lunedì, febbraio 26, 2018

LA VEDOVA WINCHESTER


La vedova Winchester
di Michael e Peter Spierig
con Helene Mirren, Jason Clarke, Sarah Snook
USA, 2018
genere, horror
durata, 99’



Il dottor Eric Price ha perso da poco la moglie e, di conseguenza, la fede in qualsiasi cosa. Trascorre le proprie giornate affogando il dolore nel laudano, quando viene reclutato dalla società di amministrazione della Winchester Repeating Arms Company per eseguire una perizia psichiatrica su Sarah Winchester, vedova dell'industriale delle armi e azionista al cinquanta per cento della compagnia. La donna, perseguitata dal senso di colpa per i milioni di morti che i suoi fucili hanno causato, si è trasferita a San Jose, in California, dove, giorno e notte, lavora alla costruzione di nuove stanze della sua casa, nella convinzione che siano gli spiriti stessi a domandarglielo. La storia di Sarah Winchester, irrimediabilmente intessuta tra verità e leggenda, è una delle più suggestive nel suo genere, impregnata com'è della materia di cui è fatto il cinema: visioni, fantasmi, credenza e incredulità.

Nel 2016, Bertrando Bonello ha costruito su queste fondamenta un'"opéra fantôme", un cortometraggio di potentissimo fascino. Qui, invece, adottando il punto di vista di un narratore inattendibile, obnubilato dal veleno e dalla sofferenza psichica causata dal lutto, i registi dimostrano da subito di voler operare nell'ambito del genere horror inteso in maniera tradizionale e proseguono di questo passo con orologi che scandiscono la mezzanotte e bambini che a quell'ora incedono sonnambuli. L'incontro al centro del film è, però, quello tra le due anime tormentate dei protagonisti, di cui i fantasmi che infestano la magione di San Jose potrebbero essere proiezioni emotive, se non fosse che il racconto non sale mai sopra le righe, per rimanere ancorato alla promessa stipulata, quella della ghost story, che impedisce al film di proporsi con un interesse aggiuntivo, al di là del tentativo riuscito di spaventare e della ricostruzione curata e d'atmosfera. 

Helen Mirren, perfettamente a suo agio nei panni della regina d'Inghilterra, e Jason Clarke, nei panni dello psichiatra scelto dalla vedova stessa, passano dal fronteggiarsi allo spalleggiarsi, con teatrale devozione alla causa, all'interno di un percorso scritto in partenza, per lo più godibile, proprio in ragione della sua classicità, ma zavorrato da qualche luogo comune di troppo. Per essere una storia di fantasmi, poteva prenderci più di sorpresa. 
Riccardo Supino

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