ADDIO JACOPETTI
di Fabrizio Luperto
Mercoledì 17 agosto è morto a Roma all'età di 91 anni Gualtiero Jacopetti.
Censurato, messo al bando, ferocemente criticato, Gualtiero Jacopetti, provocatore estremo nella vita come nel suo modo di fare cinema, non sembrava curarsene, anzi pareva quasi compiacersi della sua situazione di ghettizzato del cinema.
Pioniere dell'inchiesta ad effetto, della verità manipolata, instancabile provocatore, conobbe il carcere per questioni di sesso con una minorenne e visse una turbolenta storia d'amore con la stupenda Belinda Lee.
Toscanaccio duro e puro, face il suo ingresso nel mondo della celluloide con Mondo Cane (1961) assemblando immagini choc, violenza, nudi e torture che ovviamente suscitarono critiche spietate e reazioni furibonde.
Jacopetti, quasi compiacendosi della ferocia delle critiche, continuò sulla stessa strada, quella della morbosità voyeuristica, portando sullo schermo Mondo cane 2 (1962); La donna nel mondo (1963); Africa Addio (1966); Addio Zio Tom (1971); Mondo Candido (1974).
Chissà se oggi, a pochi giorni dalla sua morte, qualche critico cinematografico ricorderà che Mondo Cane fu presentato al Festival di Cannes; che Riz Ortolani fu candidato all'Oscar per le musiche e che vinse un David di Donatello per la miglior produzione (Cineriz di Angelo Rizzoli).
Chissà se qualcuno ricorderà che se oggi esiste un genere cinematografico chiamato mondo-movie lo si deve a Gualtiero Jacopetti.
Chissà se i tanti giovani registi di cinema horror che amano classificare i loro lavori come "Shockumentary" rivolgeranno un pensiero pregno di gratitudine a Gualtiero Jacopetti, terrorista dello schermo che visse la sua avventura cinematografica tra ostracismo e sberleffi.
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