sabato, febbraio 06, 2021

L'ULTIMO PARADISO

L’ultimo paradiso

di Rocco Ricciardullo

con Riccardo Scamarcio, Gaia Bermani Amaral, Antonio Gerardi

Italia, 2021

genere: drammatico

durata: 107’

È Riccardo Scamarcio il protagonista di “L’ultimo paradiso”, film di Rocco Ricciardullo, prodotto e scritto anche dall’attore, disponibile su Netflix.

Una storia d’amore impossibile che porta a conseguenze drammatiche potrebbe essere la sintesi perfetta di un film ambientato in un luogo indefinito della Puglia, privo di informazioni o spiegazioni, che cerca di rappresentare una faccia dell’Italia degli anni Cinquanta.

Il protagonista della vicenda è Ciccio Paradiso (Riccardo Scamarcio), sposato con figlio, che non vuole più accettare la condizione nella quale il suo paese e le persone intorno a lui sono costrette a vivere. Il suo sogno è quello di evadere dalle regole e dalle rigide imposizioni. Non accetta più gli obblighi a cui lui e tanti altri sono sottoposti. Ma deve anche cercare di convivere, per quanto possibile, con questa realtà. Dal momento, però, che un compromesso in una situazione del genere è molto difficile da trovare la sua temporanea soluzione è quella di tenere il piede in due scarpe e cercare di mantenere all’esterno la maschera di perfetto uomo di famiglia del sud, ma evadendo di nascosto a tutto il resto. Nel concreto, Ciccio è perdutamente innamorato di quella che per lui è la Madonna, Bianca. Peccato che il padre di lei, Cumpà Schettino, sia il proprietario di tutte le terre lavorate da Ciccio e dai suoi compagni e a lui non vada a genio il comportamento della figlia che si vede di nascosto con l’uomo dei suoi sogni, ma che non potrebbe mai dargli un futuro, dal momento che è sposato con un’altra donna.

Una storia d’amore nella prima parte e una storia di emancipazione, vendetta e rivendicazione nella seconda, dopo un inaspettato momento di completo stravolgimento.

Tutto cambia, si cominciano a perdere certezze e, non solo i personaggi, ma anche lo spettatore si ritrova smarrito. In un mondo diverso, sia perché l’azione si sposta, almeno per un po’, di geografia, sia perché si è di fronte a un capovolgimento completo.

La sensazione, però, nonostante l’attenta costruzione dei personaggi, molto reali e realistici, è proprio quella di uno smarrimento completo e totale. Non si riesce più a comprendere la linea di confine tracciata nella prima parte della vicenda. Ed è un peccato perché il dramma d’amore nato, costruito e sviluppato nei primi 40 minuti circa di film avrebbe meritato un approfondimento diverso.

Se gli attori sono molto bravi nell’esprimere la propria condizione, da uno Scamarcio che scava a fondo nel suo personaggio conferendogli, anche solo espressivamente delle note ogni volta diverse, a una Gaia Bermani Amaral, modella interprete di Bianca, calata perfettamente nella parte della donna destinata a una vita d’infelicità, lo stesso non si può dire di una storia non del tutto convincente. L’intento che forse voleva essere quello di mettere in risalto una storia che facesse da sfondo alla condizione dell’Italia di quel periodo avrebbe dovuto essere sviluppata in maniera diversa.

Un altro film che, con il contributo e l’appoggio di un pilastro come Netflix, ha tentato di valorizzare l’idea dell’Italia (di un tempo) da esportare all’estero. Ma che alla fine ha solo messo insieme tutta una serie di stereotipi.


Veronica Ranocchi

4 commenti:

Cannibal Kid ha detto...

Mmm... ero indeciso se vederlo o meno.
Tu però confermi alcuni miei timori.
Mi sa che aspetto ancora un po'.

In The Mood For Cinema ha detto...

Infatti già sulla carta desta molti "sospetti" di polpettone. Però boh... la curiosità c'è comunque.

nickoftime ha detto...

@CannibalKid sì, secondo me non c'è alcuna fretta. Puoi prenderla comoda e guardarlo successivamente ;) -Veronica

nickoftime ha detto...

@In The Mood For Cinema in effetti anche io non avevo aspettative troppo alte e l'ho visto proprio per curiosità. Giusto una chance a prescindere, anche con calma, gli si può dare... -Veronica