Ammonite
di Francis Lee
con Kate Winslet, Saoirse Ronan
genere, romantico, biografico, drammatico
USA, Gran Bretagna, Australia 2020
durata, 120’
Nell'ambito del lungometraggi candidati agli Oscar ce ne sono alcuni progettati fin dall'inizio con un unico scopo, quello di far risaltare le interpretazioni di attori e attrici chiamati a interpretarli. Di solito si tratta di film a metà strada tra prodotto mainstream e cinema d'autore caratterizzati da temi di facile presa e personaggi accattivanti, tali da portare il pubblico all'immedesimazione sin dalle prime sequenze.
"Ammonite" del regista britannico Francis Lee combacia alla perfezione con i requisiti sopra elencati a cominciare dalla scelta dell'argomento incentrato sulla relazione tra due donne nell'Inghilterra vittoriana della prima metà dell'Ottocento. E poi per il fatto che a interpretare la paleontologa Mary Anning e la sua amante, la giovane e maritata Charlotte Murchison, ci siano due delle attrici anglosassoni più amate e rispettate non solo per la loro bravura ma anche per il fatto di proporre da anni un modello di femminilità fuori dagli schemi, capace di essere indipendente senza per questo rinunciare al romanticismo e alla femminilità. Resa più affascinante da trascorrere degli anni, Kate Winslet appare quanto mai in parte in un ruolo, quello della Anning, in cui le si chiedeva di essere tormentata e sofferente senza però perdere un briciolo della dignità e dell'autorevolezza necessarie a impersonare una studiosa capace di imporre il proprio pensiero all'interno di una comunità scientifica maschilista e conservatrice. Fa da contrappeso la presenza di Saoirse Ronan, attrice prediletta dal cinema newyorkese più chic, nei panni della più fragile Murchison, capace però di sostenere anche dal punto di vista intellettuale la forte personalità della sua interlocutrice.
Consapevole del capitale umano e artistico messogli a disposizione, la regia di Lee evita artifici e soluzioni che non siano quelle di mettere le sue attrici nella condizione di esprimersi al meglio. In questo Lee adotta una regia invisibile ma efficace nel far risuonare sguardi e silenzi attraverso il contraltare di un paesaggio letterario e insieme cinematografico. Battuta dal vento e bagnata dal mare in perenne tempesta il sublime della costa inglese davanti alla mdp diventa qualcosa a metà strada tra "Lezioni di piano" e "Cime tempestose": senza avere la complessità di quei modelli ma riprendendoli soprattutto quando si tratta di assegnare al sublime dell'elemento naturale i’inespresso di una relazione per molti versi impossibile da manifestare e dunque destinata a farsi sentire in maniera indiretta nell'austerità del clima, negli improvvisi cambi di luce, in generale nelle asprezze di un luogo tanto pittoresco quanto inospitale.
Minimale nello sviluppo dell’intreccio e laconico in quello dialogico, "Ammonite" è un film di atmosfere e suggestioni che le due interpreti principali trasformano in un tessuto emotivo più nascosto che esplicito, conseguenza di rimandi interni come quello che fa del processo conoscitivo la capacità di saper andare oltre l'apparenza. Winslet e Ronan sono da Oscar.
Carlo Cerofolini
(pubblicata su ondacinema.it)
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