USA
REGIA: Vicky Jenson
(Toy Story 3)
GENERE: Animazione
ANNO: 2010
NAZIONALITÀ: USA
REGIA: Lee Unkrich
Che fine ha fatto Osama Bin Laden?
(Where in the World is Osama Bin Laden?)
GENERE: Documentario
ANNO: 2008
NAZIONALITÀ: USA
REGIA: Morgan Spurlock
Post Grad
(Post Grad)
GENERE: Commedia
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: USA
REGIA: Vicky Jenson
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film in uscita 2010
mercoledì, luglio 07, 2010
In acque profonde. Meditazione e creatività - David Lynch
In acque profonde. Meditazione e creatività
di Lynch David
(Mondadori)
Un libro di facile lettura per tutti, appassionati di cinema e non, perchè composto da tante brevi riflessioni sul cinema, sulla meditazione e sl potere dell'energia inconscia. Anche per chi non ama il regista americano più onirico del panorama hollywoodiano, troverà in questo libretto interessanti spunti di confronto e molti aneddoti curiosi sulle produzioni cinematografiche dello stesso Lynch.
Lynch, che pratica la meditazione da tanti anni, parla con chiarezza e coinvolgimento dei benefici ineguagliabili di questa pratica, necessari non solo per perseguire una calma interiore ed una chiarezza personale, quanto piuttosto per toccare le parti più profonde di sè, liberando l'energia più profonda e miseteriosa che serbiamo dentro di noi.
Ed è da questa energia che lo stesso Lynch attinge prezioso materiale per le sue sceneggiature e messe in scena.
Molti dei suoi film sono stati innanzitutto scritti in fase meditativa.
Lynch medita molte ore del giorno, per lui si tratta di una attività prodromica a quella registica, indispensabile non solo per il suo benessere quanto per la ottima riuscita della sua arte.
Lynch offro appunti sui film che ha fatto, sulla spiritualità, sulla meditazione trascendentale.
di Lynch David
(Mondadori)
Un libro di facile lettura per tutti, appassionati di cinema e non, perchè composto da tante brevi riflessioni sul cinema, sulla meditazione e sl potere dell'energia inconscia. Anche per chi non ama il regista americano più onirico del panorama hollywoodiano, troverà in questo libretto interessanti spunti di confronto e molti aneddoti curiosi sulle produzioni cinematografiche dello stesso Lynch.
Lynch, che pratica la meditazione da tanti anni, parla con chiarezza e coinvolgimento dei benefici ineguagliabili di questa pratica, necessari non solo per perseguire una calma interiore ed una chiarezza personale, quanto piuttosto per toccare le parti più profonde di sè, liberando l'energia più profonda e miseteriosa che serbiamo dentro di noi.
Ed è da questa energia che lo stesso Lynch attinge prezioso materiale per le sue sceneggiature e messe in scena.
Molti dei suoi film sono stati innanzitutto scritti in fase meditativa.
Lynch medita molte ore del giorno, per lui si tratta di una attività prodromica a quella registica, indispensabile non solo per il suo benessere quanto per la ottima riuscita della sua arte.
Lynch offro appunti sui film che ha fatto, sulla spiritualità, sulla meditazione trascendentale.
martedì, luglio 06, 2010
The Road
The Road
regia di John Hillcoat
Il libro di un romanziere che ha scelto di parlare solamente attraverso i suoi libri e le capacità di un regista che giunto al suo terzo film si lancia nell’impresa di tradurlo in immagini dopo una carriera spesa nella realizzazione di videoclip per gente come Nick Cave, Siouxsie and the Banshees, Depeche Mode. Questo per dire come a volte gli incontri cinematografici siano il frutto delle esperienze più disparate e di accostamenti non proprio prevedibili.
