L’ultimo paradiso
di Rocco Ricciardullo
con Riccardo Scamarcio,
Gaia Bermani Amaral, Antonio Gerardi
Italia, 2021
genere: drammatico
durata: 107’
È Riccardo Scamarcio il
protagonista di “L’ultimo paradiso”, film di Rocco Ricciardullo, prodotto e
scritto anche dall’attore, disponibile su Netflix.
Una storia d’amore
impossibile che porta a conseguenze drammatiche potrebbe essere la sintesi
perfetta di un film ambientato in un luogo indefinito della Puglia, privo di
informazioni o spiegazioni, che cerca di rappresentare una faccia dell’Italia
degli anni Cinquanta.
Il protagonista della
vicenda è Ciccio Paradiso (Riccardo Scamarcio), sposato con figlio, che non
vuole più accettare la condizione nella quale il suo paese e le persone intorno
a lui sono costrette a vivere. Il suo sogno è quello di evadere dalle regole e
dalle rigide imposizioni. Non accetta più gli obblighi a cui lui e tanti altri
sono sottoposti. Ma deve anche cercare di convivere, per quanto possibile, con
questa realtà. Dal momento, però, che un compromesso in una situazione del
genere è molto difficile da trovare la sua temporanea soluzione è quella di
tenere il piede in due scarpe e cercare di mantenere all’esterno la maschera di
perfetto uomo di famiglia del sud, ma evadendo di nascosto a tutto il resto.
Nel concreto, Ciccio è perdutamente innamorato di quella che per lui è la
Madonna, Bianca. Peccato che il padre di lei, Cumpà Schettino, sia il
proprietario di tutte le terre lavorate da Ciccio e dai suoi compagni e a lui
non vada a genio il comportamento della figlia che si vede di nascosto con
l’uomo dei suoi sogni, ma che non potrebbe mai dargli un futuro, dal momento
che è sposato con un’altra donna.
Una storia d’amore nella
prima parte e una storia di emancipazione, vendetta e rivendicazione nella
seconda, dopo un inaspettato momento di completo stravolgimento.
Tutto cambia, si
cominciano a perdere certezze e, non solo i personaggi, ma anche lo spettatore
si ritrova smarrito. In un mondo diverso, sia perché l’azione si sposta, almeno
per un po’, di geografia, sia perché si è di fronte a un capovolgimento
completo.
La sensazione, però,
nonostante l’attenta costruzione dei personaggi, molto reali e realistici, è
proprio quella di uno smarrimento completo e totale. Non si riesce più a
comprendere la linea di confine tracciata nella prima parte della vicenda. Ed è
un peccato perché il dramma d’amore nato, costruito e sviluppato nei primi 40
minuti circa di film avrebbe meritato un approfondimento diverso.
Se gli attori sono molto
bravi nell’esprimere la propria condizione, da uno Scamarcio che scava a fondo
nel suo personaggio conferendogli, anche solo espressivamente delle note ogni
volta diverse, a una Gaia Bermani Amaral, modella interprete di Bianca, calata
perfettamente nella parte della donna destinata a una vita d’infelicità, lo
stesso non si può dire di una storia non del tutto convincente. L’intento che
forse voleva essere quello di mettere in risalto una storia che facesse da
sfondo alla condizione dell’Italia di quel periodo avrebbe dovuto essere
sviluppata in maniera diversa.
Un altro film che, con il
contributo e l’appoggio di un pilastro come Netflix, ha tentato di valorizzare l’idea
dell’Italia (di un tempo) da esportare all’estero. Ma che alla fine ha solo
messo insieme tutta una serie di stereotipi.
Veronica Ranocchi
4 commenti:
Mmm... ero indeciso se vederlo o meno.
Tu però confermi alcuni miei timori.
Mi sa che aspetto ancora un po'.
Infatti già sulla carta desta molti "sospetti" di polpettone. Però boh... la curiosità c'è comunque.
@CannibalKid sì, secondo me non c'è alcuna fretta. Puoi prenderla comoda e guardarlo successivamente ;) -Veronica
@In The Mood For Cinema in effetti anche io non avevo aspettative troppo alte e l'ho visto proprio per curiosità. Giusto una chance a prescindere, anche con calma, gli si può dare... -Veronica
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