lunedì, aprile 24, 2023

AIR - LA STORIA DEL GRANDE SALTO

AIR- La storia del grande salto

di Ben Affleck

con Matt Damon, Ben Affleck, Jason Bateman

USA, 2023

genere: biografico, drammatico

durata: 112’

Un convincente Ben Affleck arriva al cuore del pubblico prestandosi quasi interamente al suo film “AIR – La storia del grande salto”, nel quale è regista e attore.

Come il sottotitolo italiano spiega molto bene, il film non è altro che la storia della genesi, intesa sia come idea che come creazione materiale, delle celebri scarpe AIR Jordan.

Il film inizia nella metà degli anni ’80, periodo in cui in America il basket vive i suoi anni d’oro come ascesa di quello che sarà, poi, a tutti gli effetti, un vero e proprio fenomeno di massa. Accanto allo sport nazionale per eccellenza, però, è onnipresente la “sfida” a suon di nuove creazioni, ma soprattutto di grandi talenti che prestano il proprio volto per le campagne pubblicitarie, tra tre grandi marchi: Adidas, Converse e Nike. Ed è su quest’ultimo che si concentra il film di Ben Affleck e, in particolare, su un attento e caparbio lavoratore: il manager Sonny Vaccaro interpretato da Matt Damon. Alla ricerca di nuovi talenti a cui proporre un contratto di sponsorizzazione per rilanciare il marchio che, all’epoca, stava risentendo molto del “contrasto” con Adidas e Converse, Vaccaro, in quanto grande appassionato ed esperto di basket, è il primo a notare il talento dell’allora semisconosciuto Michael Jordan, riconoscendone le qualità e la stoffa per diventare un ottimo campione.

Disposto a tutto, Sonny Vaccaro decide di investire tutto il budget messo a disposizione dalla dirigenza per chiudere un contratto con la stella emergente. E la sua determinazione lo porta a prendere contatti direttamente con la madre, che teneva le redini della famiglia e del destino del figlio, facendo breccia nella mente e nel cuore di un giovanissimo attratto, fino a quel momento, dagli altri due celebri marchi.

Un’impresa titanica quella di Vaccaro, ma che ha permesso fin da subito, e con gli anni ancora di più, non solo di blindare uno degli sportivi più forti e amati di sempre, ma anche di diventare uno dei nomi di riferimento nel campo del basket (e non solo).

Con il film di Ben Affleck riusciamo proprio a vivere, insieme a Vaccaro, queste sensazioni e questa ansia continua che porta a chiedersi se Michael Jordan accetterà davvero la proposta.

La costruzione che il regista sceglie per mostrare una storia, per certi versi, “tipicamente” americana, è il mezzo che permette, nonostante la semplicità, di far apprezzare davvero “Air” al pubblico.

Da un Matt Damon che, pur rimanendo fedele a se stesso e ai suoi ruoli, riesce a tirar fuori il coniglio dal cilindro trasformandosi completamente in Sonny Vaccaro e regalando anche scene memorabili, come la divertente telefonata con il manager di Jordan o l’iconica scena finale.

A fare da “spalla”, come in un perfetto duo comico, c’è un Ben Affleck in splendida forma che, non solo confeziona un riuscito film, non scontato considerando la storia che tratta, ma fa presente la sua capacità comica che, seppur labile, è in grado di alleggerire notevolmente il lungometraggio e intervallare i momenti di massima tensione con dei sorrisi.

Efficace anche il modo in cui è sviluppata l’intuizione della scarpa e il procedimento che porta alla creazione vera e propria.

Così come è degna di menzione, anche se non è una novità, Viola Davis, nei panni della madre che non perde un colpo e supervisiona a 360° la vita del suo “piccolo” e talentuoso figlio. La prima, forse, a credere davvero in lui e a investire forze ed energie. Questa sua caparbietà è resa in maniera importante dall’attrice premio Oscar che, seppur con un ruolo minore, si impone al pari degli altri personaggi. E fa quasi dimenticare che nel 90% dei momenti in cui lei è in scena e parla dovrebbe esserci anche Michael Jordan. Ammaliati dalla sua bravura riusciamo a far passare in secondo piano il fatto che Michael Jordan, anche se nominato, è di fatto assente in un film che ha lui al centro. Nei pochi momenti in cui è fisicamente presente, il regista ricorre a degli escamotage per non farlo né vedere né parlare. Questo nonostante la sua importanza sotto tutti i punti di vista: basti pensare, per esempio, che Viola Davis è stata voluta proprio da lui che l’ha indicata come la più adatta al ruolo di sua madre.

Non un film perfetto, ma sicuramente una storia apprezzabile e da conoscere, raccontata in maniera semplici e pulita.

Nonostante la “non presenza” di Michael Jordan, che in alcuni momenti catalizza l’attenzione più del dialogo o dell’azione centrale, e la scelta di non seguire in maniera “ordinata” le regole della Nike che sembrano fungere da titoli dei vari capitoli, “Air” è davvero un grande salto che prova addirittura a spiccare il volo!


Veronica Ranocchi

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