martedì, ottobre 03, 2023

THE PALACE

The Palace

di Roman Polanski

con Oliver Masucci, Luca Barbareschi, Mickey Rourke

Svizzera, Italia, Polonia, Francia, 2023

genere: commedia

durata: 100’

Un hotel di lusso per celebrare nel migliore dei modi l’arrivo del nuovo millennio con personaggi che definire stravaganti è dire poco. Questa la premessa del nuovo film di Roman Polanski “The Palace”, già presentato a Venezia, fuori concorso.

Tante personalità di rilievo del cinema, dell’aristocrazia, del mondo dello spettacolo e della politica si incontrano (e scontrano) all’interno di questo enorme edificio posto apparentemente nel nulla e circondato solo e soltanto da neve.

Tutto ha inizio con il manager dell’hotel Hansueli, punto di riferimento per tutti coloro che lavorano e alloggiano nella struttura, che impartisce le ultime dritte e gli ultimi comandi ai suoi sottoposti poco prima che inizi la giornata (e la notte) più importante, e lunga, dell’anno. Tutto deve essere perfetto, tutto deve essere al meglio e tutto deve soddisfare i clienti. Ma ovviamente, come nella migliore delle tradizioni, non tutto andrà come previsto. E lo si capisce subito, non importa aspettare la direzione che prenderà il film. Si possono prendere, come esempio, gli “sberleffi” che i cuochi fanno non appena il manager e il cuoco sono lontani dalla cucina.

Tutto è portato al limite dell’assurdo e del paradossale: dai personaggi, esageratamente macchiettistici e stereotipati, alle assurde gag già viste.

Un film che, se si pensa al grande nome dietro la macchina da presa, fa quasi storcere il naso, ma che ha, indubbiamente e a prescindere da tutto, qualcosa da dire.

I personaggi, forse troppi, affollano l’hotel e il film, creando un effetto quasi dispersivo. Volutamente non troppo definiti, incompleti e a tratti sovrapposti tra loro, contribuiscono a rendere vero e autentico il caos tipico del Capodanno, quel Capodanno vissuto dallo stesso Polanski proprio in un hotel del genere e che, da più di 20 anni si è instillato nella sua mente pronto a venire fuori sotto forma di film.

Se gli unici personaggi che quantomeno provano a mantenere un po’ di dignità sono camerieri, inservienti e personale di servizio in generale, gli ospiti sono a metà strada tra bambini all’asilo e animali allo zoo. Basti pensare a tutta la serie di accadimenti che si susseguono per non fermare mai il ritmo costante e crescente della commedia.

Che l’intento di Polanski fosse (anche) quello di omaggiare i cinepanettoni vanziniani? Possibile, vista la struttura del film, ma è difficile pensare che lo scopo finale fosse soltanto questo. Anche perché di omaggi e riferimenti il film è pieno. Tra quelli più evidenti a quelli più nascosti Polanski non si tira indietro all’idea prima di tutto di divertirsi e far divertire e, poi, di presentare sullo schermo un mix di tanti titoli, più o meno noti. Dalle gemelline che arrivano in un hotel e che richiamano, nonostante la commedia, lo spaventoso capolavoro di Kubrick, alla dipartita improvvisa di uno degli ospiti che si trasforma nella perfetta occasione per mettere in scena alcuni dei più riusciti momenti dell’esilarante “Weekend col morto”. Insomma i richiami non mancano, nemmeno nei personaggi stessi, da un Barbareschi a metà strada tra il Christian De Sica dei cinepanettoni e Rocco Siffredi, a un Mickey Rourke che, estremizzato in tutto e per tutto, lotta contro chiunque, sfidando il millenium bug.

Ma la genialità del regista sta anche nel riuscire a inserire e bilanciare con la commedia fatti realmente accaduti. Ed ecco comparire sullo schermo di una tv la figura di Vladimir Putin, realmente salito al governo a cavallo del nuovo millennio, che, se inizialmente crea un minimo interesse da parte dei magnati russi in vacanza, viene, poi, immediatamente dimenticato, passando in secondo piano. E a far sorridere è il “legame” tra il suo discorso, che fa intendere privazioni di libertà e diritti, e la dissolutezza portata avanti dai giovani che lo stanno vedendo in tv che decidono di divertirsi, tra alcool e belle donne.

Il “The Palace” di Roman Polanski, dunque, regala leggerezza e divertimento in modo forse troppo “semplicistico” riuscendo quasi a far dimenticare per un’ora e mezzo che il regista dietro la macchina da presa è un premio Oscar.

L’omaggio, però, ai cinepanettoni italiani, e a uno scanzonato e sano divertimento, non solo per chi guarda, ma anche per chi crea l’opera, se questo era l’intento, è riuscito.


Veronica Ranocchi

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