Tre giovani amici
della periferia romana si ritrovano tra le mani le chiavi di una bella
villa appartenente al facoltoso Marchese Lanzi (Peppe Servillo), fuori
per il fine settimana per un raduno d’auto d’epoca.
I tre non resistono alla tentazione di passare due giorni
indisturbati nel lusso, ma una volta entrati nella villa uno di loro
farà una terribile scoperta.
A soli due mesi dall'uscita di L'arrivo di Wang
(pochissime copie per un lavoro che meritava molta più visibilità) i
Manetti Bros, paladini italiani del cinema di genere a basso costo (Zora la vampira - Piano 17 - L'arrivo di Wang e la serie Tv L'ispettore Coliandro),
con cinque attori e un paio di comparse si lanciano nel genere horror
con la loro tradizionale cifra stilistica che comprende una buona dose
di ironia, trame compresse in ambienti chiusi e tanta professionalità.
C'è da dire che la trama è per lunghi tratti canonica (altrimenti non sarebbe cinema di genere), le strategie usate hanno un sapore un po' datato e soprattutto i protagonisti in almeno un'occasione si comportano in maniera stupida, ma in fin dei conti è quello che ci si aspetta dai Manetti Bros e dal loro cinema artigianale.
D'altro canto però ci sono parecchi meriti da riconoscere come la particolare cura per la dimensione psicologica dei personaggi, la regia mai convezionale, l'uso non banale del 3D e i meravigliosi titoli di testa.
Paura 3D probabilmente è il lavoro meglio curato e studiato di tutta la filmografia di Marco e Antonio Manetti e a differenza de L'arrivo di Wang e soprattutto di Piano 17
gode di una distribuzione (Medusa) massiccia e sarà messo nelle
condizioni di raggiungere una platea più vasta del solito, altrimenti
composta quasi esclusivamente dai fan dei fratelli romani.
In definitiva, l'ultimo lavoro dei Manetti, ispirato alla vicenda di Natascha Kampusch, è destinato a non entusiasmare gli appassionati del cinema horror di ultima generazione, ma è senza dubbio in grado di soddisfare il palato dagli amanti del glorioso cinema di genere italiano '60-'70, che sapranno apprezzare l'intelligenza, il coraggio di osare, l'artigianalità e il politicamente scorretto dei fratelli capitolini, gli unici in grado di far arrivare sugli schermi pellicole di genere in un Paese dove si girano quasi esclusivamente commedie (brutte) o film d'autore.
Ottimo Peppe Servillo (fratello di Tony e cantante degli Avion Travel) che grazie alla sua fisicità e al sapiente uso della voce rende indimenticabile il personaggio del Marchese Lanzi, mentre Lorenzo Pedrotti con la sua cadenza nordica risulta poco credibile come romano (nessuno degli attori lo è).
Infine una curiosità per cinefili: il film che i tre protagonisti guardano in tv all'interno della villa del marchese è I corpi presentano tracce di violenza carnale diretto nel 1973 da Sergio Martino, fratello di Luciano Martino fondatore della Dania Film che coproduce Paura 3D.
5 commenti:
non ho voluto leggere la rece perchè ne dovrò scrivere dopo aver visto il film però mi pare di aver capito che ti è piaciuto..
..ho visto il film...quello che mi piace dei Manetti è il fatto di possedere un artigianalità che non si scontra con il mio gusto estetico..voglio dire certo cinema di genere italiano degli anni 70 era caratterizzato da un estetica da film girato in giardino..qui invece nonostante quel giardino ci sia è ripreso come se fosse una foresta amazzonica..detto questo io non sono mai stati un amante del genere horror splatter come dimostra di essere "Paura"..l'interpetazione della Cutica nel ruolo della vittima è troppo sopra le righe, troppo da film di serie B..
definire PAURA 3D un film splatter mi sembra esagerato.
forse si..
nickoftime
http://stazionecinema.blogspot.it/2012/06/paura-in-3d.html..è il link per leggere la mia su Paura in 3D..
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