di Ethan
Quando ha cominciato a girare The international, il regista Tom Tykwer non poteva immaginare che la sua pellicola sarebbe arrivata nelle sale con un tempismo incredibile. Spesso ci vuole così tanto tempo per fare un film che quasi mai risulta "di attualità". Ma se in un thriller uscito in questo periodo "il cattivo" è una grande banca, con sedi e tentacoli in tutto il mondo, siamo chiaramente di fronte a un’eccezione.
Certo, i crimini della banca in questione (tra cui fornire armi a dittature africane) sono molto più efferati che distribuire ipoteche e mutui traballanti. Ma resta il fatto che il ruolo del cattivo calza a pennello a una grande istituzione finanziaria. Il regista si dev’essere divertito molto ad ambientare questa storia "multinazionale", in cui un ristretto circolo di cattivissimi mitteleuropei decide della vita e della morte dei suoi clienti, in alcune delle strutture architettoniche più agghiaccianti d’Europa.
Contro questa monolitica istituzione senza volto si erge un uomo solo, il detective Louis Salinger (Clive Owen), che strada facendo si porta dietro un procuratore newyorchese (Naomi Watts), catapultata nel film senza motivi particolarmente validi.
Sicuramente alcune scene d’azione sono esagerate (una sparatoria nel Gugghenheim? Finalmente qualcosa di emozionante nel mondo dell’arte!) e i dialoghi sembrano scritti con le massime che si trovano dentro i biscotti cinesi della fortuna. Ma questo cinico e soddisfacente attacco al mondo dell'alta finanza piacerà senza dubbio agli amanti dei thriller che giocano con le nostre paranoie.
1 commento:
@ veri: questo si che è tempismo:)
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