La storia di un uomo e del proprio figlio costretti a sopravvivere in un mondo retrocesso ad uno stato primordiale e la rappresentazione di un umanità costretta a fare i conti con le conseguenze della propria natura, sono gli aspetti centrali di un film che a dispetto del titolo, o forse nonostante questo, azzera ogni discorso a proposito dei poteri taumaturgici e di crescita personale connessi con il mito “on the road”, per rappresentare attraverso il movimento bisogni naturali come la ricerca di cibo, l’esigenza di non dare punti di riferimento ai propri simili, diventati per necessità mangiatori di uomini, ma soprattutto alimentare la speranza di un luogo dove il richiamo della vita sia più forte di quello della sua antagonista.
Un processo di scarnificazione che interessa gli uomini e le cose e che il regista porta avanti con un rigore pari alla semplicità di una messa in scena che privilegia i fatti alle astrazioni, e dove a far la differenza ....
... continua a leggere la recensione di THE ROAD su ONDACINEMA.IT
regia di John Hillcoat
Il libro di un romanziere che ha scelto di parlare solamente attraverso i suoi libri e le capacità di un regista che giunto al suo terzo film si lancia nell’impresa di tradurlo in immagini dopo una carriera spesa nella realizzazione di videoclip per gente come Nick Cave, Siouxsie and the Banshees, Depeche Mode. Questo per dire come a volte gli incontri cinematografici siano il frutto delle esperienze più disparate e di accostamenti non proprio prevedibili.
La storia di un uomo e del proprio figlio costretti a sopravvivere in un mondo retrocesso ad uno stato primordiale e la rappresentazione di un umanità costretta a fare i conti con le conseguenze della propria natura, sono gli aspetti centrali di un film che a dispetto del titolo, o forse nonostante questo, azzera ogni discorso a proposito dei poteri taumaturgici e di crescita personale connessi con il mito “on the road”, per rappresentare attraverso il movimento bisogni naturali come la ricerca di cibo, l’esigenza di non dare punti di riferimento ai propri simili, diventati per necessità mangiatori di uomini, ma soprattutto alimentare la speranza di un luogo dove il richiamo della vita sia più forte di quello della sua antagonista.
Un processo di scarnificazione che interessa gli uomini e le cose e che il regista porta avanti con un rigore pari alla semplicità di una messa in scena che privilegia i fatti alle astrazioni, e dove a far la differenza ....
... continua a leggere la recensione di THE ROAD su ONDACINEMA.IT
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recensioni
venerdì, luglio 02, 2010
AFFETTI E DISPETTI - LA NANA
AFFETTI E DISPETTI - LA NANA
Regia: Sebastian Silva
Santiago del Cile.
La perennemente imbronciata Raquel da più di vent'anni è a servizio dalla famiglia Valdés.
Una donna sola, quasi spaventata, psicologicamente annientata da una esistenza fatta solo di routine.
Quando la padrona di casa si accorge che Raquel non riesce a mantenere i ritmi lavorativi che una famiglia numerosa e una grande casa da tenere in ordine impongono, cercherà di affiancarli un'altra domestica.
Tutte le candidate saranno costrette a lasciare la casa, perché l'impaurita Raquel farà loro la "guerra" mettendole in fuga.
Raquel ha paura di perdere il "potere", un potere fatto di regole, orari, consuetudini.
Un potere che la domestica confonde con un senso di appartenza alla famiglia.
L'ultima aiutante ingaggiata dalla signora Valdés, si mostrerà refrattaria alle trappole e aprirà gli occhi a Raquel, la metterà nelle condizioni di confrontarsi con il suo disagio e le farà assaporare uno scampolo di vita autonomo.
La protagonista capirà finalmente che il suo sentirsi parte della famiglia Valdés l'ha portata a chiudersi in un mondo fatto di solitudine e diffidenza.
Il regista si tiene lontano da una prevedibile storia sulla differenza di classe e soprattutto non cade nella tentazione di dare una svolta pregna di follia alla storia sulla scia di quel capolavoro che è IL BUIO NELLA MENTE (1995) di Claude Chabrol.
