Sul più bello
di
Alice Filippi
con
Ludovica Francesconi, Giuseppe Maggio, Gaja Masciale
Italia,
2020
genere:
commedia
durata:
90’
Tratto
dall’omonimo romanzo di Eleonora Gaggero (una delle attrici del film), “Sul più
bello” è l’opera prima di Alice Filippi. Un teen drama che vira sulla commedia
e non si prende mai troppo sul serio.
Marta
è una ragazza di diciannove anni, rimasta orfana dei genitori, morti entrambi
in un incidente stradale quando lei aveva 3 anni, che vive con i suoi due
migliori amici, Federica e Jacopo. Sembra una ragazza come le altre, se non
fosse per la sua malattia, la mucoviscidosi, che la costringe ad una cura e
un’attenzione rigorosa e continua e che le dà ben poche speranze per una vita
lunga e uguale a quella degli altri. Marta, però, nonostante questo, ha un
sogno nel cassetto: quello di innamorarsi e far innamorare il ragazzo più bello
di Torino. La scelta sembra ricadere fin da subito sull’avvenente Arturo Selva,
canottiere dal fisico invidiabile, figlio di una ricca famiglia torinese. Marta
inizia un vero e proprio stalkeraggio nei confronti del ragazzo che
inevitabilmente si accorge di lei e si trova, in qualche modo, costretto ad
invitarla a cena. Dopo una serie di situazioni che mettono in luce la sincerità
di Marta come arma vincente, anche il bell’Arturo deve ricredersi e cedere al
fascino di colei che fino a poco prima aveva definito, insieme ai suoi amici,
“spazzatura”.
La
storia è semplice e si limita a portare sullo schermo una storia già vista e
una tematica già affrontata e sviscerata. Ma “Sul più bello” si differenzia
dalle altre storie analoghe per il modo in cui la vicenda viene narrata. Non c’è
esasperazione, non c’è finzione e non c’è pietismo, anzi. “Sul più bello” cerca
di mettere insieme i tasselli di tutti i film dai quali prende spunto,
facendoli propri e mescolandoli in maniera saggia.
Come
la protagonista stessa afferma attraverso la voce fuori campo, esistono già
storie di ragazze affette da malattie incurabili che, nonostante questo sono
bellissime e fortissime. Marta non rientra in questa categoria perché non si
prende mai veramente sul serio. Riesce a scherzare e ironizzare, per quanto
possibile, sul suo stato di salute. Pur conoscendo la gravità della situazione
pensa sempre in maniera positiva e cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno. Il
suo modo di vivere condiziona tutte le persone che le stanno intorno: i suoi
amici in primis, ma anche Arturo che non può che cedere al suo “fascino”
nascosto. Il suo modo di vedere la vita non la rende fragile, ma anzi la rende
ancora più forte ed è questo quello che incuriosisce.
Una
Amélie tutta italiana, complici i colori che richiamano il film di successo
francese, ma anche i modi di fare e la somiglianza fisica tra Ludovica
Francesconi e Audrey Tatou, rendono “Sul più bello” un teen drama fuori dagli
stereotipi e, proprio per questo, apprezzato ed apprezzabile.
Il
non prendersi mai realmente sul serio, l’usare l’ironia come arma e scudo per
non parlare mai direttamente della malattia e di tutte le conseguenze che essa
può portare con sé sono gli elementi di forza della pellicola.
Un
plauso anche agli interpreti, mai sopra le righe, ma reali e credibili al punto
giusto, senza caricature o eccessi. Dalla protagonista, per forza di cose fuori
dagli schemi, ma mai esagerata, né in un verso né in un altro, al bello e
tenebroso Arturo, interpretato da un convincente Giuseppe Maggio.
Anche
lo stile, spesso ironico e autoironico, rende il film un prodotto diverso dal
solito, che culmina nella scelta di non far dilagare nelle lacrime, ma resta
fedele al suo principio di base: quello di far sognare e far diventare una
principessa anche la ragazza più semplice di tutte.
Veronica Ranocchi
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