lunedì, marzo 16, 2020

I AM NOT OKAY WITH THIS


I am not okay with this
ideata da: Jonathan Entwistle, Christy Hall
con Sophia Lillis, Wyatt Oleff, Sofia Bryant
USA, 2020
genere: commedia drammatica, dramma adolescenziale
Stagione: 1
Episodi: 1-7
durata: 19-28 minuti

Ennesima serie teen targata Netflix è “I am not okay with this”. Sette episodi di 20 minuti circa ciascuno che permettono allo spettatore di immergersi completamente in una storia molto particolare, venendo catapultati in un passato non troppo lontano insieme a dei personaggi bizzarri, ma, purtroppo o per fortuna, già visti.
Sydney Novak è una diciassettenne fuori dal comune, come tutte le classiche protagoniste di storie del genere, con una famiglia tutta particolare che meriterebbe (e forse meriterà con una seconda stagione?) un maggiore approfondimento. Il padre morto suicida nel seminterrato, la madre che, per far fronte alle spese e alle necessità dei due figli, lavora giorno e notte trascurando sia Syd che Liam che devono arrangiarsi da soli e quest’ultimo, il fratellino più piccolo, che cerca, per quanto possibile, di ricucire il legame sempre più compromesso tra la sorella e la madre.
Non che le cose fuori da casa vadano meglio per l’adolescente protagonista, presentata fin dalla prima immagine completamente ricoperta di sangue mentre vaga da sola per la città, perché, la sua migliore amica Dina, trasferitasi insieme a lei, ha iniziato a frequentare Bradley Lewis, uno dei ragazzi più popolari della scuola, che, oltre alla sua arroganza, nasconde qualcosa. Sembra che l’unico spiraglio nella vita della giovanissima sia Stanley Barber, il suo vicino di casa un po’ strambo, ma molto buono. I due cominciano a frequentarsi come amici finché il ragazzo non viene accidentalmente a conoscenza del grande segreto che Sydney porta con sé e che non vuole rivelare a nessuno: quello di possedere poteri magici che nemmeno lei riesce a controllare, ma che si scatenano principalmente in momenti di rabbia. In tutto questo c’è un altro segreto che la ragazza nasconde e tenta di camuffare uscendo con Stanley: è, in realtà, innamorata di Dina.
Il regista di un’altra serie targata Netflix, “The end of the fu***ing world” e i produttori della serie di successo “Stranger things” si sono uniti per realizzare questo prodotto che sembra, infatti, essere la fusione perfetta di questi due mondi.
Il personaggio di Syd, in particolare, è esattamente l’insieme delle caratteristiche di Undici, protagonista di “Stranger things”, e Alyssa, protagonista di “The end of the fuc***ing world”, la prima per i poteri sovrannaturali e la seconda per l’attitudine, il carattere, il comportamento e i modi di fare e di relazionarsi con gli altri.
Sa, quindi, purtroppo di già visto, anche se la serie resta comunque godibile, data anche la breve durata. Tra i lati positivi c’è sicuramente l’ottimo lavoro fatto da parte degli attori e la buona scrittura del personaggio di Stanley, forse la vera chiave dell’intera storia. E’ il solo e unico personaggio che riesce ad avere più sfaccettature e a portare, oltre alle risate, anche una sorta di equilibrio all’intera vicenda. Rappresenta la costante della narrazione ed è colui che, più di ogni altro, merita un approfondimento.
Il ritmo, che potrebbe essere un aiuto significativo, appare lento e sembra che la storia non riesca mai a decollare veramente. Infatti non c’è una reale suspense dall’inizio alla fine, ma solo un chiedersi come si susseguiranno effettivamente gli eventi. Il punto più alto e significativo, nell’ultimo episodio, fa rimanere lo spettatore con una serie di interrogativi che verranno risolti, con molta probabilità, in una seconda stagione, ancora non confermata. Dovremo, quindi, attendere prima di sapere se potremo rivedere sullo schermo Syd, Stan, Dina e tutti gli altri.

Veronica Ranocchi

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