Il film di Sebastian Silva è scritto in maniera invidiabile ed è supportato da buoni interpreti, inoltre ha un ottimismo di fondo che non da mai l'impressione di essere consolatorio o peggio ancora buonista.
Ulteriore prova della vitalità del cinema cileno, purtroppo quasi invisibile in Italia, dopo l'ottimo TONY MANERO (2008) di Pablo Larrain.
La bravissima protagonista Catalina Saavedra ha vinto il premio come miglior attrice protagonista al Torino Film Festival 2009.
Il titolo italiano AFFETTI E DISPETTI oltre che brutto è totalmente fuorviante.
Regia: Sebastian Silva
Santiago del Cile.
La perennemente imbronciata Raquel da più di vent'anni è a servizio dalla famiglia Valdés.
Una donna sola, quasi spaventata, psicologicamente annientata da una esistenza fatta solo di routine.
Quando la padrona di casa si accorge che Raquel non riesce a mantenere i ritmi lavorativi che una famiglia numerosa e una grande casa da tenere in ordine impongono, cercherà di affiancarli un'altra domestica.
Tutte le candidate saranno costrette a lasciare la casa, perché l'impaurita Raquel farà loro la "guerra" mettendole in fuga.
Raquel ha paura di perdere il "potere", un potere fatto di regole, orari, consuetudini.
Un potere che la domestica confonde con un senso di appartenza alla famiglia.
L'ultima aiutante ingaggiata dalla signora Valdés, si mostrerà refrattaria alle trappole e aprirà gli occhi a Raquel, la metterà nelle condizioni di confrontarsi con il suo disagio e le farà assaporare uno scampolo di vita autonomo.
La protagonista capirà finalmente che il suo sentirsi parte della famiglia Valdés l'ha portata a chiudersi in un mondo fatto di solitudine e diffidenza.
Il regista si tiene lontano da una prevedibile storia sulla differenza di classe e soprattutto non cade nella tentazione di dare una svolta pregna di follia alla storia sulla scia di quel capolavoro che è IL BUIO NELLA MENTE (1995) di Claude Chabrol.
Il film di Sebastian Silva è scritto in maniera invidiabile ed è supportato da buoni interpreti, inoltre ha un ottimismo di fondo che non da mai l'impressione di essere consolatorio o peggio ancora buonista.
Ulteriore prova della vitalità del cinema cileno, purtroppo quasi invisibile in Italia, dopo l'ottimo TONY MANERO (2008) di Pablo Larrain.
La bravissima protagonista Catalina Saavedra ha vinto il premio come miglior attrice protagonista al Torino Film Festival 2009.
Il titolo italiano AFFETTI E DISPETTI oltre che brutto è totalmente fuorviante.
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recensioni
giovedì, luglio 01, 2010
Film in sala dal 2 luglio 2010
Twilight Saga: Eclipse
(The Twilight Saga: Eclipse)
GENERE: Horror, Fantasy, Sentimentale
ANNO: 2010
NAZIONALITÀ: USA
REGIA: David Slade (II)
Butterfly Zone - Il senso della farfalla
GENERE: Commedia, Fantapolitico, Thriller
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: Italia
REGIA: Luciano Capponi
Fratellanza - Brotherhood
(Broderskab)
GENERE: Drammatico
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: Danimarca
REGIA: Nicolo Donato
(The Twilight Saga: Eclipse)
GENERE: Horror, Fantasy, Sentimentale
ANNO: 2010
NAZIONALITÀ: USA
REGIA: David Slade (II)
Butterfly Zone - Il senso della farfalla
GENERE: Commedia, Fantapolitico, Thriller
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: Italia
REGIA: Luciano Capponi
Fratellanza - Brotherhood
(Broderskab)
GENERE: Drammatico
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: Danimarca
REGIA: Nicolo Donato
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film in uscita 2010
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