L’esorcista del papa
di Julius Avery
con Russel Crowe, Daniel
Zovatto, Alex Essoe
USA, 2023
genere: horror, thriller,
biografico
durata: 103’
Russel Crowe fa ritorno
nella sua amata Roma. Stavolta, però, non lo fa, seppur sempre “accompagnato”
dalla calda e potente voce di Luca Ward, all’interno dell’imponente Colosseo
combattendo materialmente contro chiunque per far valere la propria forza
bruta. Torna in una veste completamente nuova: quella di padre Gabriele Amorth,
esorcista della diocesi di Roma.
Il film, diretto da
Julius Avery, è un horror (a tinte, però, talmente assurde in alcuni frangenti
da arrivare a toccare quasi il comico) ambientato alla fine degli anni ’80.
Padre Amorth è inviato in Spagna per cercare di sconfiggere il male che si è
impossessato di un ragazzino temporaneamente trasferitosi, insieme alla madre e
alla sorella, in una chiesa che deve essere ristrutturata. A seguito della
scomparsa del padre del giovane, la famiglia ha deciso di intraprendere i lavori
di ristrutturazione e rifacimento dell’edificio in modo da metterla, poi, in
vendita e cederla al miglior offerente. Tutto questo se non fosse che quello è
uno dei cosiddetti luoghi dimenticati da Dio.
Ed ecco che inizia il
viaggio, prima fisico e poi spirituale, di padre Amorth che, su indicazioni del
Santo Padre, si reca in Spagna (inspiegabilmente a bordo della sua vespa) per
tentare di scacciare il demonio. Per farlo, oltre a cercare di capire il nome
del male che si è impossessato del ragazzino, avrà bisogno di tutta la
concentrazione, di tutta la forza e di tutto l’aiuto possibile.
Quello che sulla carta
dovrebbe essere un horror a tutti gli effetti e che, per la realizzazione, si è
avvalso degli autentici libri di Padre Amorth, alla fine è in realtà qualcosa
di diverso, qualcosa che va oltre. E questo, in gran parte, grazie a un Russel
Crowe in splendida forma che plasma completamente il personaggio facendolo suo.
Innanzitutto c’è da
considerare il fatto che venga scelto un vero esorcista come protagonista del
film che, da una parte, tende a dare credibilità alla storia che viene mostrata
sullo schermo. Un fattore, però, che, al tempo stesso, avrebbe anche potuto
scatenare problematiche proprio sulla base della veridicità. Invece il
mescolamento di un fattore reale, come la presenza di padre Amorth, con tutto
quello che vediamo e il modo in cui la pratica dell’esorcismo avviene
(arrivando a unire sogno e realtà) è il punto di forza di un film che riesce,
nonostante tutto, a dire qualcosa di diverso rispetto agli altri “simili”.
Quello di Crowe è un
padre Amorth che va contro le regole, contro tutto e tutti. E lo si vede
chiaramente dalla scena iniziale, in grado di catturare e assorbire
completamente l’attenzione dello spettatore che, solo in un secondo momento,
capisce di essere di fronte solo a un’introduzione della storia e del
personaggio. Ma anche dopo, tutti i modi di fare dell’esorcista, dalle
affermazioni al modo di comportarsi, lo etichettano come un “diverso”, ma, da
un certo punto di vista, inteso come sovversivo. L’unico davvero in grado di
rovesciare tutto e avere sempre la meglio, anche quando tutto sembra destinato
a finire in un certo modo, anche quando il destino sembra già scritto e tutti
sembrano ormai spacciati. Ed è una potenza che deriva non solo dal personaggio
(in questo caso reale), ma dall’interpretazione, a tratti quasi buffonesca e
pittoresca, di Russel Crowe che riesce a gestire al meglio i momenti di massimo
climax emotivo con dialoghi più frivoli e divertenti (una su tutti l’iconica
battuta sulla Francia campione del mondo di calcio).
Un padre Amorth forse non
così diverso, per spirito e forza di volontà, da quello che è effettivamente
stato. Ma un padre Amorth in grado di catturare, oltre al male, anche
l’attenzione dello spettatore, anche di quello più scettico o più facilmente
impressionabile.
Ma sarà davvero l’ultimo
esorcismo del padre Amorth di Russel Crowe?
Veronica Ranocchi
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